venerdì 30 maggio 2014

Consiglio-Titanic. La nave affonda. Il cerchio magico si restringe.

Nicotera. Ad un certo punto della sua navigata nel gelido mare pieno di iceberg ed incognite, la plancia del Titanic fu squarciata da una acuminata lastra di ghiaccio. La regina dei mari cominciò ad imbarcare acqua e la sua discesa a picco divenne, da quel momento in poi, inevitabile. Ma prima di toccare il fondo dell’abisso ci fu il tempo necessario per i passeggeri- per molti, ma non per tutti- di mettersi in salvo, assalendo le scialuppe di salvataggio e portandosi lontano dalla nave diventata una trappola mortale.
La metafora di un drammatico evento di portata storica, racconta in modo chiaro quello che sta accadendo a Palazzo Convento, dove lo smottamento pare sia già in atto. Le dimissioni del consigliere Pina Lapa sono il primo segno dello scollamento dei massi che rovinano a valle.
Il palesarsi dell’arrivo della commissione d’accesso agli atti è nell’aria, ed i membri del consiglio sembra stiano valutando la possibilità di levare le tende prima che il braccio lungo della Prefettura si estenda su quel di Palazzo Convento. Il “si salvi chi può” pare, al momento, un imperativo pieno di buon senso. Ragioni di opportunità e di prudenza impongono tale scelta, e, benchè l’orchestrina continui a suonare festose ariette per tranquillizzare i passeggeri, le scialuppe cominciano a riempirsi.
Pagano, durante la visita dell’ex governatore Scopelliti, ha fatto sapere che non lascerà la sua poltrona di sindaco e che eserciterà fino in fondo il suo mandato. A questo punto sarà interessante vedere quanto si restringerà il “cerchio magico” intorno al primo cittadino, in quanti marceranno con lui fino alla fine, e quanti invece, spinti dall’atavico istinto di conservazione, lasceranno la nave prima che affondi. I problemi della compagine amministrativa si fanno sempre più corposi, a cominciare dal fronte politico dove si sfalda la tenuta degli storici sponsor della giunta Pagano, nonché della cacciata del sindaco dal Pd.
Pagano crede fermamente che tutto vada bene, che Nicotera «è viva, c’è, conterà sempre di più nello scenario politico vibonese». Armato di belle speranze, il sindaco procede la sua «battaglia», dando inizio a muro contro muro. Di fare un passo indietro, non ne vuol proprio sentir parlare, ostinato com’è a voler combattere il corso delle cose. Ma in questo il sindaco è in buona compagnia: nessuno, infatti, dei due sindaci che l’hanno preceduto (Adilardi e Reggio) si sono dimessi all’arrivo della commissione d’accesso. Sono rimasti arroccati fino alla fine nella loro posizione, finchè la città non è passata nelle mani dei commissari antimafia.
Ciò perché, a differenza di altri contesti, pare che a Nicotera manchi un’opinione pubblica che riesca concretamente ad incidere nelle scelte di palazzo Convento. Né lobbies, legittime in qualsiasi democrazia (fatte le debite proporzioni nel contesto nicoterese), sembra abbiano la forza di indurre il primo cittadino ad un gesto che potrebbe preservare la città dall’ennesimo scioglimento. Il riferimento è non a circoli misteriosi, ma ad imprenditori, commercianti, gruppi, repetita iuvant, legittimi, che rappresentino interessi determinanti, che evidentemente a Nicotera determinanti non sono. Perché sempre un muro contro muro? Perché sempre contro la prefettura, contro la città, forse anche contro se stessi? Questo l’interrogativo principale, o forse solo l’ennesimo nodo gordiano che aspetta di essere sciolto dal suo Alessandro.


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