Nicotera.
A
un mese esatto dell’attentato al sindaco, il 26 luglio, si è svolto un
consiglio straordinario a Nicotera Marina. Ad ospitare il civico consesso il
lido American Bar. L’ordine del giorno è stato, com’è noto, la problematica
mare. Non si è parlato di sicurezza, di criminalità, di monitoraggio del
territorio da parte delle forze dell’ordine. Non si è parlato dell’agguato
accorso presso la villetta del sindaco un mese prima, e nemmeno di come il
primo cittadino e la sua giunta intendano procedere. Nulla di tutto questo.
Come
un incubo evaporato all’alba Sembra che il terribile
attentato che ha sconvolto la città il 26 di giugno sia stato rimosso, e del
drammatico evento non sia rimasto che un vago ricordo da ricacciare negli
anfratti più segreti della memoria collettiva. Una brutta cosa da dimenticare,
e sulla quale si è voluto stendere un velo di silenzio. Da parte di tutti. A
cominciare dagli stessi membri dell’amministrazione. Silente anche l’opposizione.
Lo stesso silenzio abbracciato dai cittadini. Tutti marciando su un pericoloso
precipizio nel quale si rischia di scivolare nella “banalità del male”, per
dirla con Hanna Arendt.
Il
proclama del sindaco
L’intervento del
sindaco Franco Pagano all’inizio dei lavori aveva l’aria di un proclama. «Il
mare è pulito», ha ribadito un primo cittadino decisamente seccato dalle voci
incontrollate, e, soprattutto non scientificamente suffragate, in merito
all’inquinamento dello specchio d’acqua di fronte Nicotera Marina. Per il
sindaco chi sostiene che il mare sia sporco parla senza uno straccio di dato di
laboratorio in mano, egli invece ha le prove di quanto afferma, prove
confermate e suffragate dai rappresentanti delle autorità delle Capitanerie di
porto di Vibo e Gioia Tauro, Di Marzio e Tomat, dall’Arpacal, insomma dal fior
fiore delle istituzioni. Quindi, in una surreale situazione in cui si sono
creare due fazioni contrapposte, una specie di res extensa e res cogitans di
cartesiana memoria, Pagano, Tomat e Di Marzio, rappresentano la prima, dunque la
scienza.
Nella seconda schiera
rientra il vasto popolo (cittadini comuni, giornalisti, operatori turistici) di
coloro i quali non sono stati illuminati dal progresso scientifico, e rimasti
in una zona d’ombra, dichiarano che il fantasma esiste, ma in realtà non
l’hanno mai visto, al limite ne hanno sentito il tintinnìo delle catene.
Forte dei suoi
incontrovertibili dati, Franco Pagano ha invitato tutti, in primis la stampa a
pesare bene quanto dice.
«Ribadisco con forza
che per il futuro non tollereremo messaggi veicolati anche a mezzo stampa tali
da inficiare la bontà delle nostre acque. Nel momento in cui ci troveremo degli
articoli di stampa che contrastano con i dati oggettivi in nostro possesso andremo
a tutelare l’immagine della nostra città».
Dimasi
il dissidente Pino Dimasi, il consigliere che la
scorsa settimana aveva dichiarato, senza mezzi termini, che il mare è sporco,
creando non poco imbarazzo nella maggioranza cui appartiene, nel corso del
civico consesso ha preso la parola. Visibilmente dispiaciuto per aver amareggiato
il sindaco per quanto affermato, ha cercato di precisare le sue esternazioni.
«Se noi diciamo che il
problema è il Mesima, sarebbe un guaio perché da lì il Mesima non lo sposta
nessuno, quindi la nostra economia sarebbe finita. Perché questo fenomeno (mare
sporco) si presenta da giugno a settembre?» ha tuonato il consigliere, che ha
continuato: «da settembre in poi, abbiamo un mare pulitissimo!»
« Io amo il mio paese e
non voglio fare allarmismo», ha continuato un Dimasi travolto da un’ondata di
sentimentalismo «ma che nessuno si permetta di distruggere ciò che di buono
abbiamo! Mi scuso con gli operatori turistici per quanto ho detto la scorsa
settimana, ma il loro silenzio è preoccupante, che si facciano avanti per
discutere del problema, perché io voglio
il bene di questo territorio e di chi ci lavora».
Il consigliere ha
chiosato il suo accalorato discorso con un misterioso ammonimento: « Dico una
cosa e chiudo: l’uomo quello che non fa non si sa, ma quello che si fa un giorno
si saprà!»
Conclusioni
Il mare è pulito. Lo hanno detto le istituzioni. Anche se il suo aspetto può
sembrare a tratti poco invitante per via del suo colore sospetto, esso non
rappresenta un attentato alla salute pubblica. Sia chiaro a tutti. Protestare
non serve a nulla. La scienza ha dato il verdetto. Non ci sono tubi fognari che
scaricano in mare, se proprio il cittadino vuole prendersela con qualcuno se la
prenda con il Mesima, che, come ha rivelato Dimasi «solo Dio lo può spostare».
Però i tanti paesini di
montagna che sversano i loro liquami fognari nell’incriminato fiume, potrebbero
anche porre in essere dei sistemi fognari decenti. Spostare il Mesima un
amministratore non può, costruire opere
pubbliche urgenti si.
Enza Dell’Acqua
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