sabato 5 aprile 2014

L’ultimo consiglio comunale: cittadinanza assente e opposizione inerte. Quadro di una Nicotera politicamente e socialmente morente e indifferente

Nicotera. Un consiglio comunale con ben dieci punti all’ordine del giorno. Più che i punti in discussione è necessario porre in evidenza due dati, presumibilmente correlati tra di loro: l’appiattimento totale di un’opposizione allineata alla maggioranza e la totale assenza della cittadinanza.
Il fatto che la gente non assista alle sedute consiliari è un dato che merita attenzione, in quanto delinea, innanzitutto, un totale disamore dei cittadini nei confronti della politica. Indica, inoltre, il disinteresse su quanto viene discusso nell’aula consiliare, come se la cittadinanza non si accorgesse che quanto viene trattato nell’aula consiliare riguarda principalmente l’interesse dell’intera comunità. L’appiattimento ravvisabile nel tessuto sociale nicoterese è direttamente proporzionale a quello riscontrato nel corso dei consigli comunali, dove si può osservare l’atteggiamento di un’opposizione apatica e ubbidiente alle iniziative (seppur poche) della maggioranza. La minoranza, eccezion fatta per alcune recenti uscite del consigliere Vincenzo Campisi di Fronte Comune, la si può definire inesistente e totalmente inefficace. Anna Maria Giofrè di Nicotera Futura, almeno fino allo giugno dello scorso anno, è stata l’unica ad aver dato filo da torcere alla giunta Pagano, con dichiarazioni pesanti come macigni (aveva accusato l’amministrazione di curare gli interessi di terze persone più che quelle della città), e con altre uscite attenzionate addirittura dal prefetto. Per le sue esternazioni la Giofrè fu querelata dalla stessa amministrazione Pagano, che, recentemente, ha, però, ritirato la querela. Ma già da prima di questo “ripensamento” da parte della giunta, la Giofrè si era acquattata in una sorta di inattività. La stessa profondeva le sue energie in seno alla sua associazione e alle iniziative culturali della stessa. Ma sul fronte politico,  sbiadiva sempre più. «Sono disillusa» dice. A suo dire, la cittadinanza non l’ha mai sostenuta nelle sue lotte, e, ad onor del vero, c’è da segnalare, che anche il suo elettorato, si è dato alla macchia e nemmeno in minima parte lo si può intravedere nel corso dei consigli comunali.
Anche il consigliere Pino Brosio, socialista leader della lista Nicotera Mediterranea, appare assai tiepido, anzi a tratti compiacente con le iniziative della maggioranza. In verità, opposizione agguerrita, da parte di Brosio, non si è mai vista. Ma, in specie, stranamente anch’egli dallo giugno scorso, ha mostrato un atteggiamento evasivo e incerto. Ma quello che si è visto nel corso dell’ultimo consiglio, sancisce definitivamente l’allineamento di Brosio e la destituzione, al suo elettorato, del suo ruolo di oppositore.
Ma nemmeno il suo stesso elettorato si indigna. Rimane distaccato, come demotivato. Questo è il quadro di una cittadina politicamente morente, assente, indifferente, avvolta in una strana forma mentis del “lasciar fare”. Salvo poi lamentarsi «che tutto va a rotoli».
E’ doveroso inoltre segnalare, sempre restando in tema di opposizione, che l’ultimo consiglio ha sancito una spaccatura rilevantissima all’interno della stessa. In sostanza Pino Brosio ha visto durante l’ultimo consesso civico un positivo tentativo, a suo avviso, di Pagano e dei suoi di ricostruire un rapporto con le opposizioni. La volontà di istituire le commissioni consiliari ne sarebbe il segno tangibile. Campisi si è totalmente dissociato dalla visione dei quest’ultimo rifiutandosi di far parte dei detti organismi consiliari, che dovrebbero avere funzione consultiva e di proposta. La Giofrè è parsa, come già specificato, piuttosto timida. Le commissioni comunque, apparentemente innocue, hanno una loro storia a Nicotera. Anche l’amministrazione Reggio le istituì, finendo per svilupparsi come valvola di sfogo dei tanti malumori all’interno di quel consiglio. Che però, va detto, era di sedici componenti. Con gli attuali dieci la situazione diventa assai più gestibile. Comunque la si veda le asserzioni di Campisi non sembrano del tutto prive di fondamento, laddove afferma che i problemi vanno discussi in consiglio, da tenersi con una certa frequenza. Non può essere sottaciuto, infatti, che è necessario scuotere la città dall’indifferenza. All’ultimo consiglio hanno assistito tre o quattro cittadini, a fronte di una popolazione di più di sei mila abitanti. Che sia un segnale da ignorare per la maggioranza avrebbe anche un senso. Per le opposizioni, leggi Brosio, un po’ meno. La città, a suo stesso avviso, vive un momento drammatico. E’ inerte, come lo è l’opposizione.
Il corso è vuoto e buio. Commercialmente il paese è inesistente, morto per essere eloquenti. Culturalmente solo Proposte cerca di arginare la deriva, poi poco o nulla. L’attuale spaccatura è del tutto incomprensibile anche alla luce di alcune fratture conclamate nella maggioranza ed altre potenziali. Il riferimento è alla vicenda della dimissionaria Lapa, del dualismo Polito-Pagano, dei malumori di Dimasi. Perché non lavorare ed affondare là dove le piaghe della maggioranza sono evidenti, a tutto beneficio della dialettica democratica. Solo Campisi osa, poi più nulla. Solo il buio di un corso vuoto, in una città che ha ormai chiuso le saracinesche.



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