giovedì 18 settembre 2014

Rimborsi ENEL: utenti nicoteresi condannati a pagare. Ma la vicenda ha contorni poco chiari.

Nicotera. 28 settembre 2003: l’Italia, alle tre del mattino, rimase al buio. Il più grande black out della rete elettrica italiana si protrasse fino alle 22 della stessa giornata. In seguito agli enormi disagi cagionati dal disservizio molti utenti nicoteresi, al pari di molti altri in tutta Italia, decisero di richiedere il risarcimento dei danni. In prima istanza, il Giudice di Pace di Nicotera diede ragione ai clienti Enel. Al grado di appello, il Tribunale di Vibo ribalta la sentenza: gli utenti dovranno restituire quanto la Società per l’energia elettrica ha versato nelle tasche dei propri clienti.
E così in questi giorni, a distanza di undici anni dal balck-out,  a 910 cittadini nicoteresi è stata recapitata una lettera dalla Società Smartpaper srl, per conto dell’Enel, nella quale si rende nota la sentenza di appello che, riformando la decisione del Giudice di Pace, li condanna alla restituzione delle spese legali, per i due gradi di giudizio, e del rimborso, a titolo di risarcimento, per i presunti danni a seguito del black-out nazionale del 2003. Una cifra non di poco conto: si tratta infatti di 925 euro a testa. Un bel salasso per molte famiglie, le quali in tempi brevi dovranno restituire all’ente per l’energia elettrica il “maltolto”.
In verità, grande è lo sconcerto dei cittadini, i quali, non solo ignoravano che fosse stata emessa una sentenza di appello- che infatti è stata espressa nella “contumacia” degli interessati- ma, cosa ancor più strana, è che, chi ha presentato domanda di rimborso,   non ha mai visto i soldi previsti dal risarcimento. Ma l’Enel assicura di aver regolarmente sganciato gli assegni, dopo la sentenza di primo grado. Una somma non eccessiva, che andava dai 250 ai 350 euro, tanto il Giudice di Pace aveva stabilito che il colosso dell’energia elettrica dovesse pagare.
Ma c’è di più. In seguito alla sentenza d’appello, molti degli utenti che si sono visti recapitare a casa le famigerate lettere di pagamento, dichiarano di non aver mai fatto richiesta all’Enel di essere rimborsati.
Eppure le lettere continuano ad arrivare a raffica nelle case dei clienti, creando un gran caos: c’è chi ignora che Enel nel 2005 e 2006 avesse staccato e inviato al legale che li rappresentava la somma relativa al risarcimento e c’è chi disconosce proprio il senso di una lettera che intima un oneroso pagamento. Mentre si sta attivando un comitato di protesta, già in molti si stanno attivando alla controffensiva legale.
A rappresentare le istanze dei cittadini, nel 2003, era lo studio legale Spasari, sito a Nicotera. Le sentenze sono state emesse a più filoni, tra il 2005 e il 2006. Ora, si scopre che l’Enel ha incassato la vittoria, con le sentenze n. 350 e n. 1180/09 del Tribunale di Vibo Valentia, in quanto «non possono essere attribuite all’Enel responsabilità ulteriori e diverse da quelle che competono alla Società».
Insomma, verrebbe da dire oltre il danno la beffa, ai danni dei clienti, ovviamente. Ora si attende di fare luce in una vicenda dai contorni poco chiari. Anche se, c’è da segnalare, che gli utenti nicoteresi sono in buona compagnia: tantissime le richieste di pagamento giungono da parte della Smartpaper, agli ignari clienti. Sono migliaia in tutta Italia che dovranno pagare quanto deciso dai tribunali.



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