Nicotera.
La
clamorosa presa di posizione del sindaco Franco Pagano nei confronti del
prefetto a riposo Marcello Palmieri, in merito all’intricata questione Sogefil,
ha suscitato in paese grande attenzione. La vicenda, com’è noto, ha interessato
l’opinione pubblica per molto tempo, allorquando si scoprì la mega truffa ai
danni dei contribuenti nicoteresi, e quindi delle casse comunali.
L’amministrazione Pagano, fin dal primo giorno del suo insediamento a palazzo
Convento, promise che sarebbe andata fino in fondo, e che avrebbe tentato di
riportare nei forzieri municipali, se non tutto, almeno parte del mal tolto. Ed
in effetti il sindaco promosse una serie di azioni volte ad smuovere le acque e
a tenere alta l’attenzione sul caso. Portò la questione in prefettura, attenzionò
il procuratore, promosse un’azione legale contro il Ministero delle Finanze,
nelle cui liste dell’Albo per l’accertamento e riscossione delle entrate degli
enti locali la Sogefil era regolarmente iscritta.
Tuttavia, dopo un periodo
di grande clamore sulla vicenda, a palazzo Convento, sulla questione, sembrò
calare il silenzio. Il sindaco non tornò quasi più sull’argomento. Nemmeno più
per dire che le impoverite casse dell’ente gli impedivano di amministrare
decentemente il comune. Dichiarazione, questa, che rendeva alla stampa ad ogni
piè sospinto.
Ora la vicenda è
ritornata improvvisamente a galla. A riesumarla è lo stesso sindaco Pagano. E
la tira fuori da un silenzio durato troppo a lungo. Si,
perché, come precisato, il primo cittadino si è fatto promotore di un’azione
legale contro il commissario prefettizio Marcello Palmieri. Il prefetto in
pensione, che ha guidato il comune di Nicotera, dal 2010 al 2012, non avrebbe
vigilato a dovere sulla polizza fideiussoria che avrebbe dovuto garantire il
rientro dello somme sottratte all’ente dalla società di riscossione tributi,
poi finita sotto inchiesta. L’Eticofidi, la garante delle polizze, era una
società praticamente sconosciuta alla Banca d’Italia. Un organismo inesistente
il cui ruolo è stato però fondamentale ai fini della frode, in quanto sotto la
sua copertura scompariva ogni pur minima possibilità di inchiodare la Sogefil
alle sue responsabilità. Quando ci si accorge del sacco è troppo tardi e
Nicotera ha dovuto dire addio ai soldi dei suoi contribuenti. E non si parla
certo di spiccioli, ma di più di otto milioni di euro.
A margine della
complicata vicenda e della presa di posizione di Franco Pagano, questa storia
merita due considerazioni, e altrettanti interrogativi.
Posto che il prefetto
Marcello Palmieri ha agito in una fase delicatissima della perpetrata ruberia,
per cui un suo più attento modo di agire avrebbe evitato la truffa nella
truffa, è corretto ignorare tutti i vari soggetti che in questa storia hanno
avuto un ruolo fondamentale?
Per quale motivo il
sindaco si muove contro Palmieri solo adesso, e cioè dopo che a Palazzo
Convento è arrivata la commissione di accesso agli atti? Si potrebbe obiettare
che oggi c’è una sentenza che proclama l’insolvibilità della Sogefil. Tuttavia
la mossa di Pagano potrebbe anche essere letta come una specie di messaggio
subliminale, ma non troppo, da inviare allo Stato, dal quale il sindaco, ha più
volte dichiarato di aver ricevuto solo amarezza. Un messaggio in codice, come
dire, per evidenziare il crollo del dogma dell’infallibilità dei commissari
prefettizi, nei comuni sciolti per mafia.
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