Nicotera.
Le
cose vanno di male in peggio sul fronte del mare. Le sue condizioni sono ormai
proibitive, tanto che la spiaggia è quasi deserta. Uno spettacolo deprimente,
nel cuore dell’estate, per una località che ambisce a diventare meta turistica,
come le consorelle affacciate sulla costa. Ma per Nicotera le cose non cambiano
mai. Anche quest’estate, come ogni estate, il tema proposto è sempre lo stesso:
il mare è impraticabile. E anche se l’Arpacal divulga la notizia che trattasi
di innocenti fioriture algali o polline di pino, rimane inspiegabile il fatto
che tra il marroncino e verde scuro delle acque vi si trovino a galleggiare
carta igienica, assorbenti ed oggetti scuri che per forma e colore somigliano
in modo sospetto a degli escrementi. Ci scusiamo con il lettore per la prosa
esplicita, ma tali erano le condizioni del mare ieri mattina. Aspetto e odore
decisamente inequivocabili. Dal lato sud, e più precisamente nei pressi del
fosso San Giovanni, un fiume melmoso si faceva strada deturpando
irrimediabilmente l’azzurro del mare. I pochi bagnanti presenti sulla spiaggia
hanno raccolto armi e bagagli per allontanarsi da quello spettacolo indecente e
magari dirigersi verso altre località. Qualcuno ha telefonato alla Capitaneria
di porto, ha scritto delle email vibranti di furore al Noe di Reggio Calabria,
lo ha fatto presente anche ai Carabinieri di Nicotera.
Insomma, lo stesso,
identico copione di ogni estate. C’è da dire che l’esecutivo Marasco è
cominciato, da questo punto di vista, nel peggiore dei modi. Mai il lordume si
è palesato così presto. Di solito faceva la sua apparizione ad agosto, anche se
non lesinava di guastare delle giornate di luglio. Quest’anno, invece, già
giugno è stato tragico. Se il disastro ambientale non è mancato, quello che
mancano sono invece le reazioni dell’amministrazione e dell’opposizione. Il
sindaco Pino Marasco si è limitato a dichiarare che il mare nicoterese è
vittima di un sabotaggio ad opera di soggetti ancora sconosciuti. Ma poi ci ha
pensato la notizia degli sversamenti del Mesima, da parte del Comune di
Rosarno, a togliere tutti gli attori politici e istituzionali dai carboni
ardenti. Da quando è circolata quella che non è affatto una novità (lo si è
sempre saputo che nel Mesima vengono impunemente sversati dei liquami fognari),
gli animi degli inquilini di palazzo Convento si sono rasserenati: l’alibi è
perfetto, l’imputato numero uno è sempre il Mesima e non occorre agitarsi più
di tanto. Ciò di cui, infatti, non c’era necessità era proprio un pretesto per
non mettere le mani dove scorre l’alta tensione, dove davvero si nasconde la
magagna. Intanto, gli operatori del settore annaspano nelle difficoltà: la
stagione sta andando male e qualcuno ha già alzato le braccia e pensa di
chiudere battenti.
Ciò che merita una
sottolineatura è il silenzio del Movimento 14 luglio, l’associazione
ambientalista nata proprio in difesa del mare, e del il gruppo di opposizione
“Cambiavento” (di cui è leadere Antonio D’Agostino) che di quel sodalizio è il
prolungamento. Tutto tace, in un’altra estate da dimenticare.
RispondiEliminaQuindi Lei mi conferma che la fiducia riposta dai "marinoti" nella giunta Marasco è stata disattesa?