Nicotera.
L’asfalto
reso viscido dalla pioggia, lo scontro frontale con un’altra autovettura e la
fitta nebbiolina adagiata sull’asfalto. Questi gli ingredienti mortali che
hanno causato il gravissimo incidente, ieri mattina, sulla statale 17 che
conduce a Tropea, in cui ha perso la vita Salvatore Montesanto, 55 anni,
infermiere in servizio a bordo del 118.
Ancora in fase di
accertamento la dinamica del terribile impatto, anche se pare che lo scontro
sia avvenuto proprio a causa delle condizioni del manto della carreggiata reso
viscoso da uno strato di fanghiglia, compromettendo la tenuta di strada degli
autoveicoli. Montesanto viaggiava a bordo di un Opel Corsa. L’altra autovettura
coinvolta nell’incidente è una Fiat Punto. A guidarla una trentenne di Tropea,
F.M., che è stata ricoverata in ospedale, ma le sue condizioni non desterebbero
preoccupazioni.
Erano circa le 7.30, e
come ogni giorno l’infermiere si stava recando sul posto di lavoro,
all’ospedale di Tropea, dove avrebbe preso servizio a bordo dell’ambulanza del
118. A soccorrerlo, subito dopo il tremendo impatto, i suoi stessi amici e
colleghi in servizio alla Suem. Per loro un colpo a cuore vedere il proprio
amico privo di sensi all’interno dell’auto accortocciata. Mentre l’altra
persona coinvolta nel sinistro veniva trasportata all’ospedale di Tropea- in
quanto le sue condizioni sin da subito non sono state giudicate così gravi da
comprometterne la vita- per Salvatore Montesanto è apparso subito chiaro che
non c’era più nulla da fare. La morte è, con ogni probabilità, giunta nell’immediatezza
dell’impatto. L’elicossorso, tempestivamente giunto sul posto, era pronto a
trasportarlo ovunque gli potessero salvare la vita, ma se n’è tornato alla base
senza poter compiere la sua missione salvifica.
Salvatore Montesanto
era un uomo e un professionista stimatissimo e molto ben voluto. Una stima e un
affetto ben riposti per le sue spiccate doti umane, per l’innata bontà,
l’altruismo e la grande professionalità nello svolgere il suo delicato lavoro.
Originario di Nicotera,
da molti anni viveva nella vicina Limbadi, con la moglie e i due figli,
Giuseppe, che si era specializzato da poco in Radiologia e Gabriella, che a maggio avrebbe dovuto
sposarsi. Una famiglia unita e felice che il destino, in una manciata di minuti,
ha catapultato in una frastornata disperazione, nell’incapacità di dare un
perché a una tragedia simile. Man mano che la notizia giungeva nelle case dei
parenti e degli amici, l’obitorio dell’ospedale di Tropea, dove la salma
dell’infermiere è stata trasportata, si è riempito di persone. Trattenere le
lacrime era impossibile, perché, dicono i suoi amici, “Salvatore era un angelo,
sempre pronto ad aiutare chiunque, la bontà e l’altruismo fatto persona”. Il
suo corpo giaceva su un letto di marmo, il viso perfetto, sereno, come se
dormisse, con quel dolce sorriso delineato sul volto, come chi già contempla il
Paradiso. Profondamente scosse le comunità di Nicotera e Limbadi, mentre per
l’Asp di Vibo “una perdita gravissima sotto il profilo umano e professionale”,
queste le parole del direttore del 118, Antonio Talesa.
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