giovedì 29 ottobre 2015

Satanismo nel Vibonese



Papaglionti è un piccolo e antichissimo borgo abbandonato, nel comune di Zungri. E’ ormai disabitato, a causa del pericolo delle alluvioni e per la fatiscenza degli edifici. E’ il Pentedattilo del Vibonese, ma consegnato a una inevitabile rovina. L’antico sito, nonostante l’incuria che lentamente lo divora, esercita un grande fascino sui visitatori: c’è un calvario del 1600, mentre gli splendidi palazzi nobiliari continuano a sfidare il peso del tempo e del degrado. Tra le vestigia di un’epoca ormai passata c’è la chiesetta del paese, ora sconsacrata. Al suo interno sono stati trovati gli inquietanti segni riconducibili ai cosiddetti riti satanici.
Ma la piccola e abbandonata Papaglionti non è che uno dei tanti scenari, sparsi nel Vibonese, di strani episodi, le cui tracce conducono a quella che gli inquirenti definiscono, di norma, “pista esoterica”. Azioni sacrileghe il cui scopo è il deturpamento di simboli sacri, nonché l’esaltazione dell’Anticristo, officiando oscene messe in suo onore.
Nel territorio della diocesi normanna, si è verificata una lunga serie di gesti che potremmo ascrivere al cosiddetto “vandalismo esoterico”. Quasi nessuno dei paesi dell’entroterra ne è stato risparmiato: Limbadi, Motta Filocastro, Nicotera Marina, Nicotera superiore, Spilinga, Panaja, San Leo, Calimera. Negli ultimi due anni poi, c’è stata una vera e propria recrudescenza di tali fenomeni. Accanto a ladri senza scrupoli che si introducono nelle chiese per rubare i monili con cui sono adornati i santi o le offerte dei fedeli, in questi episodi, disse nel giugno del 2013, Luigi Renzo, vescovo della diocesi normanna, «possono essere coinvolte anche forze malefiche ed appartenenze a sette esoteriche e sataniche». 
La dichiarazione del presule arrivava all’indomani del furto delle ostie consacrate nella concattedrale di Nicotera. Ignoti riuscirono ad insinuarsi nell’edificio sacro forzando la porta della sagrestia. Portarono via anche la pisside, il calice che custodisce le particole all’interno del tabernacolo.
Un fatto, questo, che generò in paese grande sgomento: sembrò un vero affronto al sentire religioso dei fedeli. L’ultimo in ordine di tempo è quello avvenuto a Limbadi, due giorni fa. Cosa notissima, ignoti nel cuore della notte hanno imbrattato di scritte in odor di satanismo un parco gioco dei bambini. Ma da quel 30 aprile 2013- inizio, secondo gli occultisti, dell’estate esoterica- ad oggi, di fatti del genere la cronaca ne ha raccontati parecchi. Limbadi è stata spesso presa di mira dagli aspiranti satanisti: dopo il tentato assalto della chiesetta della Santa Croce a Motta Filocastro, frazione di Limbadi, si sono registrati una serie di furti nella chiesa del Santo patrono, e qui la pista esoterica si potrebbe incrociare con quella, più battuta, della criminalità comune. Più inequivocabili rimangono gli episodi avvenuti a Drapia presso la chiesa del Santissimo Salvatore di Caria. Qualcuno ha imbrattato con dello spray i muri esterni del luogo sacro: il repertorio è sempre lo stesso: croci rovesciate, i numeri della “bestia” 666. In quell’occasione i vandali hanno sigillato con dell’Attak tutte le serrature dei portoni d’ingresso.
Episodi di profanazione e furti nelle chiese si sono verificati nella chiesa di San Sisto a Joppolo, a Panaia, frazione di Spilinga.
Difficile decodificare questi fenomeni. Se è la noia mortale della provincia a spingere taluni, presumibilmente giovani, a darsi a questo genere di sinistre attività o se invece vi sia davvero la vocazione ad adorare una divinità malvagia.
Di certo il fenomeno sembra non arrestarsi, tant’è vero il 2 novembre 2006 il Ministero dell’Interno, dipartimento di pubblica sicurezza, ha istituito la squadra anti sette, nuova task force specializzata messa in campo dalla Polizia di Stato.
Dalle indagini è emerso che esiste anche il “mercato del demonio: il valore dell’ostia consacrata oscilla da 50 a 500 euro. Insomma, il fascino del denaro spesso supera quello di Satana.

A subire il fascino del satanismo sono, di norma, i giovani. Un fascino che diventa ancora più seducente nella cupa e monotona vita di provincia. Ma il fenomeno, come evidenziato dai rapporti diffusi dal Viminale, non risparmia le città metropolitane. Lo slancio che spinge ad esplorare un mondo alternativo come quello del satanismo è spesso la solitudine e il disagio, oltre che delle velleità di sovversione dei valori costituiti. Un atto di ribellione alla società, attraverso al profanazione del suo credo.
Fermo restando che ci addentra qui in campo ancora da decifrare, il Viminale ha tracciato una geografia delle “religioni alternative” in Italia.  L’istituzione della Sas (squadra anti sette), riporta, tra le ragioni della sua creazione, “l’esponenziale diffusione del fenomeno delle sette esoteriche, di aggregazioni religiose o pseudo tali, di gruppo dediti a pratiche di magia, di occultismo e satanismo, che ha assunto il tutto il Paese dimensioni  e connotazioni da richiamare l’attenzione anche sotto il profilo della sicurezza”.
Un fenomeno in grande espansione. Nel Vibonese forte è il disagio dei giovani disoccupati e che non scorgono dinnanzi a loro una prospettiva futura nel campo del lavoro. O la semplice noia. Stati d’animo che, in soggetti fragili, dà luogo a malcontento e frustrazione, che possono sfociare in svariate forte di protesta larvata, come nel caso specifico.



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