Nicotera.
Spesso, dalle pagine di questo giornale, abbiamo denunciato la generalizzata
mancanza di etica ambientale che, in modo trasversale, colpisce amministratori
e cittadini comuni, e i cui effetti si vedono nelle spiagge, nei letti delle
fiumane, nelle aree verdi, persino nei pressi dei centri abitati.
Lastre di eternit,
elettrodomestici, ingombranti: davvero di tutto abbiamo fotografato e
sottoposto all’attenzione del lettore. Adesso, ancora una volta, dovere di
cronaca ci impone di presentarvi un’altra area di interesse turistico e
paesaggistico colpita dal degrado, e che d’ora in poi entrerà di diritto nella
lunga lista dei paradisi naturalistici ridotti a discariche a cielo aperto. Si
tratta della bellissima scogliera Provenzano di Nicotera Marina, denominata dai
residenti “punta Preicciola”, e che, purtroppo, dell’antico e suggestivo
fascino, non ha più nulla. Quello che era il rifugio degli innamorati, ora è un
vero e proprio immondezzaio impraticabile, oltre che pericoloso per salute
stessa di chi si avventuri da queste parti. Presso la Preicciola infatti,
abbiamo trovato, grazie alle segnalazione degli attenti giovani del Comitato
pro Marina, ogni sorta di elettrodomestico, ormai roso dalla ruggine, tronchi
d’alberi, rifiuti di tutti i tipi, ma, soprattutto, carcasse di animali, sui
quali banchettano stuoli di voraci mosche. Ciò che le foto che vi mostriamo non
possono raccontare è l’insopportabile miasma che si espande per ogni dove. Ci
scusiamo con i lettori per la crudezza con la quale descriviamo lo stato delle
cose, ma tale è la realtà dei fatti.
La scogliera Provenzano,
per la sua bellezza selvaggia, è inserita negli itinerari delle guide
turistiche. D’estate pedalò o barche cariche di turisti o semplici residenti si
avventurano da queste parti a visitarne le insenature, o a fare il bagno in una
di quelle lagune naturali create dalle pietre.
«Tutto questo ora è
solo un bel ricordo- hanno dichiarato i ragazzi del Comitato pro Marina- la scogliera
è adesso una discarica da cui è bene stare alla larga, perché è anche alto il
rischio di contrarre infezioni». I giovani del Comitato non ci stanno a vedere
le risorse del proprio territorio divorate da un’incuria senza precedenti. Per
questo hanno deciso di attrezzarsi, nei limiti del possibile, per tentare di
ripulirla. «Ma da soli non possiamo farcela- hanno puntualizzato- anche se faremo
del nostro meglio. Auspichiamo che l’amministrazione faccia la sua parte: non
può stare a guardare, senza muovere un dito, che le nostre bellezze naturalistiche
siano sommerse dalla spazzatura. Soprattutto- incalzano i ragazzi- dove sono i
consiglieri di Marina (Demasi e Cavallaro)? Dov’è il sindaco, anch’egli
originario di Marina? Perché non si fanno sentire? Come si può parlare ancora
di turismo, in queste condizioni?»
Per i giovani militanti
del Comitato, rimane inspiegabile il silenzio degli amministratori, in specie
quelli che vivono nella frazione e ne possono contemplare ogni santo giorno le
criticità che l’attanagliano.
Dopo aver ridipinto il
muretto del lungo mare, i ragazzi, come soldati in trincea, sono adesso pronti
a lanciarsi in una nuova impresa, mossi dall’etica ambientale e dall’amore del
loro paese. Chissà se ancora stavolta saranno lasciati soli.
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