giovedì 18 settembre 2014

Nicotera Marina. Il punto della situazione: sterili annunci da parte dell'amministrazione sullo sfondo di tesori inespressi.



Nicotera. Nicotera Marina, una cittadina che ha bisogno di resuscitare da uno stato di letargia che dura da troppo tempo.  Il mare, inesauribile risorsa, è il simbolo stesso della frazione, ma essa ha molti altri aspetti che meritano di essere rivalutati, sommersi come sono da una coltre di indifferenza e non curanza. A fare il punto della situazione sono due cittadini di Nicotera Marina, Tony Capua e Arturo Lavorato, che amano il paese in cui affondano le loro origini. La loro disamina parte dal mare.
Mare
«Quest’estate- esordiscono gli estensori del documento- il nostro mare non era funestato dalle consuete chiazze melmose, che da oltre vent’anni, con triste puntualità, ne sfregiavano il bel volto».
«Tutti abbiamo preso quindi a domandarci: cosa è accaduto? Forse sono cambiate le correnti? Forse un miracolo? O molto più banalmente si è voluto fare quello che negli anni  scorsi non si è mai fatto? E cioè far funzionare le cose così come si sarebbe dovuto e si dovrebbe sempre fare?»
«I fatti dicono che, a parte un paio di episodi, le chiazze non si sono viste. I fatti dicono ancora, e non è un particolare di poco conto, che tutte le mattine presto, a differenza degli anni scorsi, il camion dell’impresa “Eurofer”, che ha in appalto i lavori di gestione e manutenzione delle pompe di sollevamento della condotta fognaria che conduce i reflui alla IAM, transitava dal lungomare in direzione degli impianti».
«I fatti dicono che la foce del Fiume Mesima non è stata sbarrata, come erroneamente si crede, ma è stata creata, come ogni anno, un’ansa a mo’ di bacino, al fine di rallentare il decorso delle acque. Il fiume ha quindi continuato a defluire quasi normalmente, fatto dal quale si può desumere che si sia trattato di lavori pressoché inutili e costosi. È scontato commentare come, anziché far pagare ogni anno ai cittadini delle soluzioni tampone e di scarsa valenza, bisognerebbe che le autorità competenti costringessero i paesi che riversano illegalmente i loro reflui non depurati a dotarsi di impianti di depurazione regolarmente funzionanti».
«A questo punto ci si deve anche domandare: ma allora, che fine hanno fatto le cosiddette “mucillagini” o “proliferazioni algali” che Arpacal, Capitaneria di porto, amministrazione comunale, insomma tutte le istituzioni preposte, hanno in passato asserito essere responsabili delle famigerate chiazze melmose? E dunque, questa domanda, è doveroso farla alle istituzioni che hanno sostenuto le suddette tesi di comodo, come è giusto pretendere delle risposte che, una volte per tutte, facciano giustizia dello scempio subito dal mare e da tutti noi. Se continuerà il persistere delle nebbie e delle incertezze, non arriveremo mai a soluzioni strutturali e durature».
Sterili annunci
«Qualche mese fa, in uno dei sui annunci giornalistici al popolo, il nostro sindaco Franco Pagano affermava di avere in porto progetti che a breve avrebbero cambiato il volto della città. A dire il vero qui in Marina questa cosa non s’intravede neanche all’orizzonte. Al contrario: si addensano nubi scure che minacciano di far piovere sulle nostre teste progetti, o progettini, tipo quello della cabina dell’Enel nel cuore vivo del paese, autorizzati e avallati unanimemente dall’amministrazione comunale con il voto complice e vergognoso degli stessi marinoti. Forse si pensa di far passare assurdità del genere in ragione di una presunta rendita di consenso da parte dei cittadini marinoti, per il sol fatto di essere riusciti a mettere una toppa agli storici disastri del mare, o per aver sistemato la piazza della nostra chiesa?»
Tesoro inespresso
«Esiste un progetto per valorizzare l’inespresso tesoro di risorse che la natura ha generosamente donato al nostro paese? Esiste una concezione unitaria e articolata della valorizzazione, turistica e non solo, della località nel suo complesso, dall’antico borgo alla pineta, dalla cava alla scogliera: cultura e natura, campagna e mare? (La famosa dieta mediterranea dovrebbe iniziare ad essere una pratica piuttosto che un abusato e ormai sgualcito slogan)».
Degrado
«Esempi eloquenti: la “Gnuni”e la “Preicciola”, antichi e suggestivi percorsi, periodicamente ripuliti alla meno peggio, ma privi di qualunque manutenzione. Si sarebbe potuto fare molto. Nella semplicità è la chiave. Valorizzare quello che c’è, metterci il meno possibile del proprio, perché il rischio di rovinare il patrimonio è quasi una certezza. E questo principio varrebbe, a nostro avviso, anche in vista dell’approvazione del piano spiaggia». 
«Cambiare in meglio le cose è solo questione di volontà da parte di tutti, amministratori e cittadini, bisogna voler bene a noi stessi e al nostro paese, aver voglia di vivere e capire che le piazze, le strade e tutti gli ambienti comuni son luoghi di vita al pari dei salotti domestici. Il bello si conquista e conquista. Il brutto dilaga e c’invade dentro, nutrendo malesseri e infelicità».

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