Nicotera. 28 settembre 2003: l’Italia, alle
tre del mattino, rimase al buio. Il più grande black out della rete elettrica
italiana si protrasse fino alle 22 della stessa giornata. In seguito agli
enormi disagi cagionati dal disservizio molti utenti nicoteresi, al pari di
molti altri in tutta Italia, decisero di richiedere il risarcimento dei danni. In
prima istanza, il Giudice di Pace di Nicotera diede ragione ai clienti Enel. Al
grado di appello, il Tribunale di Vibo ribalta la sentenza: gli utenti dovranno
restituire quanto la Società per l’energia elettrica ha versato nelle tasche
dei propri clienti.
E così in
questi giorni, a distanza di undici anni dal balck-out, a 910 cittadini nicoteresi è stata recapitata
una lettera dalla Società Smartpaper
srl, per conto dell’Enel, nella quale si rende nota la sentenza di appello che,
riformando la decisione del Giudice di Pace, li condanna alla restituzione
delle spese legali, per i due gradi di giudizio, e del rimborso, a titolo di
risarcimento, per i presunti danni a seguito del black-out nazionale del 2003.
Una cifra non di poco conto: si tratta infatti di 925 euro a testa. Un bel
salasso per molte famiglie, le quali in tempi brevi dovranno restituire all’ente
per l’energia elettrica il “maltolto”.
In verità,
grande è lo sconcerto dei cittadini, i quali, non solo ignoravano che fosse
stata emessa una sentenza di appello- che infatti è stata espressa nella
“contumacia” degli interessati- ma, cosa ancor più strana, è che, chi ha
presentato domanda di rimborso, non ha
mai visto i soldi previsti dal risarcimento. Ma l’Enel assicura di aver
regolarmente sganciato gli assegni, dopo la sentenza di primo grado. Una somma
non eccessiva, che andava dai 250 ai 350 euro, tanto il Giudice di Pace aveva
stabilito che il colosso dell’energia elettrica dovesse pagare.
Ma c’è di
più. In seguito alla sentenza d’appello, molti degli utenti che si sono visti
recapitare a casa le famigerate lettere di pagamento, dichiarano di non aver
mai fatto richiesta all’Enel di essere rimborsati.
Eppure le
lettere continuano ad arrivare a raffica nelle case dei clienti, creando un
gran caos: c’è chi ignora che Enel nel 2005 e 2006 avesse staccato e inviato al
legale che li rappresentava la somma relativa al risarcimento e c’è chi
disconosce proprio il senso di una lettera che intima un oneroso pagamento.
Mentre si sta attivando un comitato di protesta, già in molti si stanno
attivando alla controffensiva legale.
A
rappresentare le istanze dei cittadini, nel 2003, era lo studio legale Spasari,
sito a Nicotera. Le sentenze sono state emesse a più filoni, tra il 2005 e il
2006. Ora, si scopre che l’Enel ha incassato la vittoria, con le sentenze n.
350 e n. 1180/09 del Tribunale di Vibo Valentia, in quanto «non possono essere
attribuite all’Enel responsabilità ulteriori e diverse da quelle che competono
alla Società».
Insomma, verrebbe da dire
oltre il danno la beffa, ai danni dei clienti, ovviamente. Ora si attende di
fare luce in una vicenda dai contorni poco chiari. Anche se, c’è da segnalare,
che gli utenti nicoteresi sono in buona compagnia: tantissime le richieste di pagamento giungono da parte della
Smartpaper, agli ignari clienti. Sono migliaia in tutta Italia che dovranno pagare quanto
deciso dai tribunali.
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