Nicotera
Mercoledì,
nel corso della mattinata, in un’arteria principale della cittadina, ha avuto
inizio la rimozione del tetto di eternit di un grosso edificio. La cosa
dovrebbe essere di per sé di ordinaria amministrazione, in realtà si rivela un’operazione
abbastanza inusuale perché scene di questo genere, ovvero operai specializzati
in mascherina e tute bianche alla CSI intenti a rimuovere il temibile
materiale, se ne vedono purtroppo ben poche.
La rimozione dei malefici
tetti di veleno non avviene di frequente e ciò per una serie di motivi.
Innanzitutto i costi
eccessivi della bonifica e del conseguente rifacimento del tetto è completamente
a carico del privato, che non beneficerebbe di incentivi economici da parte
dall’ente, co
Com’è ben noto, per
rimuovere l’amianto di un tetto è sconsigliabile agire per conto proprio per la
pericolosità a cui si va incontro. E’ infatti necessario rivolgersi a delle
ditte private. La mano d’opera è attrezzata con tuta, guanti e respiratori
idonei e provvede ad effettuare tutte le operazioni necessarie, trattando le
lastre e smaltendole in discariche specializzate per tutelare l’ambiente. Ormai
dal 1992 è vietato l’uso di amianto in Italia. Esso è altamente cancerogeno: le
sue polveri, se respirate, provocano tumori della pleura e il carcinoma
polmonare. Il decreto legislativo 257/1992 stabilisce obblighi per gli enti
pubblici e per i privati circa gli immobili con presenza di materiale
contenente amianto. Questi obblighi sono: da parte dell’ASP di procedere con il
censimento tramite mappatura dei fabbricati con presenza del materiale nocivo;
da parte dei proprietari di immobili di notificare all’ASP la presenza di
amianti in strutture o luoghi.
Ma considerato che non
esiste alcun obbligo di legge per la rimozione delle coperture di eternit ( a
meno che lo stato in cui si trova non sia fonte di rischio), e considerati gli
esosi costi di smaltimento, spesso l’eternit rimane dov’è. Per il PRA (piano
regionale amianto) entro il 2016 bisognerà indicare l’intenzione di toglierlo,
e non l’obbligo di farlo.
Ad inquadrare bene la
situazione è l’architetto Rocco Avignone, responsabile della ditta Ecopiana che
mercoledì mattina a Nicotera era intenta a bonificare il tetto del palazzo in
pieno centro.
“Comuni, Provincia,
Regione, non elargiscono contributi per la rimozione dell’eternit. Si consideri
che, oltre alla spesa della rimozione, i privati cittadini devono sostenere la
spesa della ricopertura, poi vi sono i costi di impalcatura, ponteggio, ecc. ma
a complicare il tutto- ha continuato il Avignone- è un iter burocratico difficoltoso:
prima di ottenere l’autorizzazione vi sono una serie di adempimenti che hanno
dei costi, ma quello che grava maggiormente è il conferimento in discariche
apposite, tali discariche non esistono nel Sud Italia. Sono quindi dei costi che si sobbarca il proprietario dell’immobile”. Le discariche dell’eternit si trovano in Toscana,
Emilia Romagna, Lombardia.
“La gente è scoraggiata
per gli importi esosi,- ha osservato il giovane architetto- l’utile per l’impresa
è scarso, i soldi si spendono per adempimenti a volte inutili. Il Comune
dovrebbe farsi carico almeno delle spese edili. Un altro problema è che non c’è
una mappatura, anzi che nonostante ci sia una legge regionale che obbliga i
comuni a fare delle ordinanze per compilare una mappatura dell’eternit presente
sul territorio, gli enti che vi hanno aderito sono pochi”.
La mappatura serve per
avere il PRAC (piano regionale amianto Calabria) e quindi per avere quanto meno
una chiara idea della situazione in Calabria. Ad onor del vero c’è da segnalare
che qualche mese fa il comune di Nicotera aveva promosso un censimento
dell’eternit presente in città.
“I comuni- ha detto
ancora Avignone- non hanno ottemperato anche perché manca la cultura del
rispetto dell’ambente. Sarebbe inoltre opportuno informare i cittadini sulla
pericolosità dell’amianto”.
Eventuali vantaggi per
i cittadini che rimuovono i pericolosi tetti sono di tipo fiscale. I costi di
bonifica da amianto rientrerebbero tra le spese che beneficiano delle
agevolazioni fiscali previste per le ristrutturazioni edilizie. Con il Decreto
salva Italia (6/12/2011 n.201) sono previste delle detrazioni Irpef per le
ristrutturazioni edilizie, anche per quanto riguarda la parte dei costi da
sostenere per lo smaltimento dei tetti in eternit o di strutture similari in
amianto.
Ma il vero problema è
che manca il rispetto della salute pubblica, mancano soprattutto i fondi per bonificare
l’insidioso materiale. Magari adeguati incentivi farebbero germogliare in
qualsiasi cittadino una sana etica ambientale. Quello che non mancano però sono
le pietose scene in cui campeggiano lastre di eternit nei letti dei ruscelli o
nei pressi delle spiagge.
Enza Dell’Acqua
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