martedì 10 maggio 2016

Sogefil. Una questione ancora aperta.



Nicotera. La clamorosa presa di posizione del sindaco Franco Pagano nei confronti del prefetto a riposo Marcello Palmieri, in merito all’intricata questione Sogefil, ha suscitato in paese grande attenzione. La vicenda, com’è noto, ha interessato l’opinione pubblica per molto tempo, allorquando si scoprì la mega truffa ai danni dei contribuenti nicoteresi, e quindi delle casse comunali. L’amministrazione Pagano, fin dal primo giorno del suo insediamento a palazzo Convento, promise che sarebbe andata fino in fondo, e che avrebbe tentato di riportare nei forzieri municipali, se non tutto, almeno parte del mal tolto. Ed in effetti il sindaco promosse una serie di azioni volte ad smuovere le acque e a tenere alta l’attenzione sul caso. Portò la questione in prefettura, attenzionò il procuratore, promosse un’azione legale contro il Ministero delle Finanze, nelle cui liste dell’Albo per l’accertamento e riscossione delle entrate degli enti locali la Sogefil era regolarmente iscritta.
Tuttavia, dopo un periodo di grande clamore sulla vicenda, a palazzo Convento, sulla questione, sembrò calare il silenzio. Il sindaco non tornò quasi più sull’argomento. Nemmeno più per dire che le impoverite casse dell’ente gli impedivano di amministrare decentemente il comune. Dichiarazione, questa, che rendeva alla stampa ad ogni piè sospinto.
Ora la vicenda è ritornata improvvisamente a galla. A riesumarla è lo stesso sindaco Pagano. E la tira fuori da un silenzio durato troppo a lungo. Si, perché, come precisato, il primo cittadino si è fatto promotore di un’azione legale contro il commissario prefettizio Marcello Palmieri. Il prefetto in pensione, che ha guidato il comune di Nicotera, dal 2010 al 2012, non avrebbe vigilato a dovere sulla polizza fideiussoria che avrebbe dovuto garantire il rientro dello somme sottratte all’ente dalla società di riscossione tributi, poi finita sotto inchiesta. L’Eticofidi, la garante delle polizze, era una società praticamente sconosciuta alla Banca d’Italia. Un organismo inesistente il cui ruolo è stato però fondamentale ai fini della frode, in quanto sotto la sua copertura scompariva ogni pur minima possibilità di inchiodare la Sogefil alle sue responsabilità. Quando ci si accorge del sacco è troppo tardi e Nicotera ha dovuto dire addio ai soldi dei suoi contribuenti. E non si parla certo di spiccioli, ma di più di otto milioni di euro.
A margine della complicata vicenda e della presa di posizione di Franco Pagano, questa storia merita due considerazioni, e altrettanti interrogativi.
Posto che il prefetto Marcello Palmieri ha agito in una fase delicatissima della perpetrata ruberia, per cui un suo più attento modo di agire avrebbe evitato la truffa nella truffa, è corretto ignorare tutti i vari soggetti che in questa storia hanno avuto un ruolo fondamentale?
Per quale motivo il sindaco si muove contro Palmieri solo adesso, e cioè dopo che a Palazzo Convento è arrivata la commissione di accesso agli atti? Si potrebbe obiettare che oggi c’è una sentenza che proclama l’insolvibilità della Sogefil. Tuttavia la mossa di Pagano potrebbe anche essere letta come una specie di messaggio subliminale, ma non troppo, da inviare allo Stato, dal quale il sindaco, ha più volte dichiarato di aver ricevuto solo amarezza. Un messaggio in codice, come dire, per evidenziare il crollo del dogma dell’infallibilità dei commissari prefettizi, nei comuni sciolti per mafia.

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