Nicotera.
La
giornata di martedì sul fronte della qualità delle acque del mare è stata una
delle peggiori verificatesi dall’inizio di questa torrida estate. Fiumi di
melma così non si erano ancora visti, nemmeno nei giorni più cupi di questo
eterno disagio estivo. Il sindaco Giuseppe Marasco non nasconde il suo
disappunto e il grande senso di impotenza su un fenomeno di cui non si riesce
ad individuare l’origine. Ha voluto, però, fare delle affermazioni in merito.
Dalle sue parole emerge chiara la preoccupazione per il destino del comparto
turistico, già in ginocchio, e per l’immagine della città da troppo tempo
funestata dal problema mare. Ma il primo cittadino ha aggiunto altre
affermazioni a quelle canoniche istituzionalmente spese in occasione di tale
incresciosa evenienza.
«Esprimo rammarico e
preoccupazione per lo stato del mare, e per le gravi ripercussioni che può
avere in ambito turistico- ha detto il primo cittadino- Un dubbio, però,
comincia a farsi avanti. Ho notato una strana coincidenza: all’indomani
dell’uscita sul Quotidiano di un articolo che riportava le mie affermazioni in
merito ai risultati eccellenti degli esami dell’Arpacal delle acque marine
nicoteresi, in cui invitato i miei concittadini a fare un buon bagno, ecco che
il mare si sporca come mai era accaduto prima». Marasco osserva, prendendo in
prestito un noto aforisma attribuito a Giulio Andreotti, che «pensare male è
peccato, ma spesso si indovina, e io ho il sospetto che il lordume che ha
invaso il nostro mare sia stato un vero e proprio atto di sabotaggio in
risposta alle mie parole ottimistiche. Esisterebbero, a parere del primo
cittadino, dei “sabotatori” dotati del potere di decidere il destino
giornaliero dello specchio d’acqua antistante la Marina. «Trattasi di pirateria
del mare», precisa, «ad opera di individui che non amano Nicotera ed operano
per danneggiarla, persone che al contempo sanno come gestire l’opera di boicottaggio».
I signori delle margherite, che non sono certo quelle di campo, ma quelle atte
ad aprire e chiudere fiumi di melma, sono dunque in azione. Osservazioni forti,
quelle del primo cittadino, che per la prima volta, nella storia di questo
scempio ambientale, punta il dito contro degli anonimi registi del disastro,
gente in carne ed ossa, che sa bene come agire. Si va oltre, quindi, al tema
abusato della “multifattorialità” dell’origine del fenomeno, e a quello liso
del Mesima. E’ tempo di indagare a fondo, lascia intendere Pino Marasco, in
quanto gli entusiastici referti snocciolati dall’Arpacal non bastano più. Dal
canto suo, il sindaco prova a darsi da fare, ponendo in essere tutto quanto è
in suo potere: ha richiesto al prefetto la costituzione di un tavolo tecnico
urgente con tutti i sindaci dei paesi costieri viciniori. Qualcosa, egli spera,
prima o poi dovrà cambiare.
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