venerdì 3 ottobre 2014

La lezione dell'appuntato Mantaci ai ragazzi dell'Itis.




Nicotera. Singolare protesta messa a punto ieri mattina dai ragazzi dell’Istituto tecnico industriale. Con l’audacia che contraddistingue la loro giovane età, hanno imbullonato i cancelli d’ingresso impedendo a chiunque di entrare. Il motivo della protesta è molto semplice: la macchinetta che dispensa acqua, bibite e merendine non è funzionante, o, per meglio dire, non è stata ricaricata dei prodotti.
Una cosa che si configurerebbe, stando alle loro rimostranze, in un disservizio piuttosto serio. Molti di loro, infatti, giungono dai paesi limitrofi con i mezzi pubblici e, partendo di buon mattino, non farebbero in tempo ad acquistare acqua e colazione di metà mattinata. La fame, si sa, verso le dieci del mattino è impietosa, e loro, per seguire degnamente le lezioni, necessitano di rifocillarsi. Il problema è, riferiscono fonti istituzionali, transitorio e si starebbe avviando ad una veloce risoluzione. Sta di fatto che qualcuno ha avvisato i carabinieri della locale compagnia di Nicotera, guidata dal comandante Raffaele Castelli.
Una pattuglia è giunta sul posto nel giro di pochi minuti. Determinante, per la risoluzione del corale dissenso, è stato l’intervento dell’appuntato Giuseppe Mantaci, il quale, con l’autorevolezza e la benevolenza di un padre, ha cercato il dialogo con i ragazzi. In un primo momento, gli studenti, sono rimasti un po’ sulla difensiva, ma poi si sono lasciati andare ed hanno raccontato al militare dell’Arma, il loro disagio di studenti che giungono da paesi fuori Nicotera. Per poi raccontare cosa la scuola rappresenta per loro, nell’ambito del contesto sociale in cui vivono. L’appuntato Mantaci ha raccolto con attenzione le loro lamentele e perplessità di giovani e inquieti studenti, ricordando l’importanza del senso del dovere. «Siamo tutti chiamati a fare il nostro dovere. Voi, studenti, non dovete dimenticare di fare il vostro, anche in situazioni che vi sembrano avverse. Perché questo rende una società migliore», e in merito alla protesta, «il vostro diritto a manifestare un disagio è sacrosanto, ma ci sono modi molto più intelligenti e civili per farlo che imbullonare un cancello». L’invito dell’appuntato è stato quello di rivolgersi alle istituzioni. Sempre. «Cercate il dialogo con la vostra dirigente, di certo essa vi ascolterà». La protesta dei ragazzi dell’Itis si è in breve trasformata nella lezione improvvisata, e seguitissima, sul senso del dovere e sulla fiducia nelle istituzioni, da parte di un semplice appuntato dei Carabinieri a un gruppo di scalmanati ragazzi. Mantaci li ha convinti a rientrare in classe e ad usare metodologie legalitarie per la difesa dei loro diritti.

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