Nicotera.
Quando
ieri mattina sono arrivati gli operai che dovevano attuare i lavori per la
realizzazione della cabina elettrica, sono stati accolti dai manifestanti che,
con tanto di striscioni, hanno protestato contro l’impianto della centralina.
L’area preposta era completamente coperta da suppellettili e rifiuti di ogni
tipo, per impedire la messa in opera del progetto. La struttura è larga due
metri ed alta sei. Appare dunque assai possente: un vero gigante di energia. In
effetti, Nicotera Marina, da questo punto di vista, necessita di essere
potenziata, in quanto alcune zone necessiterebbero di essere foraggiate da un
maggiore voltaggio. Ma ciò che non va giù ai cittadini è che tale opera sia
edificata in un luogo considerato poco adatto, che potrebbe diventare un’area
verde con un parco gioco per i bambini, ma non la culla di una mastodontica
centralina. Per questa ragione è nato un
Comitato spontaneo per la difesa del centro storico del Marina. Ad aderire sono
in tanti, non c’è un presidente, ma il desiderio collettivo di proteggere
un’area che, riferisce il Comitato, «è stata donata al Comune da un privato,
affinchè vi facesse nascere un luogo ameno, nella tutela dello spirito di una
cittadina, con vocazione turistica». Qui, riferisce ancora il Comitato, «la
mattina presto è possibile trovare i pescatori e i contadini con i frutti del
loro lavoro: turisti e residenti si fermano per acquistare prodotti nostrani».
Ma ora, secondo quanto stabilito dal Comune, i contadini e pescatori dovranno
dividere la loro storica piazza con un gigante di metallo, o trasferirsi
altrove.
A delineare le ragioni
del Comitato è l’ingegner Antonio D’Agostino.
«Innanzitutto- ha
argomentato l’ingegnere- ci troviamo di fronte alla mancanza di segnalazione e
di messa a conoscenza dei cittadini, che hanno dei diritti precisi, hanno
diritto di sapere; è necessario, inoltre tutelare i piccoli operatori
commerciali: non si può passare sopra con le ruspe, non solo metaforicamente.
Questi progetti devono essere sottoposti e condivisi dai cittadini. Nelle città
evolute, questa è una prassi consolidata».
«Abbiamo chiesto un
incontro con l’ingegnere Ciampa,- ha precisato D’Agostino- responsabile dell’area
tecnica del comune; importantissimo settore: qui si rilasciano i permessi di
costruire. Purtroppo l’incontro non si è potuto tenere in quanto l’ingegnere
era fuori sede. Vorrei comunque sottolineare che, per come impone la legge,
anche se si tratta di un prefabbricato, tutte le carte devono essere in regola:
dove dovrebbero iniziare i lavori manca il cartello con dati autorizzativi, con
il nome dei responsabile dei lavori. E’ dunque anche un discorso di tipo legale».
Il Comitato ha informato i Carabinieri, perché è sembrato inconcepibile la
messa in opera la trasformazione del suolo senza il cartello delle
autorizzazioni.
«Inoltre- ha chiarito
l’ingegnere- va considerato anche l’impatto rilevante della centralina sul
contesto abitativo. E’, soprattutto, tale progetto è previsto nel Psc? Le reti
tecnologiche sono un capitolo importante del piano regolatore, vi sono delle
precise norme da salvaguardare».
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