Nicotera
Le
foto qui pubblicate hanno l’ingrato compito di documentare lo stato di degrado
e incuria in cui versa la Marina di Nicotera. Quella che doveva essere il fiore
all’occhiello dell’estate nicoterese è ridotta in condizioni che
eufemisticamente definiremo disagevoli. L’amministrazione aveva promesso che si
sarebbe attivata per risollevare la frazione marittima dallo stato di abbandono
cui ormai da anni passivamente convive. Ma purtroppo nulla si è mosso. Attualmente
la compagine di governo alloggia tra le maglie dell’incertezza, ancora troppo
fresco il ricordo dell’agguato, ancora vittima dello shock e dei tentennamenti.
E mentre lo stato maggiore di Palazzo Convento decide sul da farsi la Marina di
Nicotera viene espugnata. E viene espugnata da un esercito di blatte, forse
meno temibile di quell’esercito di Cartaginesi che assediò la povera Sagunto, ma
sicuramente capace di suscitare un notevole senso di orrore. Esse testimoniano
inoltre lo stato di fatiscenza in cui versa il sistema fognario nella frazione
marittima. Dalle grate dei tombini infatti, oltre a far capolino gli intrepidi
scarafaggi, vengono esalati effluvi decisamente sgradevoli, che si espandono
generosamente per tutta la cittadina che viene così pervasa da un olezzo
penetrante.
Sembra che i cittadini
abbiano ormai preso l’abitudine di porre sulle grate dei tombini dei tappeti e
dei fogli di cartone, con il duplice intento di impedire la risalita degli
scarafaggi dai loro nascondigli sotterranei, ma anche per tentare di bloccare i
miasmi fognari.
Facendo un giro per la
piccola cittadina, un senso di tristezza e di rammarico invade prepotente l’animo
del visitatore, che non può che constatare che una cittadina piena di risorse
inesplorate giace in uno stato di noncuranza generalizzato. Ma è nelle parole
dei cittadini che emerge chiara la situazione della Marina. Specialmente le
persone più anziane, con la “brevitas” delle loro sentenze: “la Marina è sporca”,
sanciscono senza troppi giri di parole.
Il
lungomare Rifarlo nuovo, come si sa, è il sogno del cassetto
del primo cittadino Franco Pagano. Ma per adesso questo sogno nel cassetto
resterà perché, com’è noto, non ci sono i fondi necessari per realizzare una
così mastodontica opera. Ma i cittadini, che non credono più alle favole,
speravano almeno che si facesse il minimo indispensabile: che fosse spazzato
regolarmente e ripulito da cartacce e rifiuti, che si cercasse insomma di
garantire un po’ di decoro. I cestini dei rifiuti che puntellano il lungomare
sono spesso ricolmi di spazzatura, che non viene portati via con regolarità.
Altro punto critico la
banchina della bonifica, costellata di rifiuti di ogni genere, compreso
materiale di risulta.
L’illuminazione
Altra
nota dolente. Sembrerebbe infatti che alcune zone della Marina, quando cala la
sera, sprofondino nel buio, in quanto sprovviste di illuminazione. Anche le
luci sul lungo mare sono carenti, alcuni lampioni hanno una sola lampada
funzionante, altri addirittura hanno un solo braccio. Questi piccoli dettagli
aggiungono ulteriore squallore ad uno scenario di abbandono che di sera
potrebbe anche acquisire un fascino gotico e decadente.
Un’altra area della
Marina completamente al buio è tutta l’intera via dietro la chiesa matrice che
conduce alla strada che dalla cittadina porta alla stazione ferroviaria. Questa
strada, denominata “Gnuni”, è spesso in uso non solo ai residenti che la
risalgono per raggiungere la stazione, ma anche ai tanti turisti che, scesi dal
treno, la percorrono per visitare la sottostante frazione. Oltre che invasa
dalla vegetazione florida e selvaggia, la strada è senza la benché minima
illuminazione, ma questo potrebbe essere il male minore, se si pensa che intere
zone abitate sono carenti di adeguata illuminazione.
Uguale problema ha quel
lungo percorso che va dall’incrocio Papatolo all’ingresso della Marina. Questa
strada si chiama contrada Timpa, nel maggio scorso qualcuno ha dato alle fiamme
dei cassonetti ricolmi di immondizia oltre il limite della decenza, il fuoco
nel ridurre in cenere e in diossina il loro contenuto marcescente, ha anche
danneggiato, evidentemente, dei fili della luce. Da allora infatti anche
contrada Timpa si aggiunta alla lista delle zone al buio. Finora contrada Timpa
non ha ricevuto la visita dei tecnici dell’Enel.
L’intraprendenza
dei cittadini Chiudiamo questo “quaderno delle
doglianze” con una nota positiva: l’intraprendenza dei cittadini. Molti
pensionati si sono organizzati per ripulire la villa comunale, pitturandola in
alcuni punti, con le loro piccole risorse, cercando di renderla decorosa e vivibile,
per trascorrere nella decenza, sotto l’ombra degli alberi, i lunghi e afosi
pomeriggi estivi.
Enza Dell’Acqua
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