Nicotera.
Ad
un certo punto della sua navigata nel gelido mare pieno di iceberg ed
incognite, la plancia del Titanic fu squarciata da una acuminata lastra di
ghiaccio. La regina dei mari cominciò ad imbarcare acqua e la sua discesa a
picco divenne, da quel momento in poi, inevitabile. Ma prima di toccare il
fondo dell’abisso ci fu il tempo necessario per i passeggeri- per molti, ma non
per tutti- di mettersi in salvo, assalendo le scialuppe di salvataggio e
portandosi lontano dalla nave diventata una trappola mortale.
La metafora di un
drammatico evento di portata storica, racconta in modo chiaro quello che sta
accadendo a Palazzo Convento, dove lo smottamento pare sia già in atto. Le
dimissioni del consigliere Pina Lapa sono il primo segno dello scollamento dei
massi che rovinano a valle.
Il palesarsi
dell’arrivo della commissione d’accesso agli atti è nell’aria, ed i membri del
consiglio sembra stiano valutando la possibilità di levare le tende prima che
il braccio lungo della Prefettura si estenda su quel di Palazzo Convento. Il
“si salvi chi può” pare, al momento, un imperativo pieno di buon senso. Ragioni
di opportunità e di prudenza impongono tale scelta, e, benchè l’orchestrina
continui a suonare festose ariette per tranquillizzare i passeggeri, le
scialuppe cominciano a riempirsi.
Pagano, durante la
visita dell’ex governatore Scopelliti, ha fatto sapere che non lascerà la sua
poltrona di sindaco e che eserciterà fino in fondo il suo mandato. A questo
punto sarà interessante vedere quanto si restringerà il “cerchio magico”
intorno al primo cittadino, in quanti marceranno con lui fino alla fine, e
quanti invece, spinti dall’atavico istinto di conservazione, lasceranno la nave
prima che affondi. I problemi della compagine amministrativa si fanno sempre
più corposi, a cominciare dal fronte politico dove si sfalda la tenuta degli
storici sponsor della giunta Pagano, nonché della cacciata del sindaco dal Pd.
Pagano crede fermamente
che tutto vada bene, che Nicotera «è viva, c’è, conterà sempre di più nello
scenario politico vibonese». Armato di belle speranze, il sindaco procede la
sua «battaglia», dando inizio a muro contro muro. Di fare un passo indietro,
non ne vuol proprio sentir parlare, ostinato com’è a voler combattere il corso
delle cose. Ma in questo il sindaco è in buona compagnia: nessuno, infatti, dei
due sindaci che l’hanno preceduto (Adilardi e Reggio) si sono dimessi all’arrivo
della commissione d’accesso. Sono rimasti arroccati fino alla fine nella loro
posizione, finchè la città non è passata nelle mani dei commissari antimafia.
Ciò perché, a
differenza di altri contesti, pare che a Nicotera manchi un’opinione pubblica
che riesca concretamente ad incidere nelle scelte di palazzo Convento. Né
lobbies, legittime in qualsiasi democrazia (fatte le debite proporzioni nel
contesto nicoterese), sembra abbiano la forza di indurre il primo cittadino ad
un gesto che potrebbe preservare la città dall’ennesimo scioglimento. Il
riferimento è non a circoli misteriosi, ma ad imprenditori, commercianti,
gruppi, repetita iuvant, legittimi, che rappresentino interessi determinanti,
che evidentemente a Nicotera determinanti non sono. Perché sempre un muro
contro muro? Perché sempre contro la prefettura, contro la città, forse anche
contro se stessi? Questo l’interrogativo principale, o forse solo l’ennesimo
nodo gordiano che aspetta di essere sciolto dal suo Alessandro.
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