Nicotera.
Singolare
protesta messa a punto ieri mattina dai ragazzi dell’Istituto tecnico
industriale. Con l’audacia che contraddistingue la loro giovane età, hanno
imbullonato i cancelli d’ingresso impedendo a chiunque di entrare. Il motivo
della protesta è molto semplice: la macchinetta che dispensa acqua, bibite e
merendine non è funzionante, o, per meglio dire, non è stata ricaricata dei
prodotti.
Una cosa che si
configurerebbe, stando alle loro rimostranze, in un disservizio piuttosto
serio. Molti di loro, infatti, giungono dai paesi limitrofi con i mezzi
pubblici e, partendo di buon mattino, non farebbero in tempo ad acquistare
acqua e colazione di metà mattinata. La fame, si sa, verso le dieci del mattino
è impietosa, e loro, per seguire degnamente le lezioni, necessitano di
rifocillarsi. Il problema è, riferiscono fonti istituzionali, transitorio e si
starebbe avviando ad una veloce risoluzione. Sta di fatto che qualcuno ha
avvisato i carabinieri della locale compagnia di Nicotera, guidata dal
comandante Raffaele Castelli.
Una pattuglia è giunta
sul posto nel giro di pochi minuti. Determinante, per la risoluzione del corale
dissenso, è stato l’intervento dell’appuntato Giuseppe Mantaci, il quale, con l’autorevolezza
e la benevolenza di un padre, ha cercato il dialogo con i ragazzi. In un primo
momento, gli studenti, sono rimasti un po’ sulla difensiva, ma poi si sono
lasciati andare ed hanno raccontato al militare dell’Arma, il loro disagio di
studenti che giungono da paesi fuori Nicotera. Per poi raccontare cosa la scuola
rappresenta per loro, nell’ambito del contesto sociale in cui vivono.
L’appuntato Mantaci ha raccolto con attenzione le loro lamentele e perplessità
di giovani e inquieti studenti, ricordando l’importanza del senso del dovere.
«Siamo tutti chiamati a fare il nostro dovere. Voi, studenti, non dovete
dimenticare di fare il vostro, anche in situazioni che vi sembrano avverse.
Perché questo rende una società migliore», e in merito alla protesta, «il
vostro diritto a manifestare un disagio è sacrosanto, ma ci sono modi molto più
intelligenti e civili per farlo che imbullonare un cancello». L’invito dell’appuntato
è stato quello di rivolgersi alle istituzioni. Sempre. «Cercate il dialogo con
la vostra dirigente, di certo essa vi ascolterà». La protesta dei ragazzi
dell’Itis si è in breve trasformata nella lezione improvvisata, e seguitissima,
sul senso del dovere e sulla fiducia nelle istituzioni, da parte di un semplice
appuntato dei Carabinieri a un gruppo di scalmanati ragazzi. Mantaci li ha convinti
a rientrare in classe e ad usare metodologie legalitarie per la difesa dei loro
diritti.
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