Nicotera
L’assessore
al bilancio Pino Marasco ritiene doveroso parlare ai cittadini, dopo una
legittima pausa di riflessione, dopo il tristemente famoso 26 giugno, quando una
pioggia di piombo ha gettato nello sconcerto, nella paura e nell’incertezza,
non solo i membri della giunta, ma un’intera cittadinanza.
La notte dei 37 colpi
di kalashnikov, che ha catapultato Nicotera agli onori della cronaca, ha
rappresentato per molti la prova incontrovertibile di vivere in una terra le
cui sorti sono gestite da un “deus ex machina” che, parallelamente a un governo
democraticamente eletto, vorrebbe muovere i fili del destino della città. Un
dio per nulla buono e misericordioso, ma pronto anzi a imbracciare il più
sofisticato dei fucili contro chi osa alzare la testa per ribellarsi. L’evento,
ormai consegnato alla memoria storica dei nicoteresi, non ha ancora trovato una
sua esauriente spiegazione. Pino Marasco comincia proprio da qui. Egli infatti
non sa proprio capacitarsi dove possa affondare la sua ragion d’essere un
agguato così violento.
“Sappiamo che chi
amministra dalle nostre parti è spesso oggetto di atti intimidatori- ha detto
l’assessore- tuttavia un attentato di questo genere, attuato con armi da
guerra, con questa ferocia, ancora non si era visto”.
Marasco fa sapere che,
sebbene in preda ad un turbamento che non allenta la sua morsa, ha consigliato
al sindaco Franco Pagano di continuare, per adesso, l’opera di gestione della
cosa pubblica, perché l’attentato non deve bloccare la sua azione al servizio
della comunità.
“Ho invitato il sindaco
a tenere duro, la città non può essere lasciata allo sbando, come una nave
senza timoniere, ma d'altronde, nonostante il primo cittadino non abbia sciolto
il riserbo, il suo senso di responsabilità glielo impedirebbe”. Con queste
parole Marasco rompe quel muro di silenzio che si era alzato nei giorni subito
dopo il consiglio comunale straordinario, in cui, pur non parlando di
dimissioni, dagli scranni della sala consiliare giungevano alla platea folate
di incertezza. Tuttavia c’è una condizione, posta già in sede del civico
consesso. Una condizione in assenza della quale potrebbe essere compromesso il
prosieguo dell’azione di governo, ed è il potenziamento di nuove unità del
comando dei carabinieri, la nascita del commissariato di polizia, il
mantenimento della brigata della guardia di finanza e un programma di
videosorveglianza.
“Ho consigliato al
sindaco- ha aggiunto ancora l’assessore- di andare avanti per tutta l’estate, vedere
l’esito delle indagini, assicurarci che quanto richiesto ci venga accordato. Se
entro settembre le nostre richieste non troveranno accoglimento allora sarà
tutto messo in discussione, perché, con tutta la buona volontà e la grinta che
ci anima, nonostante tutto, non si può continuare ad operare in condizioni di
questo genere. Non è ammissibile lavorare in un clima di paura”.
Marasco ha tenuto
inoltre a sottolineare di essere “fermamente fiducioso nell’azione delle forze
dell’ordine, che sapranno senz’altro assicurare alle patrie galere gli autori
di un così violento agguato”.
Per quanto concerne
l’operato della giunta finora posto in essere, l’amministratore ha dichiarato: “In
otto mesi abbiamo fatto quel che ritenevamo opportuno e giusto per la città. Il
tutto con una scarsezza di fondi senza precedenti. Le nostre uniche entrate
provengono dalle tasse pagate dai cittadini nicoteresi, virtuosissimi
nell’onorare il loro dover con il fisco, e con quelle poche risorse dovevamo (e
dobbiamo) adempiere quanto meno il minimo indispensabile. Le note ragioni di
spending-review hanno bloccato i trasferimenti statali e regionali. Le case
comunali languono e finora non è stato possibile mettere in atto i vari
progetti che l’amministrazione aveva in agenda. Abbiamo agito con grande
parsimonia, effettuando, laddove possibile, dei tagli alla spesa”
“All’inizio dell’anno,-
rammenta Marasco- siamo dovuti ricorrere
all’anticipazione di cassa, perché non avevamo liquidità, adesso a
distanza di sei mesi, c’è un piccolo attivo in cassa, proprio grazie alle tasse
versate dei cittadini (Imu, Tarsu, servizio idrico) che serve a non ricorrere
alla suddetta anticipazione di cassa, e che serve anche a pagare gli stipendi
dei dipendenti comunali, nonché tutte le altre incombenze: pagare la sorical e
i vari enti che bussano alle porte comunali costantemente”. Questo il quadro
economico del Comune di Nicotera. Un municipio non certo fiorente,
un’amministrazione che finora non ha certo appaltato chissà quali grandi lavori
da scatenare l’ingordigia dei predatori.
E in tema di appalti
Marasco tiene a ribadire: “qualsiasi appalto, per qualsiasi progetto, lo
inviamo alla Suap affinché sia essa stessa a promuovere una gara. Inviamo anche
progetti dalle cifre irrisorie, proprio per quel principio di trasparenza e
legalità che ci ha sempre animato. Anzi- ha aggiunto Marasco- ritengo che forse
le cause dell’attentato siano proprio da ricercare in quella sete di legalità
che ci ha sempre animato”.
Quel che l’assessore
auspica è “che si faccia piena luce sul vile attentato, chiaramente di natura
mafiosa”.
“Invito inoltre- ha
aggiunto- tutte le associazioni e i cittadini a farsi sentire, a reagire
all’ennesimo sgarro ai danni della città”. Il suo è un vero e proprio appello
alla parte sana del popolo nicoterese, un appello a gridare allo sdegno. “Rimango
basito e perplesso per l’atteggiamento delle tante associazioni nicoteresi,
sempre in prima linea nel cercare visibilità, di come, in questo difficile
momento, si siano chiuse in un inspiegabile silenzio”.
“Questo mio intervento-
ha chiosato l’amministratore- vuole essere un tentativo a tenere i riflettori
accesi sul nostro Comune, a tenere alta l’attenzione, per non essere
inghiottiti dal dimenticatoio”.
“Abbiamo fiducia nella
giustizia che, siamo certi, non ci lascerà soli”.
Enza Dell’Acqua
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