Limbadi.
Un
vero e proprio bagno di folla ha accompagnato la piccola Anita nella chiesetta
della Madonna delle Nevi, dove alle 15.30 si è celebrato il funerale.
Un corteo interminabile
ha seguito la piccola bara bianca. In molti a Mandaradoni hanno voluto
stringersi intorno a una famiglia colpita da una tragedia cui è difficile dare
un senso. Venerdì scorso, la piccola Anita all’uscita dall’asilo, è stata
travolta un’automobile. Un impatto violentissimo ha strappato la piccola dall’affetto
dei suoi cari. Nello stesso momento, in altre parti del mondo, per altri
bambini rinasceva la speranza. Si perché, i suoi genitori, guidati da una fede
incrollabile e da incredibile generosità, hanno deciso di donare gli organi
della loro creatura. Anita, ha perso in un attimo la vita e il futuro, ma ha saputo
ridarli ad altre persone, altri bimbi malati in questi giorni hanno
riacquistato la speranza di poter vivere una vita migliore. La piccola ha
elargito ampiamente il suo dono d’amore: Roma, Genova, Torino, Padova e Londra.
Qui delle vite sono state salvate. E la certezza che la morte della loro figlia
sia stata principalmente un dono d’amore, è la forza che aiuta mamma Domenica e
papà Vittorio a sopportare un dolore inconcepibile.
La cerimonia funebre è
stata officiata da don Enzo Lazzaro, zio di Anita. Presenti anche altri tre
sacerdoti dei paesi limitrofi. Un intero paese in lacrime ha condiviso il
dramma della famiglia della piccola. Perché vivere in un paesino è come vivere
in una grande famiglia dove la tragedia di uno è la tragedia di tutti.
Intanto proseguono le
indagini disposte dal pm in merito alla dinamica dell’incidente. Quel che si
sa, per il momento, è che l’investitore sembra non darsi pace, e che un dramma,
a volte, ha diverse sfaccettature e colpisce trasversalmente tante persone.
Toccanti le
testimonianze delle persone che conoscevano la piccola. Su tutte, quelle della
maestra Tina Luppino, ha raggiunto i cuori di tutti: l’insegnante ha raccontato
la gioia di vivere e l’allegria di una bambina dolcissima. Delicato il compito
del sacerdote don Enzo Lazzaro, che è anche lo zio di Anita. A lui il compito
delicato di conciliare il ruolo di sacerdote con quello di zio: di dire le
parole giuste, di commentare il Vangelo dando un senso cristiano alla tragedia
che ha visto protagonista la nipotina, e, nello stesso tempo, vincere il dolore
del lutto e l’umana disperazione.
Terminata la funzione
religiosa, centinaia di palloncini bianchi sono volati in cielo all’uscita del
feretro. La sorellina più grande di Anita, Lucia, vinta dal pianto, ha fatto
volare una colomba bianca. Scena struggente che ha parlato di un addio troppo
prematuro che una sorella deve rivolgere a un’altra sorella, di un incontro ravvicinato
con il lato assurdo e crudele della vita. Un funerale pieno di silenzio, un
silenzio fatto di rispetto e compostezza. Un ultimo saluto a una bambina
bellissima.
Il sorriso di Anita, il
suo volto dolcissimo campeggia su ogni angolo del territorio, tra Nicotera e
Limbadi. La piccola osserva dai manifesti funebri i viandanti di passaggio.
Piano piano la pioggia e le intemperie sbiadiranno quel visetto dolce e
spensierato, ma la tristezza per una tragedia terribile difficilmente sbiadirà,
specialmente nel cuore dei suoi cari.