Nicotera.
“Aspettando Godot” è un dramma del 1952, incentrato intorno alla costruzione
dell’attesa. La scena si apre su una strada desolata. Due uomini stanno
aspettando che arrivi questo signor Godot, del quale nulla si sa. Egli si
limita solo a un mandare un messaggero presso i due personaggi a dire che Godot
“non verrà oggi, ma domani”. E così l’angoscia continua, in un’attesa
estenuante, in una forma di immobilismo che in realtà immobilismo non è, e
dove, all’insaputa dei due che aspettano, è tutto in divenire.
Questo dramma, è la
condizione in cui, a detta dell’assessore all’Ambiente Pino Marasco, sta
vivendo la città da quando è apparsa la notizia dell’arrivo della commissione
di accesso agli atti. «Una notizia destabilizzante- ha precisato Marasco- Già è
difficile operare in condizioni normali, in questo clima ancora peggio. Mi
rivolgo inoltre- ha aggiunto- ai consiglieri Brosio e Campisi che nel civico
consesso di lunedì scorso hanno iniziato il loro intervento parlando di commissione
di accesso, e solo dopo fanno una lista dei problemi del paese: ma di cosa
parliamo, in realtà? Se avete sentore di
questa evenienza, o sapete cose che noi non sappiamo, per rispetto dei
cittadini, dovete dirci da dove vi arrivano queste notizie. A chi ci accusa di
mancata trasparenza- rivolgendosi alle dimissionarie Giofrè e Lapa- quali sono
gli atti che ci incriminerebbero? Tirate fuori un atto dove l’amministrazione
ha sbagliato. Anzi, vi lancio una sfida, se tirate fuori qualcosa del genere ne
prendiamo atto, e faremo “mea culpa”, ma alla fine- chiosa l’assessore- sarà
qualcun’altro a dover fare “mea culpa”, per la situazione che si è venuta a
creare». Lo sfogo di Marasco sembra
incastonarsi alla perfezione nella strana atmosfera che aleggia in città, di vaga
incertezza, dove un po’ tutti, ma magari insospettabilmente pochi, sono in
attesa di Godot, anzi, ingannano il tempo sfogliando la margherita: scioglimento
sì, scioglimento no. Si aspetta che la figura di Godot si intraveda all’orizzonte,
caricata, suo malgrado, dalle
aspettative di ciascuno. Per alcuni la liberazione, per altri il castigo. Per
il momento dovrebbe solo stabilire se Franco Pagano e i suoi hanno qualcosa a
che fare con la criminalità organizzata. O per dirla in “busillis”, se sussiste
un qualche rischio che l’amministrazione sia permeabile ad influenze sinistre.
O meglio, destre, dati i recenti capitomboli politici del sindaco. Mafia o no,
ciò che sorprende è la mancanza assoluta di programmazione di una vita civile
avventurosa, romantica quasi, fatta di slanci eroici, sovente estivi, inverni
di latitanze lunghe, ai “bracieri” paesani, in un contesto cittadino divenuto
falò di vanità individuali e collettive, obiettivo di sconfinate quanto
velleitarie ambizioni, teatro di macchinazioni improbabili e di inusitata
doppiezza. Scogliere e pinete sommerse di spazzatura, e centri storici che
attendono di essere resuscitati. Di questo e di altro, tanto altro, si potrebbe
e dovrebbe parlare in attesa di Godot.
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