Sono circa
1700 le stazioni delle Ferrovie dello Stato impresenziate, in tutto il
territorio nazionale. Il loro valore comprensivo si aggira intorno ai 350 milioni
di euro, a tale somma si deve aggiungere il valore di altri fabbricati,
correlati all’ambiente stazione, ovvero biglietterie, magazzini, ma anche quei
locali che erano adibiti a bar, edicole, tabaccai. Insomma un patrimonio enorme
e completamente abbandonato a se stesso. Moltissime le stazioni chiuse, da quel
lontano 1980, da quando, cioè, le FS attivarono il sistema tecnologico C.T.I.
(controllo traffico centralizzato), per 6.700 km di rete ferroviaria. Le
stazioni rimasero così prive di personale, anzi, oggi appaiono completamente
abbandonate e in preda al degrado.
Da qui nasce
l’intenzione delle Ferrovie dello Stato di concedere gratuitamente gli immobili
ai Comuni e alle associazioni che ne faranno richiesta, purché le
riqualifichino alla scopo di riadattarle ad attività culturali e di
volontariato. I locali della stazione potrebbero inoltre essere riqualificati
per scopi turistici, soprattutto al Sud. Ma non solo. Anche le attività
imprenditoriali giovanili potrebbero trarne beneficio. Potrebbero inoltre
essere adibiti per il recupero di attività tradizionali dell’artigianato locale,
manifestazioni espositive e museali, attività bibliotecarie, o per
l’orientamento giovanile allo studio al lavoro.
Le strutture
saranno cedute con contratti di comodato d'uso gratuito. Delle 1700
stazioni, circa
480, corrispondenti ad una
superficie di oltre 79.000
mq sono già state assegnate. Sono stati inoltre sottoscritti una serie di
protocolli d’intesa tra le FS e
Legambiente, AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile), CSV (Centri
di Servizi per il Volontariato) e Legacoop Sociali.
“Conditio sine qua non”
della concessione è la manutenzione e la cura dei locali dismessi. Per le FS
sono troppo gravose le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria, di
pulizia degli ambienti e per la cura degli spazi verdi annessi.
Le
associazioni di cittadini e le amministrazioni comunali possono dunque
impegnarsi per ridare vita ad una stazione impresenziata, date anche
le arcinote problematiche di tipo logistico di molti civici sodalizi.
In Calabria Secondo il
rapporto delle FS per il “Piano riutilizzo patrimonio”, in Calabria ci sono 118
stazioni, dislocate sulle cinque linee che attraversano la regione. 185 sono i
locali annessi alle stazioni, 132 gli appartamenti. Il valore immobiliare delle
stazioni impresenziate è valutato intorno ai 14 milioni di euro, quello degli
appartamenti 5 milioni. I locali comprendono in tutto una superficie pari a
38.853 mq.
Si tratta,
secondo il rapporto FS, di un patrimonio immobiliare per lo più in accettabile
stato di conservazione: 68 stazioni sono in buono o discreto stato, 19 tra
mediocre e pessimo, mentre per le rimanenti 31 non sono state fornite
valutazioni.
Nel Vibonese. La stazione di Mileto è distante
dal centro abitato 5 km; ha un’estensione di 310 mq e il suo stato di
conservazione è mediocre. I locali (nove in tutto) presso la stazione di Pizzo
sono definiti “discreti” e si trovano a mezzo kilometro dal centro abitato. Discrete
anche le condizioni della stazione di Ricadi (5 locali), di Nicotera (3), di
Zambrone (1) e di Joppolo (2), che distano un kilometro dalle rispettive città.
Mediocri le condizioni dei locali della stazione di Parghelia (2 locali), che
si trovano al centro del paese, analogamente a quelle di Tropea (3 locali) e
Santa Domenica di Ricadi e Coccorino. Pessime le condizioni delle tre strutture
site all’interno della stazione di Francavilla Angitola, mentre le uniche ad
essere considerate “buone” sono quelle (2) di Briatico.
La stazione
di Vibo Valentia si trova poco fuori dal centro abitato, dispone di 5 locali
che versano in discrete condizioni.
Le Fs
detengono inoltre un patrimonio di circa 3000 km di linee ferroviarie dismesse,
che, nelle intenzioni del Piano di riutilizzo, diventeranno delle “greenways”,
cioè, piste
ciclabili e percorsi verdi accessibili a tutti, riservati alla mobilità dolce.
Una lunga
serie di abbandonate stazioni e percorsi ferroviaria potrebbero essere
strappate dal loro squallore, dando loro decoro e utilità, anche per rendere
meno desolata la partenza di chi si appresta ad affrontare un viaggio.