Nicotera.
Un
incendio, ieri, alle primissime luci dell’alba, ha turbato la quiete di via
Duomo, un’arteria storica a due passi dal quartiere Giudecca, che lambisce una
fiancata laterale della cattedrale consacrata all’Assunta. Due automobili e la
facciata di un antico palazzo sono stati avvolti dalle fiamme.A far scattare
l’allarme gli stessi residenti, che hanno avvisato Vigili del Fuoco e
Carabinieri. I primi a giungere sul posto proprio questi ultimi; subito dopo,
con l’arrivo dei pompieri, sono cominciate le operazioni di spegnimento. Una
volta sedato il rogo si è potuto osservare lo stato delle cose con più
chiarezza. Le auto distrutte dalle fiamme sono una Fiat 500 di proprietà di
R.P., e una Fiat Panda appartenente a Z.F.S. Le fiamme, come precisato, si sono
estese sulla facciata esterna di un antico palazzo nobiliare, distruggendo
completamente l’antico portone in legno. Il fumo si è propagato all’interno
dell’edificio ma, per fortuna, il proprietario, Michelangelo Mercuri, è riuscito
a mettersi in salvo, prima che le esalazioni ammorbassero completamente
l’ambiente, uscendo da una porta posta sul lato posteriore dello stabile. Secondo
i rilievi effettuati dai Vigili del Fuoco, l’incendio sarebbe divampato per
cause accidentali, è dunque esclusa la matrice dolosa. Sembrerebbe che una
delle auto, forse la Fiat 500, abbia preso fuoco spontaneamente a causa di un
guasto al motore e che poi le fiamme abbiano avvolto l’auto vicina e il palazzo
adiacente. Una tragedia sfiorata, anche perché accanto al portone c’era una
bombola di gas, fortunatamente inesplosa. Poteva dunque andare peggio. Ma
protagonista di questa storia è una persona a cui avevamo accennato sulle
pagine di questo giornale qualche giorno fa, e precisamente il 26 dicembre,
quando abbiamo raccontato la storia di Fausto Mercuri, il 60 enne morto di
infarto, il mattino di Natale, davanti alla chiesa dell’Assunta. Abbiamo
scritto che Fausto viveva solo, in una grande casa, immerso nei libri, e che
condivideva la sua vita, con un fratello; quel fratello è proprio l’anziano
scampato all’incendio, Michelangelo, anche lui solitario per scelta, e volutamente
privo di una vita sociale. Nemmeno il tempo di seppellire suo fratello e di
elaborare il lutto, che la mala sorte ha bussato di nuovo alla sua porta,
questa volta sotto forma di lingue di fuoco e di un fumo denso e nero che
poteva non lasciar scampo. Michelangelo probabilmente adesso si trasferirà in
una casa accanto, perché il rogo l’ha privato della casa che per una vita ha
condiviso con l’amato Fausto, e di tutti i ricordi che essa conteneva.
lunedì 30 dicembre 2019
Muore la mattina di Natale, davanti alla Cattadrale.
Nicotera.
E’ morto la mattina di Natale, davanti alla Cattedrale dedicata all’Assunta,
Fausto Mercuri, 60 anni. Ad accorgersi del suo corpo esanime riverso a terra un
passante che ha immediatamente allertato i soccorsi. Ma il medico di Guardia
non ha potuto che constatare il decesso. Per lui, infatti, non c’era più niente
da fare: a stroncarlo, secondo una prima ispezione della salma, un infarto
fulminante che non ha lasciato scampo. Sul posto sono giunti anche i
Carabinieri della locale stazione. Fausto è morto improvvisamente e per cause
naturali. Caso chiuso. Rimane, tuttavia, altro da raccontare di questa storia e
di questa morte avvenuta per strada la mattina di Natale, mentre le campane
suonano a festa per la nascita del Redentore. E’ una storia soprattutto di
solitudine, una solitudine probabilmente scelta come stile di vita e non
necessariamente subita, ma che non alleggerisce il quadro di una vita vissuta all’insegna
di un ritiro dal mondo e del ruolo di una società che forse è poco attenta a
chi non è propenso ad omologarsi allo stile di vita caotico e ultra social di
questi tempi. Fausto non era sposato, viveva con suo fratello maggiore, un uomo
anch’esso solitario e amante dei libri, tanto che la sua camera da letto è
sommersa da volumi. Entrambi amavano leggere e vivere mille storie e
avventurose vicende attraverso i loro amati libri. Umberto Eco una volta
scrisse che «chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria!
Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c'era quando Caino uccise Abele, quando Renzo
sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l'infinito… perché la lettura è una
immortalità all'indietro». E così Fausto e suo fratello cavalcavano le ali del
tempo grazie alla loro fornitissima biblioteca. Ma, all’infuori di queste
entusiasmanti esperienze letterarie, la vita sociale vera e propria si riduceva
a ben poca cosa. Fausto soleva uscire in bicicletta. Ogni tanto lo si vedeva
per le vie del paese: si recava ad acquistare qualcosa da mangiare o per una
boccata d’aria. Poi il rientro a casa a riprendere la vita di sempre, tra un
libro e l’altro. A Fausto e suo fratello non manca nulla a livello economico,
dato che provengono da una famiglia agiata. Il grande gap è forse
quell’isolamento che, per quanto scelto, dovrebbe destare attenzione da parte
della comunità e attivare le antenne di coloro i quali sono spesso dediti alla solidarietà,
magari attuata verso chi vive dall’altra parte del mondo, ma quasi mai spesa nei
confronti di chi vive a due passi da casa nostra. Fausto è morto la mattina di
Natale, da solo, davanti alla chiesa matrice di Nicotera che si apprestava a
spalancare le sue porte per accogliere i fedeli in festa. Un giorno particolare
in cui la tristezza, come la gioia, possono dilatarsi enormemente; e in cui la
solitudine pesa come un macigno e può non lasciare scampo.
I cento anni di Nonna Serena. Badia di Nicotera in festa.
Nicotera.
Una festa davvero inaspettata per nonna Serena, quella che si è svolta venerdì
pomeriggio, nella sua casetta di Badia, piccola frazione di Nicotera. Un giorno
da ricordare per un compleanno speciale (cento gli anni compiuti), che la
Giunta comunale al completo ha voluto festeggiare. E così alle tre del
pomeriggio il sindaco Pino Marasco, accompagnato dalla sua squadra al gran
completo, si è recato dalla nonnina di Badia portandole in dono una mega torta,
vassoi ricolmi di dolci e bottiglie di spumante da stappare. In un attimo la
sua casetta si è riempita di persone desiderose di partecipare alla festa.
Naturalmente non
potevano mancare i figli, Annunziata e Nino; i suoi quattro adorati nipoti:
Rosalba, Caterina, Rosamaria e Cosimo; e cinque pronipoti: Francesco, Maria,
Domenica, Giuseppina, Giovanni e Domenico. Una discendenza nutrita e amorevole
che si prende cura con assiduità di nonna Serena che con sacrificio e fatica ha
portato avanti la sua famiglia in momenti difficilissimi, attraversando il
Novecento armata di forza e di tenacia. Il giorno del suo compleanno per lei è
stata una grande emozione. Lucida e sveglia come non mai ha ringraziato tutti
della presenza, in primis il sindaco Pino Marasco. Lei l’ha visto crescere, ed
è stata felicissima di vederlo con la fascia tricolore: «vederti sindaco per me
è una grande gioia- gli ha detto- ti ho visto in fasce, ti ho crescere ed
adesso sei diventato sindaco». Allo stesso modo, la centenaria ha salutato il
parroco del paese, don Cosma Raso; il
suo medico condotto, la dottoressa Aurora Corso e poi tutti gli amici e il
vicinato. Per nulla frastornata dalla confusione, ha accettato con gioia gli
auguri e i brindisi di tutti. «Questo evento mi ha regalato una grande
emozione- ha dichiarato da parte sua il sindaco- è stata una grande gioia
festeggiare i cento anni di comare Serena; un evento, per quanto mi riguarda-
ha aggiunto- che si ripete per la seconda volta, in veste di amministratore.
Qualche anno fa, quando ricoprivo la carica di assessore, ho avuto l’onore di
festeggiare un altro centenario, sempre di Badia, quella volta si trattava di
un nonnino». «Persone così anziane- ha aggiunto il sindaco- sono la nostra
memoria storica; abbiamo di venerarli e accudirli con amore». La signora Serena Rizzo ha vissuto una vita
intensa. Ha conosciuto la vedovanza in giovanissima età; come spesso accadeva
all’epoca, se una ragazza restava vedova
spesso era consuetudine che andasse in sposa al fratello del defunto, e così è
stato anche per lei. Ha lavorato tantissimo. Aveva un manipolo di caprette e in testa al suo
piccolo gregge si recava in tutti i paesi limitrofi a vendere latte fresco
porta a porta. Il freddo, la pioggia e il vento non la spaventavano, e neanche
le torride giornate di sole. Le sue fedeli capre la seguivano per strade ripide
o scoscese, per sentieri impervi e quei percorsi privi di asfalto che
collegavano un paesino ad un altro. In molti attendevano l’arrivo della signora
Rizzo e delle sue caprette, il latte delle quali per decenni ha nutrito
generazioni di persone.
Nonna Serena è ancora autonoma e tiene alla sua indipendenza, pur essendo assistita
assiduamente da una nipote che la va trovare almeno tre volte al giorno
giovedì 5 dicembre 2019
Lavori abusivi in contrada Gattota: il Comune ordina l'immediato ripristino dello stato dei luoghi.
Nicotera.
Ha
novanta giorni di tempo, a partire dalla notifica della Polizia Municipale,
Giovanni Rizzo, classe ’72, di ripristinare lo stato dei luoghi in località
Gattota, nel Comune di Nicotera. Qui Rizzo, per come si legge sull’ordinanza
firmata da Carmelo Ciampa, responsabile dell’Ufficio Tecnico del municipio
costiero, avrebbe realizzato abusivamente un manufatto di cui ora si richiede
l’immediata rimozione. Nello specifico, l’ordinanza precisa che il Rizzo, «in
assenza delle prescritte autorizzazioni» avrebbe «eseguito una movimentazione
di terra di circa 800 metri quadrati, realizzando abusivamente un piazzale in
terreno calcareo e misto, movimentando circa 2000 metri cubi di terreno,
creando un dislivello dalla strada interpoderale a mezzo costa dai 2,5 metri a
3,5 metri di altezza, significando che tale area risulta attigua ad un fosso
attiguo denominato “Gattota”, ivi presente». I lavori sarebbero iniziati in
assenza di concessione e permesso di costruire. Ma è interessante analizzare
l’area oggetto della costruzione abusiva. Il fosso acquifero, conosciuto come
Gatto dai residenti ma definito nelle mappe comunali “Gattota”, è una vecchia
conoscenza di questo giornale, dato che è il protagonista di numerosi reportage
sul dissesto idrogeologico, in specie quello dove insiste la famosa e
disastrata “variante” realizzata per accorciare le distanze tra Limbadi e
Nicotera ma che in realtà è un inno allo spreco del denaro pubblico e di una
sconsiderata ingegneria edile: quella strada infatti è stata costruita su
terreno da riporto; al di sotto di essa sono stati aggiunti degli scatolari di
cemento che avevano il compito di reggere il peso della carreggiata, ma non
hanno mai assolto correttamente il loro compito. Insomma, non sono state prese
le misure necessarie per un’area ad alto rischio idrogeologico, come precisato,
anche in virtù del fatto che il terreno è lacerato da una delle tante fiumane
che compongono il reticolo che segnano il territorio nicoterese. Tornando al
manufatto da abbattere e alla necessità di ripristinare lo stato dei luoghi,
l’area in questione è franosa, e urge valutare se un eventuale sbancamento potrebbe
cagionare nuovi smottamenti. A rilevare quanto stava avvenendo i Carabinieri
della stazione di Limbadi, che hanno indirizzato la “comunicazione di reato” al
protocollo generale dell’ente costiero, il 9 settembre scorso. Di questi giorni
è invece l’ordinanza firmata dal responsabile dell’area tecnica, che darà
mandato alla Polizia Municipale di dare esecuzione di quanto previsto dalla
legge.
Spaccatura nel gruppo consiliare della Lega: i militanti sfiduciano il loro leader
Nicotera. Terremoto nel gruppo
consiliare di minoranza della Lega. Il leader Antonio Macrì viene sfiduciato
dai stessi suoi compagni, quelli che insieme a lui hanno affrontato il faticoso
e appassionante iter elettorale dello scorso maggio. Ma i giovani leghisti che
lo hanno sostenuto non si limitano a dissociarsi, ne chiedono addirittura le
dimissioni dall’incarico di segretario cittadino. Il perché di tale durissima
presa di posizione lo spiegano i militanti del gruppo in una nota che non
lascia spazio ad equivoci. «I sottoscritti Domenica Corigliano, Diego Pagano,
Annarita Sardo, Teresa Thobie, Carmen Zagari, già candidati al consiglio
comunale nella lista della Lega- scrivono- con la presente nota intendono
dissociarsi dalle ultime scelte adottate in consiglio dal segretario cittadino
nonché consigliere comunale Antonio Macrì». Quello, dunque, che il gruppo della
Lega ritiene inaccettabile da parte del leader è l’essersi conformato
passivamente alla maggioranza. Condotta che evidentemente non attiene a un
consigliere di opposizione che, per definizione, precisano gli estensori della
nota, ha il compito di vigilare sull’operato della maggioranza tenendo un
atteggiamento critico ma costruttivo e non certo morbido e complice. Per i
militanti del gruppo politico della Lega le scelte di Macrì «tendenti a sposare
ogni argomentazione proveniente dalla maggioranza sono frutto di valutazioni
personali e non concordate con noi». Sarebbero scelte, per i rappresentati del
gruppo consiliare leghista, che non collimano con lo spirito e gli obiettivi
con cui la lista capitanata da Antonio Macrì si è presentata agli elettori. «La
stragrande maggioranza delle votazioni fatte- argomentano- come quella a favore
dell’aumento della Tari, vanno in senso contrario alle battaglie da sempre
portate avanti dalla Lega e dalle promesse fatte ai cittadini in campagna
elettorale, e soprattutto vanno contro gli interessi stessi dei cittadini
nicoteresi». Gli ex compagni di viaggio di Macrì ribadiscono di essere stati e
di volerlo essere anche in futuro «per la gente tra la gente», per questo
motivo, scrivono, «andremo contro ogni interesse e mire personalistiche». Alla
fine del comunicato si evidenzia con forza una frattura insanabile culminata
con l’invito a dimettersi da segretario comunale del partito di Matteo Salvini:
«invitiamo il consigliere di minoranza- esigono i rappresentanti del gruppo
consiliare- a rispettare il ruolo affidatogli dai cittadini, o a dimettersi
dall’incarico di segretario cittadino ed appoggiare così come ha sempre fatto
l’attuale maggioranza». Più chiaro di così dunque non si può; l’ultimatum è
stato lanciato: Macrì deve prendere una decisione, in ogni caso superare “una
fase di stallo” che penalizza il dibattito democratico all’interno del
consiglio comunale, ma soprattutto deve dare delle risposte a chi con lui ha
combattuto per ottenere uno scranno a palazzo Convento. Una cosa è certa:il
gruppo consiliare della Lega si dissocia dal suo stesso leader. Lo scisma si è
ormai consumato. Adesso a restargli accanto sono solo il fedele e ubbidiente
Carmelo Longo e il giovanissimo Albino La Rocca.
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