domenica 28 luglio 2013

Rimozione tetto d'amianto




Nicotera Mercoledì, nel corso della mattinata, in un’arteria principale della cittadina, ha avuto inizio la rimozione del tetto di eternit di un grosso edificio. La cosa dovrebbe essere di per sé di ordinaria amministrazione, in realtà si rivela un’operazione abbastanza inusuale perché scene di questo genere, ovvero operai specializzati in mascherina e tute bianche alla CSI intenti a rimuovere il temibile materiale, se ne vedono purtroppo ben poche.
La rimozione dei malefici tetti di veleno non avviene di frequente e ciò per una serie di motivi.
Innanzitutto i costi eccessivi della bonifica e del conseguente rifacimento del tetto è completamente a carico del privato, che non beneficerebbe di incentivi economici da parte dall’ente, co

munale o regionale.
Com’è ben noto, per rimuovere l’amianto di un tetto è sconsigliabile agire per conto proprio per la pericolosità a cui si va incontro. E’ infatti necessario rivolgersi a delle ditte private. La mano d’opera è attrezzata con tuta, guanti e respiratori idonei e provvede ad effettuare tutte le operazioni necessarie, trattando le lastre e smaltendole in discariche specializzate per tutelare l’ambiente. Ormai dal 1992 è vietato l’uso di amianto in Italia. Esso è altamente cancerogeno: le sue polveri, se respirate, provocano tumori della pleura e il carcinoma polmonare. Il decreto legislativo 257/1992 stabilisce obblighi per gli enti pubblici e per i privati circa gli immobili con presenza di materiale contenente amianto. Questi obblighi sono: da parte dell’ASP di procedere con il censimento tramite mappatura dei fabbricati con presenza del materiale nocivo; da parte dei proprietari di immobili di notificare all’ASP la presenza di amianti in strutture o luoghi.
Ma considerato che non esiste alcun obbligo di legge per la rimozione delle coperture di eternit ( a meno che lo stato in cui si trova non sia fonte di rischio), e considerati gli esosi costi di smaltimento, spesso l’eternit rimane dov’è. Per il PRA (piano regionale amianto) entro il 2016 bisognerà indicare l’intenzione di toglierlo, e non l’obbligo di farlo.
Ad inquadrare bene la situazione è l’architetto Rocco Avignone, responsabile della ditta Ecopiana che mercoledì mattina a Nicotera era intenta a bonificare il tetto del palazzo in pieno centro.
“Comuni, Provincia, Regione, non elargiscono contributi per la rimozione dell’eternit. Si consideri che, oltre alla spesa della rimozione, i privati cittadini devono sostenere la spesa della ricopertura, poi vi sono i costi di impalcatura, ponteggio, ecc. ma a complicare il tutto- ha continuato il Avignone- è un iter burocratico difficoltoso: prima di ottenere l’autorizzazione vi sono una serie di adempimenti che hanno dei costi, ma quello che grava maggiormente è il conferimento in discariche apposite, tali discariche non esistono nel Sud Italia. Sono quindi dei  costi che si sobbarca il proprietario dell’immobile”.  Le discariche dell’eternit si trovano in Toscana, Emilia Romagna, Lombardia.
“La gente è scoraggiata per gli importi esosi,- ha osservato il giovane architetto- l’utile per l’impresa è scarso, i soldi si spendono per adempimenti a volte inutili. Il Comune dovrebbe farsi carico almeno delle spese edili. Un altro problema è che non c’è una mappatura, anzi che nonostante ci sia una legge regionale che obbliga i comuni a fare delle ordinanze per compilare una mappatura dell’eternit presente sul territorio, gli enti che vi hanno aderito sono pochi”.
La mappatura serve per avere il PRAC (piano regionale amianto Calabria) e quindi per avere quanto meno una chiara idea della situazione in Calabria. Ad onor del vero c’è da segnalare che qualche mese fa il comune di Nicotera aveva promosso un censimento dell’eternit presente in città.
“I comuni- ha detto ancora Avignone- non hanno ottemperato anche perché manca la cultura del rispetto dell’ambente. Sarebbe inoltre opportuno informare i cittadini sulla pericolosità dell’amianto”.
Eventuali vantaggi per i cittadini che rimuovono i pericolosi tetti sono di tipo fiscale. I costi di bonifica da amianto rientrerebbero tra le spese che beneficiano delle agevolazioni fiscali previste per le ristrutturazioni edilizie. Con il Decreto salva Italia (6/12/2011 n.201) sono previste delle detrazioni Irpef per le ristrutturazioni edilizie, anche per quanto riguarda la parte dei costi da sostenere per lo smaltimento dei tetti in eternit o di strutture similari in amianto.
Ma il vero problema è che manca il rispetto della salute pubblica, mancano soprattutto i fondi per bonificare l’insidioso materiale. Magari adeguati incentivi farebbero germogliare in qualsiasi cittadino una sana etica ambientale. Quello che non mancano però sono le pietose scene in cui campeggiano lastre di eternit nei letti dei ruscelli o nei pressi delle spiagge.
Enza Dell’Acqua

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