lunedì 13 marzo 2017

Don Francesco chiama a raccolta le sue pecorelle. La sagrestia diventa ancora una volta laboratorio politico.



Nicotera. “Nicotera, quale futuro?”. Questo è il titolo che don Francesco Vardè, parroco della Cattedrale di Nicotera, ha voluto dare ad un incontro con i cittadini, svoltosi lunedì pomeriggio nella sala Giovanni XXIII.
Una chiamata rivolta a tutte le persone di “buona volontà”, ma anche alle istituzioni, alle associazioni, ai comitati civici.
«Il momento storico che stiamo vivendo nella nostra Comunità non è certo facile,- aveva scritto don Francesco nella lettera di invito- il terzo scioglimento per mafia e altri terribili fatti di cronaca, come il vile atto profanatorio al camposanto, potrebbero indurre allo scoraggiamento e allo sconforto». L’intenzione di don Francesco è quella di «riproporre a chiunque lo voglia, un itinerario di autoformazione e di risveglio del senso civico nella nostra realtà, ognuno col suo carico di responsabilità da doversi tributare. Si tratta di dare vigore a percorsi virtuosi di ripresa e crescita ad ogni livello». Il grave fatto di cronaca che ha visto la profanazione della cappella della famiglia Reggio nel cimitero di Nicotera, ha dato l’input a una serie di iniziative, firmate dal parroco, rivolte al risveglio civico della comunità nicoterese. Presenti all’incontro esponenti politici locali e rappresentanti delle associazioni. Nel suo discorso programmatico don Francesco ha fatto il focus dei problemi che attanagliano la città, correlati all’ambiente, alla sicurezza, alla salute pubblica, soprattutto ha posto l’attenzione su quello che ha definito “il problema dei problemi”, cioè «lo sfilacciamento e disintegrazione (scannamento) vicendevole e sociale. La città è dilaniata al suo interno da lotte fratricide, l’un contro l’altro armati, spesso senza un apparente motivo». Poi ha invitato tutti a «fare un sincero mea culpa», della necessità di «intraprendere una nuova mentalità, pena la stagnazione totale. Incentivare iniziative assembleari per la partecipazione attiva ai processi democratici della città, vista la grave situazione dei tre scioglimenti per mafia e la mancanza di vera vitalità politica a favore dei cittadini, superando l'idea affaristica della cosa pubblica». A seguire gli interventi dei vari esponenti di partiti e associazioni. Tutti con una ricetta per uscire da un periodo difficile della storia nicoterese. Sullo sfondo un dato di fatto rimane incontestabile: una realtà sociale che conta una cinquantina di associazioni e vari esponenti di partiti nazionali per creare momenti di dibattito e nuovi sentieri politici ha bisogno di farsi guidare dal parroco: e così la sagrestia si trasforma, ancora una volta, in un laboratorio politico. Fuori da lì mancano stranamente coraggio e determinazione.

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