Nicotera.
La torre Parnaso, un pezzo di storia dell’intero territorio, continua a perdere
colpi. Le sue condizioni appaiono sempre più fatiscenti. Di tanto in tanto
vengono lanciati sporadici allarmi sull’antico baluardo, eretto nel XIV secolo,
contro le scorrerie saracene al largo delle coste nicoteresi. Ma finora non si
sono visti interventi atti a limitare lo stato di fatiscenza della struttura.
L’ente preposto ad occuparsi dello storico monumento è la Soprintendenza ai
Beni monumentali, ma ciò non toglie che, a vario titolo, vi sono vari attori
istituzionali preposti ad occuparsi della ristrutturazione della torre
cavallara: la Regione, e, nella fattispecie, l’assessorato alla Cultura.
Ovviamente un ruolo importante, nel farsi carico del problema, lo detiene anche
il Comune di Nicotera. Ma, da quanto è dato sapere, anche su questo fronte
nulla si è mosso. E così l’antica roccaforte, muta testimone della battaglia di
Lepanto che salvò la cristianità dall’espansione musulmana in Occidente, cede
sempre di più sotto gli occhi esterrefatti e preoccupati dei cittadini, già
pronti a fondare un comitato, l’ennesimo, per salvare un monumento simbolico e
rappresentativo del territorio nicoterese e della sua turbolenta storia.
Qualcuno propone addirittura di autotassarsi: una piccola somma a testa, pochi
euro, una specie di offerta libera, per permettere i lavori di
ristrutturazione, sotto la tutela di personale esperto. Di certo è di
fondamentale importanza la collaborazione dell’amministrazione comunale
nicoterese, finora indifferente al lento e inesorabile crollo dello storico
presidio. Un presidio che finora ha resistito alle ingiurie del tempo e delle
intemperie naturali. Probabilmente la sua resistenza è dovuta al fatto che è
stata costruita con pietra granitica locale. La parte poi rivolta verso il mare
appare più corazzata e ciò per resistere ai colpi di artiglieria che giungevano
dai navigli nemici. Essa conserva ancora all’interno un enorme focolare e una canna
fumaria, che serviva per lanciare segnali di fumo, mentre di notte in cima
ardevano le torce. Dalla sua altura è possibile avvistare le Eolie, la Sicilia
e soprattutto era perfetta per monitorare il mare da dove giungevano i temibili
bastimenti saraceni.
Nessun commento:
Posta un commento