Nicotera.
Calda
domenica mattina di inizio estate. La cittadina costiera si è svegliata tutta
tappezzata di manifesti, firmati e infissi dall’amministrazione comunale, e
rivolti ai cittadini. Non si tratta di un annuncio di un evento culturale,
benchè il manifesto citi illustri filosofi e poeti. Ma si tratta di una lunga
invettiva contro una serie di “nemici” nascosti o dichiarati, che, secondo gli
amministratori, remerebbero contro le sorti della città. Un secco “Adesso
parliamo noi” campeggia perentoriamente sul testo, e poi, prendendo a prestito
l’incipit del Manifesto di Marx dà fuoco alle polveri.
«Uno spettro si aggira
per la città- si legge testualmente- Lo spettro della commissione d’accesso.
Tutti ne parlano, tutti la invocano, ma nessuno l’ha vista». Di seguito, la
lista dei destabilizzatori: «Generali disarcionati, amministratori mancati,
politici rottamati, scrittori improvvisati, galeotti e condannati. Tutti in
fila ne auspicano lo scioglimento per compiacersi delle loro frustranti
delusioni». Costoro, si apprende dal manifesto, sarebbero supportati da
“notizie spazzatura” e rinchiuderebbero il loro impegno per la città
nell’anonima scrittura. «Dimenticano- si precisa ancora- che la nostra comunità
è molto più attenta e lungimirante di qualche squallido trafficante di
“notizie” contraffatte». Né, promette la giunta Pagano si farà intimidire dal «chiacchiericcio
calunnioso» di chi vorrebbe rimettersi in gioco dopo la sconfitta elettorale.
L’amministrazione precisa, inoltre che “le fucilate” non hanno raggiunto
l’obiettivo e meno che mai potranno riuscirci «le maldicenze costruite ad arte».
Né rappresenterebbe un problema l’Aventino, già parzialmente realizzatosi con
la defezione delle consiglieri Lapa e Giofrè, e che, secondo rumors cittadini, potrebbe
coinvolgere, nei prossimi giorni, anche il resto dell’opposizione. Insomma,
oggi dalle mura della città è tuonata una vera e propria catilinaria da parte
di Pagano e la sua squadra, in cui ce n’è davvero per tutti. Un libello che
tracima rabbia e disappunto per i presunti attacchi di cui sarebbe fatta
oggetto l’amministrazione, la quale però dopo lo sfogo, chiosa con il famoso
verso dantesco “non ti curar di loro, ma guarda e passa”.
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