Nicotera. Che
la stabilità e il futuro della spiaggia di Nicotera Marina siano gravemente
compromessi dall’incessante sopravanzare dell’erosione è ormai cosa arcinota.
Ciò che però si profila come una novità è la velocità con cui il fenomeno
erosivo sta effettuando il suo devastante processo, facendo scomparire metri e
metri di spiaggia. Le opportune misure per arginare l’abrasione, diventano di
anno in anno sempre più urgenti: entro pochissimi decenni infatti Nicotera
potrebbe vedere divorata dal mare la sua bella e lunghissima costa. Un dramma
che la cittadina non può permettersi di vivere, visto e considerato che è,
insieme a Tropea e Pizzo, una delle perle della costa tirrenica
meridionale e che fonda gran parte della sua economia sul turismo,
quindi sullo sfruttamento di quella spiaggia che tra qualche anno
potrebbe diventare solo un bel ricordo. Sul lungomare di Nicotera Marina sono
stati, nel corso degli anni, aperte parecchie stazioni balneari. Molti
cittadini si sono adoperati creando dei “lidi” con annessi bar, mini parchi giochi
per i bambini e punti di ristorazione. Capire cosa ha permesso al mare di
divorare la costa è di basilare importanza per porvi rimedio. Si è sempre
sostenuto che il Porto di Gioia Tauro avesse contribuito a deviare le correnti,
privando il fondale della sabbia e non permettendo alle correnti di ripascere
il litorale. Tempo addietro gli addetti ai lavori tirarono in causa un altro
muto colpevole, di nome Tuccina, la secolare fiumana che sgorga dalle pendici
del Monte Poro e sfocia in mare. I processi erosivi che interessano il
territorio nicoterese hanno cagionato, circa un ventennio fa, la spontanea
diramazione dal Tuccina di un corso d’acqua. Piuttosto che tentare di arginare
il nuovo ramo, se ne è potenziato il percorso, modificando il corso d’acqua di
ottanta metri dal suo alveo naturale e allargando la nuova fiumana di quattro
metri. Questo cambiamento di percorso avrebbe contribuito a deviare le correnti
destinate a riportare la sabbia nel loro punto di partenza.
Le opere
architettoniche vòlte a salvare il litorale hanno costi onerosi. Nicotera,
stranamente, pur essendo una città costiera non ha mai beneficiato dei fondi
necessari per l’abbattimento dell’erosione, e che sono destinati proprio alle
città marittime.
Nei cassetti del
comune esistela bozza di un progetto riguardante la costruzione di un braccio di mare atto ad
arginare le correnti che trascinano via la sabbia dal litorale. Una specie
di barriera soffolta, come quella che è stata realizzata a Tropea, a Marina
dell’isola, e che ha arginato il problema.
Un
nuovo spiraglio per Nicotera è arrivato dalla Regione nel 2017; infatti,
palazzo Alemanni ha stanziato 65 milioni di euro per affrontare il fenomeno
erosivo. Un’opportunità da cogliere al volo, senza ulteriori perdite di tempo.
Il Comune deve però attrezzarsi di un adeguato team tecnico per poter porre in
essere gli interventi per la creazione della tanto agognata barriera soffolta,
opera ingegneristica già realizzata giò realizzata in altre aree della costa
tirrenica. Tornando al finanziamento regionale, esso fa parte del decreto della
giunta regionale numero 355 del 2017, denominato “Documento programmatico di
difesa del suolo”. Soldi che arriverebbero dai fondi Por 2014/2020 e da quelli
del “Patto per lo sviluppo della Calabria”. Ne viene fuori un totale di tutto
rispetto: 233.740.500 milioni di euro di cui 65.424.795 riservati alla messa in
sicurezza dei tratti di litorale aggrediti dal fenomeno erosivo. Nello
specifico, tre milioni e mezzo sono stati destinati al tratto costiero Nicotera-Capo
Vaticano e altri cinque a quello Tropea-Pizzo.
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