mercoledì 10 luglio 2013

La situazione a Nicotera Marina








Nicotera Le foto qui pubblicate hanno l’ingrato compito di documentare lo stato di degrado e incuria in cui versa la Marina di Nicotera. Quella che doveva essere il fiore all’occhiello dell’estate nicoterese è ridotta in condizioni che eufemisticamente definiremo disagevoli. L’amministrazione aveva promesso che si sarebbe attivata per risollevare la frazione marittima dallo stato di abbandono cui ormai da anni passivamente convive. Ma purtroppo nulla si è mosso. Attualmente la compagine di governo alloggia tra le maglie dell’incertezza, ancora troppo fresco il ricordo dell’agguato, ancora vittima dello shock e dei tentennamenti. E mentre lo stato maggiore di Palazzo Convento decide sul da farsi la Marina di Nicotera viene espugnata. E viene espugnata da un esercito di blatte, forse meno temibile di quell’esercito di Cartaginesi che assediò la povera Sagunto, ma sicuramente capace di suscitare un notevole senso di orrore. Esse testimoniano inoltre lo stato di fatiscenza in cui versa il sistema fognario nella frazione marittima. Dalle grate dei tombini infatti, oltre a far capolino gli intrepidi scarafaggi, vengono esalati effluvi decisamente sgradevoli, che si espandono generosamente per tutta la cittadina che viene così pervasa da un olezzo penetrante.
Sembra che i cittadini abbiano ormai preso l’abitudine di porre sulle grate dei tombini dei tappeti e dei fogli di cartone, con il duplice intento di impedire la risalita degli scarafaggi dai loro nascondigli sotterranei, ma anche per tentare di bloccare i miasmi fognari.
Facendo un giro per la piccola cittadina, un senso di tristezza e di rammarico invade prepotente l’animo del visitatore, che non può che constatare che una cittadina piena di risorse inesplorate giace in uno stato di noncuranza generalizzato. Ma è nelle parole dei cittadini che emerge chiara la situazione della Marina. Specialmente le persone più anziane, con la “brevitas” delle loro sentenze: “la Marina è sporca”, sanciscono senza troppi giri di parole.
Il lungomare Rifarlo nuovo, come si sa, è il sogno del cassetto del primo cittadino Franco Pagano. Ma per adesso questo sogno nel cassetto resterà perché, com’è noto, non ci sono i fondi necessari per realizzare una così mastodontica opera. Ma i cittadini, che non credono più alle favole, speravano almeno che si facesse il minimo indispensabile: che fosse spazzato regolarmente e ripulito da cartacce e rifiuti, che si cercasse insomma di garantire un po’ di decoro. I cestini dei rifiuti che puntellano il lungomare sono spesso ricolmi di spazzatura, che non viene portati via con regolarità.
Altro punto critico la banchina della bonifica, costellata di rifiuti di ogni genere, compreso materiale di risulta.
L’illuminazione Altra nota dolente. Sembrerebbe infatti che alcune zone della Marina, quando cala la sera, sprofondino nel buio, in quanto sprovviste di illuminazione. Anche le luci sul lungo mare sono carenti, alcuni lampioni hanno una sola lampada funzionante, altri addirittura hanno un solo braccio. Questi piccoli dettagli aggiungono ulteriore squallore ad uno scenario di abbandono che di sera potrebbe anche acquisire un fascino gotico e decadente.
Un’altra area della Marina completamente al buio è tutta l’intera via dietro la chiesa matrice che conduce alla strada che dalla cittadina porta alla stazione ferroviaria. Questa strada, denominata “Gnuni”, è spesso in uso non solo ai residenti che la risalgono per raggiungere la stazione, ma anche ai tanti turisti che, scesi dal treno, la percorrono per visitare la sottostante frazione. Oltre che invasa dalla vegetazione florida e selvaggia, la strada è senza la benché minima illuminazione, ma questo potrebbe essere il male minore, se si pensa che intere zone abitate sono carenti di adeguata illuminazione.
Uguale problema ha quel lungo percorso che va dall’incrocio Papatolo all’ingresso della Marina. Questa strada si chiama contrada Timpa, nel maggio scorso qualcuno ha dato alle fiamme dei cassonetti ricolmi di immondizia oltre il limite della decenza, il fuoco nel ridurre in cenere e in diossina il loro contenuto marcescente, ha anche danneggiato, evidentemente, dei fili della luce. Da allora infatti anche contrada Timpa si aggiunta alla lista delle zone al buio. Finora contrada Timpa non ha ricevuto la visita dei tecnici dell’Enel.
L’intraprendenza dei cittadini Chiudiamo questo “quaderno delle doglianze” con una nota positiva: l’intraprendenza dei cittadini. Molti pensionati si sono organizzati per ripulire la villa comunale, pitturandola in alcuni punti, con le loro piccole risorse, cercando di renderla decorosa e vivibile, per trascorrere nella decenza, sotto l’ombra degli alberi, i lunghi e afosi pomeriggi estivi.

Enza Dell’Acqua

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