venerdì 3 ottobre 2014

Nicotera Marina. Il Comune vende la piazza all'Enel per 1000 euro.



Nicotera. Il Comitato che si oppone all’impianto della centralina Enel ha adesso uno statuto. Continua la raccolta di adesioni, gli stessi scritti hanno eletto quattro rappresentanti i quali dovranno farsi portavoce, presso l’amministrazione Pagano, delle istanze del civico sodalizio. Questi i quattro nominativi: Toni Capua, Nicola La Valle, Diego Corigliano e Antonio D’Agostino. Ad essi il compito di richiedere, nel prossimi giorni, al sindaco Franco Pagano di formare un tavolo tecnico, per discutere proprio dei dettagli inerenti la cabina, e anche per avere delle delucidazioni in merito a una serie di dati emersi dalla visione dei documenti ottenuti dopo l’accesso agli atti in merito all’opera tecnologica.
Dai documenti reperiti si è potuto innanzitutto apprendere che la centralina non ha un titolo autorizzativo idoneo alla realizzazione.
Ad argomentare i “retroscena” tecnici e burocratici della discussa opera è l’ingegnere Antonio D’agostino. «Vi è una semplice autorizzazione, un documento che esula da quella che è la normativa attuale. Hanno, in buona sostanza, utilizzato una autorizzazione sulla base di una normativa molto vecchia, che risale a una legge del 1997 e ad una circolare del Consiglio Superiore dei LL.PP del 1986». Ma non è solo questo il punto: ve ne sono molti altri. Ecco una breve cronistoria della centralina, che dovrebbe sorgere nella piazza del paese: se ne riprende a parlare, dopo aver tenuto nel cassetto per diversi anni la pratica, nel marzo del 2014, con una delibera di giunta, nella quale si parla espressamente di “locazione”, cioè il Comune si impegnava a fittare lo spazio alla multinazionale dell’energia elettrica. Ma nello spazio di pochi mesi le cose sono cambiate. Infatti, nel luglio dello stesso anno la giunta Pagano approva una nuova delibera nella quale, di fatto, vende all’Enel, per la cifra di mille euro, i 71 metri quadri, all’interno della piazza, che serviranno alla multinazionale dell’elettricità per posizionare il proprio impianto. Un’area piuttosto considerevole: la sua estensione equivale a un quarto del territorio della piazza cittadina e corrisponde alla grandezza di un appartamento.
«La piazza cittadina è un bene comune- ha chiarito l’ingegnere D’Agostino- e un bene comune che appartiene a tutti: il Comune-ha aggiunto- non può svenderlo. Un bene comune ha comunque un valore che va oltre quello monetario, per la sua valenza sociale». Il suo valore, per l’ingegnere, è inestimabile, perché la piazza è il luogo pulsante di un paese. Ma, nelle intenzioni dell’amministrazione, «questo bene collettivo è pronto per essere venduto, a un prezzo irrisorio».
«Ciò che ci conforta e ci induce a continuare la nostra lotta- ha precisato ancora l’ingegnere- è che la vendita non è ancora avvenuta: dall’esame della documentazione visionata, infatti, abbiamo accertato che non esiste un atto di trasferimento del suolo della piazza all’Enel così come non esiste una perizia di stima del suolo redatta dal responsabile dell’ufficio tecnico». Il comitato ritiene quindi di essere ancora in tempo per fermare la svendita della piazza cittadina. Intanto la richiesta del tavolo tecnico è una priorità assoluta. Anche perché il civico sodalizio non ha potuto prendere atto di quanto prevede  il Psc nell’elaborato contenente l’ubicazione reti tecnologiche. Il corposo documento è “secretato”. 

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