Nicotera. La
stagione turistica non si è affatto presentata schioppettante: gli atavici
problemi del mare sporco anche quest’anno, come gli altri anni, sono alla base
di una crisi che non vede miglioramenti. Abbiamo raccolto l’amaro sfogo di un
esercente di Nicotera Marina. Il suo nome è Giulio Romano, e ormai da tre
decenni gestisce l’American Beach, un lido ristorante sul mare. «E’ da
vent’anni a questa parte che viviamo ormai una situazione disastrosa. Il calo è
iniziato tanti anni fa, e da allora Nicotera Marina non si è più ripresa».
«Dapprima- spiega- abbiamo perso i turisti, ora abbiamo perso anche i bagnanti,
cioè i residenti, quelli dell’entroterra vibonese o reggino che erano soliti
trascorrere le loro estati a Nicotera». Giulio Romano appare ormai stanco di
sperare e di lottare affinchè le cose cambino, annuncia infatti di voler
chiudere la sua attività: «Spero per dicembre di smontare il locale, il Don Chiscotte
non lo faccio più, mi sono arreso. Sono stanco del fatto che noi cittadini dobbiamo
fare lotte, sit-in, scioperi, dimostrazioni per ottenere quello che dovrebbe
essere logico in un paese civile. Esistono le istituzioni, esistono degli
amministratori, sono loro che devono prendere in carico il problema del mare
sporco e risolverlo. E’ compito loro, non nostro, anche perché noi non abbiamo
ottenuto niente e siamo rimasti inascoltati». I gruppi, i sodalizi, le
associazioni, aggiunge Romano, «devono smetterla di coinvolgere il cittadino,
stanco e deluso, per queste battaglie perse in partenza». Rivolge, il gestore
dell’American Beach, un fermo invito rivolto a tutti gli attori politici e
istituzionali: «che ognuno si assuma le proprie responsabilità: è tempo che le
istituzioni facciano il loro lavoro, perché siamo nella rassegnazione e nell’abbandono
totale». Gli chiediamo qual è la causa di questo sfacelo: «a Nicotera non
abbiamo mai avuto dei validi uomini politici: nella provincia, nella Regione,
nei partiti, non c’è mai stato un politico che abbia avallato le istanze del
territorio nicoterese». L’invito, esteso anche agli attuali amministratori, è
di cominciare ad assumersi delle responsabilità: «se hanno gli attributi vadano
a risolvere il problema del mare» E c‘è
anche la questione della mancata risoluzione dell’ordinario: «davanti al mio
locale- sottolinea- ci sono due lampioni comunali senza luce, poco più in là
c’è una fossa sull’asfalto, ma nessuno finora ha preso provvedimenti». Ma
oltre ai mancati introiti che spingono molti esercenti a chiudere battenti, c’è
la beffa della questione fiscale. Infatti, spiega Romano, «secondo gli studi di
settore previsti dai controlli fiscali, Nicotera dovrebbe avere un giro
d’affari come Tropea. Ma quando non dichiari i numeri a sei cifre di altre note
località sulla costa, partono dei controlli fiscali perché la contabilità non è
congrua agli studi di settore e ai suoi parametri relativi al territorio, e quindi
nella dichiarazione dei redditi ci tocca allegare persino degli articoli di
giornale che testimonino le pessime condizioni del mare per giustificare i
mancati introiti».
Romano
evidenzia, inoltre, un altro aspetto: «a Nicotera Marina non superiamo i 200
posti letto, perché non ci sono strutture ricettive. Siamo fermi a 25 anni fa.
Sempre più disagiati e sempre senza tutele».
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