Nicotera.
Un
consiglio comunale con ben dieci punti all’ordine del giorno. Più che i punti
in discussione è necessario porre in evidenza due dati, presumibilmente
correlati tra di loro: l’appiattimento totale di un’opposizione allineata alla
maggioranza e la totale assenza della cittadinanza.
Il fatto che la gente
non assista alle sedute consiliari è un dato che merita attenzione, in quanto
delinea, innanzitutto, un totale disamore dei cittadini nei confronti della
politica. Indica, inoltre, il disinteresse su quanto viene discusso nell’aula
consiliare, come se la cittadinanza non si accorgesse che quanto viene trattato
nell’aula consiliare riguarda principalmente l’interesse dell’intera comunità.
L’appiattimento ravvisabile nel tessuto sociale nicoterese è direttamente
proporzionale a quello riscontrato nel corso dei consigli comunali, dove si può
osservare l’atteggiamento di un’opposizione apatica e ubbidiente alle
iniziative (seppur poche) della maggioranza. La minoranza, eccezion fatta per
alcune recenti uscite del consigliere Vincenzo Campisi di Fronte Comune, la si
può definire inesistente e totalmente inefficace. Anna Maria Giofrè di Nicotera
Futura, almeno fino allo giugno dello scorso anno, è stata l’unica ad aver dato
filo da torcere alla giunta Pagano, con dichiarazioni pesanti come macigni
(aveva accusato l’amministrazione di curare gli interessi di terze persone più
che quelle della città), e con altre uscite attenzionate addirittura dal
prefetto. Per le sue esternazioni la Giofrè fu querelata dalla stessa
amministrazione Pagano, che, recentemente, ha, però, ritirato la querela. Ma
già da prima di questo “ripensamento” da parte della giunta, la Giofrè si era
acquattata in una sorta di inattività. La stessa profondeva le sue energie in
seno alla sua associazione e alle iniziative culturali della stessa. Ma sul
fronte politico, sbiadiva sempre più.
«Sono disillusa» dice. A suo dire, la cittadinanza non l’ha mai sostenuta nelle
sue lotte, e, ad onor del vero, c’è da segnalare, che anche il suo elettorato,
si è dato alla macchia e nemmeno in minima parte lo si può intravedere nel
corso dei consigli comunali.
Anche il consigliere
Pino Brosio, socialista leader della lista Nicotera Mediterranea, appare assai
tiepido, anzi a tratti compiacente con le iniziative della maggioranza. In
verità, opposizione agguerrita, da parte di Brosio, non si è mai vista. Ma, in
specie, stranamente anch’egli dallo giugno scorso, ha mostrato un atteggiamento
evasivo e incerto. Ma quello che si è visto nel corso dell’ultimo consiglio,
sancisce definitivamente l’allineamento di Brosio e la destituzione, al suo
elettorato, del suo ruolo di oppositore.
Ma nemmeno il suo
stesso elettorato si indigna. Rimane distaccato, come demotivato. Questo è il
quadro di una cittadina politicamente morente, assente, indifferente, avvolta
in una strana forma mentis del “lasciar fare”. Salvo poi lamentarsi «che tutto
va a rotoli».
E’ doveroso inoltre
segnalare, sempre restando in tema di opposizione, che l’ultimo consiglio ha sancito
una spaccatura rilevantissima all’interno della stessa. In sostanza Pino Brosio
ha visto durante l’ultimo consesso civico un positivo tentativo, a suo avviso,
di Pagano e dei suoi di ricostruire un rapporto con le opposizioni. La volontà
di istituire le commissioni consiliari ne sarebbe il segno tangibile. Campisi
si è totalmente dissociato dalla visione dei quest’ultimo rifiutandosi di far
parte dei detti organismi consiliari, che dovrebbero avere funzione consultiva
e di proposta. La Giofrè è parsa, come già specificato, piuttosto timida. Le
commissioni comunque, apparentemente innocue, hanno una loro storia a Nicotera.
Anche l’amministrazione Reggio le istituì, finendo per svilupparsi come valvola
di sfogo dei tanti malumori all’interno di quel consiglio. Che però, va detto,
era di sedici componenti. Con gli attuali dieci la situazione diventa assai più
gestibile. Comunque la si veda le asserzioni di Campisi non sembrano del tutto
prive di fondamento, laddove afferma che i problemi vanno discussi in
consiglio, da tenersi con una certa frequenza. Non può essere sottaciuto,
infatti, che è necessario scuotere la città dall’indifferenza. All’ultimo
consiglio hanno assistito tre o quattro cittadini, a fronte di una popolazione
di più di sei mila abitanti. Che sia un segnale da ignorare per la maggioranza
avrebbe anche un senso. Per le opposizioni, leggi Brosio, un po’ meno. La
città, a suo stesso avviso, vive un momento drammatico. E’ inerte, come lo è
l’opposizione.
Il corso è vuoto e
buio. Commercialmente il paese è inesistente, morto per essere eloquenti.
Culturalmente solo Proposte cerca di arginare la deriva, poi poco o nulla.
L’attuale spaccatura è del tutto incomprensibile anche alla luce di alcune
fratture conclamate nella maggioranza ed altre potenziali. Il riferimento è
alla vicenda della dimissionaria Lapa, del dualismo Polito-Pagano, dei malumori
di Dimasi. Perché non lavorare ed affondare là dove le piaghe della maggioranza
sono evidenti, a tutto beneficio della dialettica democratica. Solo Campisi
osa, poi più nulla. Solo il buio di un corso vuoto, in una città che ha ormai
chiuso le saracinesche.
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