Nicotera.
La
vicenda Sogefil è arrivata al capolinea del suo percorso giudiziario meno di
una settimana fa, il 17 dicembre. Ma bisognerà aspettare che vengano depositate
le motivazioni della sentenza emessa dal Tribunale di Cosenza per conoscere le
ragioni dell’esclusione del comune di Nicotera dal risarcimento danni. Il giudice Enrico Di Dedda ha condannato Mauro Nucaro, uno
dei principali imputati nel processo alla famosa società di riscossione
tributi, a cinque anni di reclusione,
l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, il pagamento delle spese
processuali e il risarcimento danni a dieci Comuni (tra i quaranta che si erano
costituiti parte civile). Gli imputati erano in tutto una decina. Ma quasi tutti
avevano scelto di patteggiare la pena, beneficiando così di una condanna lieve.
Le indagini della Guardia di Finanza, iniziate su impulso della Procura di
Cosenza nel 2012, hanno accertato che sono 15 milioni di euro, in tutto, i
soldi che la società di riscossione ha depredato dalle casse di una ottantina
di comuni, nell’arco di sette anni circa. Di questi comuni, come precisato, una
quarantina si sono costituiti parte civile. Tra di essi il più saccheggiato è quello
nicoterese: l’ammontare dei tributi fatti sparire dalla Sogefil da solo
corrisponde a più della metà della cifra totale intascata dalla società
cosentina. Si tratta infatti di otto milioni e mezzo di euro. E’dunque evidente
che le casse comunali nicoteresi erano, per gli agenti di riscossione cosentini,
dei veri e propri pozzi senza fondo. Eppure, la cosa che desta grandi
perplessità è che Nicotera non rientra nella lista dei dieci Comuni per cui il
giudice ha previsto il risarcimento. Carolei, Zumpano, Dipignano, Acri, Oriolo,
San Vito allo Jonio, Limbadi, Mendicino, Petrizzi, San Procopio e Squillace.
Questi enti, così ha disposto il presidente Di Dedda, hanno diritto a un
risarcimento. Il Comune di Nicotera, benché si fosse anch’esso costituito parte
civile nel processo, non vedrà il becco di un quattrino. L’ente, rappresentato
dall’avvocato Alessio Colistra, ha facoltà di inoltrare ricorso, ma questa è
una decisione che spetta alla terna commissariale che quasi sicuramente si
insedierà dopo la pausa natalizia.
La sentenza del
tribunale di Cosenza lascia l’amaro in bocca: l’auspicio condiviso in città era
che l’ente, gravemente danneggiato dalla società di riscossione cosentina,
potesse beneficiare quanto meno di un parziale risarcimento. Il sacco ha
condotto il comune quasi sull’orlo del dissesto economico, i disagi per l’ente
sono stati notevoli, e, ovviamente, a pagarne le spese sono stati, e sono, i
cittadini. Il Comune, infatti, non naviga certo in buone acque dal punto di
vista finanziario. Dal 2005 al 2012 la Sogefil non ha versato nelle casse
comunali i tributi dei cittadini. Anni in cui si sono avvicendati sindaci e
commissioni prefettizie, ma nessuno, pare, si era accorto di niente, se non
quando il furto aveva assunto dimensioni eclatanti, per cui era impossibile non
vedere una voragine di più di otto milioni di euro.
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