Nicotera.
Quando Federico Polito, l’enfant prodige della
giunta Pagano, promise alla cittadinanza che Nicotera sarebbe diventata tutta
un cantiere, lo diceva sul serio. Ha messo subito in atto la sua promessa,
cominciando dal cuore della città, la centralissimo piazza Cavour, che, da circa un mese, sfoggia un cantiere
aperto. In realtà questo cantiere è, attualmente, solo espressione degli
inconvenienti e dei soliti intoppi che complicano le cose. Infatti è immobile,
senza operai e strumenti del mestiere: i lavori per la riqualificazione del
centro storico sono fermi. Piazza Cavour somiglia adesso a un penoso acquitrino
nei giorni di pioggia, un quadro di desolante bruttezza che nemmeno le giornate
di sole mutano di una virgola l’eclatante squallore. Sembra che a bloccare i
lavori sia stato un contenzioso che il comune avrebbe con l’Italgas, qualcosa
intorno ai 1200 euro. Sta di fatto che tutta la zona è sprofondata nel caos:
grandi disagi per residenti, ma anche un penoso biglietto da visita per i pochi
turisti di passaggio nella cittadina costiera. A pagarne maggiormente le spese
sono, però, i commercianti che in piazza Cavour hanno i loro esercizi. Qui
infatti troviamo due bar (con pizzeria e pasticceria), un negozio di
abbigliamento, un tabacchi, due generi alimentari, una pescheria, un’edicola,
una cartolibreria. Insomma, qui c’è allocato la gran parte del commercio
cittadino. E sono proprio i titolari di questi negozi ad affidare alla stampa
il loro sfogo: le perdite economiche per questi lavoratori si fanno sempre più
onerose.
Disappunto e
preoccupazione emergono chiari dai loro reclami. Alcuni tra essi pensano cosa
potrebbe accadere se questo stato di cose dovesse protrarsi anche per l’estate:
sarebbe un disastro, il crollo totale per un’economia già asfittica.
Nino Fiaschè, titolare
dell’American Bar, una delle pizzerie più quotate della città, ora ha ridotto i
guadagni al lumicino, anzi è in perdita, non riesce più a coprire le spese.
«Prima che piazza Cavour venisse cantierata, preparavo dieci teglie di pizza la
sera, ora solo una, o la massimo due. Non puntiamo il dito contro nessuno,
auspichiamo solo che al più presto si possa tornare alla normalità». Stesse
preoccupazioni per il negozio di generi alimentari. La titolare del market
Scardamaglia racconta: «I clienti abituali non si fermano più, non vi è più
posto dove mettere l’automobile e il percorso è disagevole. Anche per noi
perdite economiche».
Sul piede di guerra
anche Antonio De Stefano, titolare della cartolibreria. «L’amministrazione deve
darsi una mossa», redarguisce, senza tanti giri di parole.
E poi c’è la lettera
che tutti i commercianti hanno scritto ed indirizzato all’amministrazione e
all’ufficio tecnico. Lettera già protocollata, nella quale chiedono alla giunta
Pagano di risolvere l’annosa questione,
non potendo più «sopportare la mancanza di impegno alla risoluzione del
problema che, bloccando il prosieguo dei lavori e il mancato guadagno, sta
mettendo in ginocchio le attività». «Pertanto, - avvisano- ci troveremo
costretti alla consegna delle chiavi dei nostri negozi nelle mani del sindaco,
nonchè la richiesta del mancato guadagno giornaliero, oltre rivolgerci alle
autorità di competenza».
Insomma, quello che
doveva essere la riqualificazione del quartiere Baglio, annunciata a tambur
battente, si è rivelata una morsa che sta paralizzando la città: il ripristino
dell’antico splendore e il miglioramento del centro storico per ora non si
intravedono, si vede solo una piazza dissestata e la rabbia dei lavoratori, che
tentano di tenersi a galla nel mare magnum del disagio imperante.
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