martedì 28 ottobre 2014

Cresce l'Avis nicoterese. E la solidarietà diventa un gesto concreto.













Nicotera. Ieri mattina, i volontari, pronti a donare il sangue, alle otto erano già in attesa davanti alla sede nicoterese dell’Avis, allocata al secondo piano del nosocomio della cittadina tirrenica. Ad attenderli lo staff al completo degli operatori sanitari e della direzione della sezione comunale, impegnati nell’iniziativa di solidarietà e volontariato che si svolge a Nicotera ormai dal dicembre del 2009.
Ieri mattina, al termine dei prelievi, sono state ben 31 le sacche di sangue raccolte grazie alla generosità dei donatori nicoteresi. La raccolta si svolge ogni mese, ma il sangue può essere donato una volta ogni quattro mesi, in quanto segue un preciso ciclo di rotazione. I donatori che si presentano presso la sezione nicoterese dell’Avis sono una media di quaranta, a cui se ne sta aggiungendo, ogni volta, sempre di più. Merito della campagna di sensibilizzazione svolta dal direttivo nicoterese, nonché dalla neo associazione “Avis giovani”, una realtà nascente che mira ad educare i giovani alla solidarietà, ma un risultato, è doveroso precisarlo, che si deve soprattutto al buon cuore e alla generosità dei giovani.
Il direttivo della sezione Avis di Nicotera è assai articolato e si serve di tutta una serie di figure che svolgono un lavoro intenso. Un impegno notevole che i componenti del direttivo riescono a svolgere nel contesto dei rispettivi impegni professionali e familiari. Senza la loro opera la sezione Avis non potrebbe sussistere, visto e considerato il lavoro certosino che soggiace dietro ad ogni singola donazione. Redigere, di volta in volta, le schede personali dei donatori, aggiornare i dati delle donazioni, ecc. Un’opera svolta con passione e senso di abnegazione dai membri del direttivo, ben consapevoli del fatto che solidarietà non è solo una bella parola, ma è un impegno concreto.
Presidente della sezione nicoterese è la dottoressa Tina Palmitesta, segretario Francesco Arcuri, infaticabili membri del consiglio direttivo Dorotea La Gamba, Rita Arcuri e Rita La Rosa.
Viva soddisfazione è stata espressa dalla presidente Tina Palmitesta per il sempre crescente numero di giovani che diventa donatore: «La presenza sempre più attiva dei giovani nella sezione Avis di Nicotera è un dato molto confortante. Si rileva- ha aggiunto la dottoressa- la partecipazione attiva e spontanea dei giovani, perché coinvolti in maniera diretta.  Sono ragazzi che vogliono darsi da fare in attività che contribuiscono ad arricchire la società di quei contenuti che le istituzioni dovrebbero dare, ma non danno.  Essi comprendono di dover colmare molte lacune create dalla vacuità delle istituzioni. Noi continueremo nell’opera di sensibilizzazione già in atto, e questo avverrà nonostante che le istituzioni sanitarie, aziendali e locali non sono sensibili a tal riguardo».
E a proposito di sensibilizzazione, è Rita Arcuri, insegnante, a parlare di un progetto biennale, già in atto nella scuola elementare, e che si prefigge di educare i futuri adulti del domani alla solidarietà e all’altruismo. 
Consapevoli del valore dell’altruismo gli stessi donatori. «Ho deciso di donare il sangue- ha spiegato C.M.- perché, oltre ad essere un gesto di umanità, è utile a quanti ne hanno vitale necessità a causa di patologie o di incidenti. E’ quindi un aiuto concreto nei confronti di chi soffre».
Quella che adesso manca è una sede definitiva. Infatti la sezione di Nicotera, in cinque anni, per ben tre volte ha dovuto cambiare sede. All’inizio era stata allocata la piano terra dell’ospedale. In un secondo momento fu trasferita al terzo piano, adesso si trova al secondo piano, e si spera che questa diventi la sede definitiva.

Presente ieri mattina anche il personale sanitario, composto da un medico e tre infermiere. Essi svolgono la parte puramente medica dell’atto della donazione. Eseguono gli esami al donatore che, com’è facilmente intuire, devono essere impeccabili. A loro il compito di valutare se il volontario è idoneo a donare oppure no, e ciò viene stabilito, non solo in base ai valori del sangue, che devono essere nella norma, ma anche ai valori pressori e al peso della persona, che non deve essere al di sotto dei cinquanta chili. Una volta accertata l’idoneità del volontario, si procede con il prelievo. Ogni donatore ha ovviamente un "fascicolo" con tanto di scheda anamnestica, che racconta la sua storia clinica. Insomma, l’atto del donare ha tutto un retroterra burocratico e medico assai complesso. 

Il dottor Domenico Barbalace, era presente ieri mattina presso la sede Avis a prestare il suo impegno e la sua competenza al servizio di una giusta causa.
«E’ un’attività che svolgo dal 2009, mosso dalla consapevolezza dell’importanza della donazione del sangue. Tuttavia- ha precisato il dottore- i medici della provincia di Vibo, impegnati in tal senso, siamo solo tre. Oltre a me- ha aggiunto- c’è la dottoressa Lucia Lagala e il dottor Vito De Nino. Come si può immaginare, sono pochi tre medici che operano in tutto il comprensorio provinciale. Non è semplice svolgere in tre la grande mole di lavoro. Talvolta è successo che abbiamo dovuto far accorrere in nostro aiuto un medico di fuori provincia».
Eppure, come il dottor Barbalace, ha tenuto a sottolineare, è di fondamentale importanza la raccolta del sangue. Esso non viene solo usato per le trasfusioni in casi di necessità, ma viene dato dalle Asp di riferimento alle case farmaceutiche, le quali vi elaborano gli emoderivati, che sono oltremodo usati nella medicina, per una serie di ragioni: da essi si formano i vaccini ad esempio, oppure il plasma, ma anche altri ritrovati. Una volta “lavorato” il sangue ritorna alle Asp sotto forma di emoderivati, e ciò comporta un risparmio notevole per l’ente sanitario provinciale. Quindi, la raccolta del sangue, non significa solo salvare una vita o migliorare le prestazioni dei farmaci, ma rappresentano anche un vantaggio economico per le sempre più esigue casse delle aziende sanitarie locali.

 
Ecco i numeri relativi ai donatori in una provincia, quella vibonese, che può dirsi virtuosa e dedita a una notevole generosità a tal punto che è successo che le sacche raccolte nelle varie sezioni della provincia siano state mandate in altre provincie, dove il prezioso plasma scarseggiava. E’ doveroso sottolineare che in testa alla provincia, come numero di donatori, è la piccola Limbadi: su tremila abitanti ben ottocento sono iscritti all’Avis. Qui ogni mese vengono riempite ben cinquanta sacche di sangue. Certo anche Serra San Bruno si difende bene: i suoi donatori ogni mese oscillano dai cinquantacinque ai sessanta, ma nella proporzione numero di abitanti/donatori, Limbadi finora è insuperabile, anche se c’è da dire che la cittadina agricola ha una sezione Avis da più di dieci anni. Mentre Nicotera con i suoi quaranta donatori al mese, in vistoso aumento, prende piede, le cittadine dell’entroterra, come San Calogero o Rombiolo, rimangono refrattarie al tema della donazione, con i loro venti donatori al mese. Bene anche Tropea e Filadelfia, con i loro cinquantacinque donatori mensili. Ma si può dare e si può fare di più. La macchina della sensibilizzazione capillare dell’importanza della donazione è sempre in movimento.

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