venerdì 23 maggio 2014

Ospedale di Nicotera. Ad un anno dalla visita dell'on. Salerno nulla è cambiato. Promesse disattese.





Nicotera. “La questione sanitaria nicoterese”. Così è stata spesso definita la vicenda del nosocomio cittadino, sempre strutturalmente scricchiolante; sempre più depauperato dei servizi essenziali. Eppure, paradossalmente, intorno a quello che è uno dei tanti simboli dello spreco di denaro pubblico e di degrado, sono cadute ininterrotte piogge di promesse,  finora puntualmente disattese. Eppure tante volte l’ex commissaria dell’Asp Maria Pompea Bernardi, ha pubblicamente assunto precisi impegni. Lo stesso dicasi di Nazareno Salerno, consigliere regionale. Anche da parte sua, generosa profferta di belle intenzioni.
Gli impegni assunti. Poco più di un anno fa, nell’aprile del 2013, l’ospedale ricevette la visita del consigliere regionale, nonchè presidente della Commissione attività sociali sanitarie culturali e formative della Regione, Nazzareno Salerno. Ad accoglierlo tutta la giunta Pagano al gran completo, oltre che dal coordinatore provinciale del PdL. L’intera pletora degli amministratori, in un appariscente corteo in pompa magna, accompagnarono il consigliere Salerno presso la fatiscente struttura ospedaliera. Motivo della visita del politico serrese era difatti la presa d’atto delle degradate condizioni dell’ospedale e delle gravi carenze nell’ambito dei servizi. Un lungo giro per i vuoti corridoi, per i pochi ambulatori ancora presenti, l’h24, il laboratorio analisi. Alla fine del sopralluogo, il consigliere Salerno ha elargito alcune promesse, impegnandosi personalmente a risolvere alcune carenze e criticità strutturali. A cominciare da un cornicione presso il servizio dialisi che minacciava di rovinare al suolo da un momento all’altro, o dai pannelli solari installati dalla Regione e mai entrati in funzione. Altra grave carenza: la mancanza di personale medico e infermieristico, assenza di apparecchiature negli ambulatori, e soprattutto, la mancanza del 118. Il che, per un territorio che comprende circa venti mila persone, si configura come una grave lesione al diritto alla salute dei cittadini.
Il consigliere regionale davanti alla stampa e agli amministratori dichiarò di voler sostenere la causa del nosocomio nicoterese.
«Non si possono più fare difese di campanile- precisò in quell’occasione il politico serrese- ma occorre una rete integrata capace di offrire dei servizi di qualità, accompagnati da buoni livelli di professionalità ed una qualità della risposta clinica più alta», parole preziose, ovviamente sposate dall’amministrazione Pagano.
Solo un mese prima la struttura aveva ricevuto la visita della commissaria dell’Asp, Maria Pompea Bernardi. Anche da parte della commissaria una presa d’atto delle criticità e dei punti di forza della sanità nicoterese. Ad agosto dello stesso anno, la Bernardi sedette negli scranni del consiglio comunale. Benchè avesse escluso a chiare lettere la riapertura dell’ospedale, il management promise l’adeguamento della struttura a “casa della salute”, per la quale si prevedeva una serie di servizi essenziali.
Ma cosa è cambiato a distanza di un anno? In realtà è aumentata solo la rabbia e disappunto dei cittadini, che non hanno visto miglioramenti. Tutto è rimasto drammaticamente com’era un anno fa.
Il 118. Per quanto riguarda la postazione del 118, per la quale associazioni ed esponenti politici locali si sono aspramente battuti, ad agosto 2013 giunse, finalmente, la Suem, dopo che grande scalpore e sdegno suscitò la notizia che Serra San Bruno, pur godendo di un  nosocomio con tanto di Pronto Soccorso, era stata attrezzata da  ben due mezzi del 118. Ma il servizio a Nicotera durò ben poco: poco più di un mese e mezzo e dopo, la cittadina costiera dovette salutare un servizio essenziale, e, allo stato attuale, non vi è ancora la postazione Suem. La questione del 118 è stata spesso discussa in consiglio comunale, ma portata anche al tavolo regionale:la cittadinanza non ha mai smesso di sperare che da palazzo Alemanni si procedesse a una revisione della dislocazione dei punti del 118, prevista a suo tempo per la provincia di Vibo Valentia. Ma niente. Eppure Nicotera avrebbe bisogno di tale servizio essenziale: un raggio di 25/30 Km e 20 mila abitanti che raddoppiano nel periodo estivo, sembrano delle valide ragione per reclamare la Suem, mentre non si capisce come mai in meno di 20 km (Vibo, Soriano, Serra San Bruno, città munite di ospedali) ce ne sono tre.
La casa della salute. Avrebbe dovuto chiamarsi la “Casa del sorriso” ed essere  allocata presso l’ospedale di Nicotera. Ne illustrò il progetto un fiducioso assessore Pino Marasco, lo scorso dicembre. Secondo le promesse fatte dal commissario dell’Asp di Vibo all’amministrazione Pagano, una parte del nosocomio avrebbe dovuto essere adibito ad accogliere una struttura sanitaria, nata da una nuova concezione della sanità, in cui avrebbe dovuto operare un team interdisciplinare in grado di fornire prestazioni cliniche di qualità e una vasta gamma di interventi specialistici, preventivi e di promozione della salute. Insomma, un bel film.
La specialistica. Anche qui avviate richieste e profuse buone intenzioni  per un ampliamento del servizio: otorino, ginecologia, oculistica. Niente di fatto.
Per la giunta Pagano era inoltre di primaria importanza aprire gli ambulatori di senologia, ostetricia ginecologia, l’esame del Pap-test: e ciò perché, precisò in un’intervista Marasco, «l’amministrazione ha sempre avuto una attenzione speciale per le donne e per le mamme. Ma di tali reparti nemmeno l’ombra.
Enza Dell’Acqua





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