Nicotera.
Che
l’ente navighi, economicamente, in cattive acque non è un mistero per nessuno.
La recente vicenda della Tasi è lì a dimostrarlo. Lo scorso otto settembre,
infatti, il consiglio comunale ha approvato l’aliquota Tasi ai massimi livelli,
cioè lo 0,25 per mille, per l’anno 2014. Una scelta obbligata, come lasciò
intendere l’assessore Marasco, nel corso di quel civico consesso, «motivata
dalla situazione
di difficoltà oggettiva per il Comune dovuta soprattutto al caso Sogefil». Ma
non solo. Marasco rivelò in quell’occasione che i tagli operati dal Governo
centrale sui trasferimenti ammontano a ben 186.000 euro.
Ma, il vero
vessillo, ed assillo, dell’amministrazione comunale è il caso Sogefil. Il
sindaco Franco Pagano in innumerevoli occasioni ha precisato quanto il “sacco”
della Sogefil (più di otto milioni di euro fagocitati dalla famosa società di
riscossione delle imposte comunali), abbia portato il comune sul lastrico,
anzi, virtualmente in dissesto economico. Una situazione che ha spinto
l’amministrazione comunale a chiedere per ben due volte, nel corso del 2014,
un’anticipazione di cassa. La prima richiesta risale al gennaio di quest’anno.
La seconda a luglio. In entrambi i casi, il Comune ha chiesto alla Ubi Banca
Carime quasi un milione e duecento mila euro, cifra che corrisponde al limite
massimo dei tre dodicesimi delle entrate accertate. Entro il 31 dicembre del
2014, l’ente dovrà restituire al tesoriere quanto richiesto, oltre alle spese
accessorie e gli interessi. Ove il Comune non dovesse incassare il denaro per
onorare il debito, maggiorato delle varie spese, si impegna ad integrarlo mediante
opportuno storno di fondi.
Dunque, Tasi
ai massimi livelli e anticipazioni di cassa danno l’idea di un comune che ha un
estremo bisogno di denaro. Una situazione difficile che gli amministratori, nel
corso di svariate conferenze stampa, hanno evidenziato, sottolineando
l’impossibilità di mettere in atto quanto avrebbero dovuto e voluto proprio per
la povertà delle casse. Tuttavia, l’agire dell’amministrazione non appare del
tutto allineato coi tempi di vacche magre tanto declamati. Si sono, infatti,
trovate le risorse necessarie per affidare degli incarichi, erogare contributi
per associazioni, organizzare convegni, come l’ultimo, quello sulla Dieta
Mediterranea, costato alle casse dell’ente quattro mila euro. E’ riuscita,
altresì, ad investire fondi per allestire mostre, quella Ad mensam, chiusa
subito dopo essere stata inaugurata. Ma
forse la contraddizione maggiore si è evidenziata quando, lo scorso agosto, il
sindaco ha assunto nel suo staff un architetto, operante nell’area tecnica e
urbanistica. Trattamento economico D1. Ma, nella delibera, si scopre che «il
Comune di Nicotera non è Ente dissestato e/o strutturalmente deficitario».
Tradotto: sulla carta il dissesto ancora non c’è, pertanto l’atto è
formalmente, almeno, legittimo. Una sorta di eccesso nello spiegare un
provvedimento, che dal punto di vista amministrativo appare forzato sotto due
aspetti. Innanzitutto non si capisce la necessità di duplicare le funzioni
dell’area tecnica. Infatti non ci sono progetti all’orizzonte, né denari per
attuarli, che giustifichino, almeno a colpo d’occhio, un rafforzamento tecnico
dell’ente. Qualche iniziativa nel sociale si poteva tirare fuori dal cilindro,
con lo stesso denaro.
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