Nicotera.
Ancora
una volta dovere di cronaca ci impone di segnalare una discarica abusiva a
cielo aperto di eternit. Ancora una volta sottoponiamo all’attenzione dei
lettori delle foto che ritraggono impietosamente uno scempio ambientale. La
discarica qui presentata si trova in un’area di campagna, alle spalle del fosso
San Giovanni, e comunque ai limiti di una strada interpoderale percorsa
abitualmente dagli agricoltori che si recano nei loro apprezzamenti di terreno.
L’accumulo di eternit abbandonato può essere definito un vero e proprio
attentato alla salute pubblica, infatti le lastre di amianto sono spezzate in
più parti, a tratti sbriciolate. Ed è noto ormai a tutti che la polvere di
amianto causi il temibile carcinoma polmonare. Le stime, a tal riguardo,
diffuse dall’Arpa (sistema nazionale per la protezione dell’ambiente) sono
agghiaccianti. Ben il 50% dei carcinomi occupazionali della pleura e dei
polmoni sono proprio causate dall’esposizione all’eternit. Ma la polvere di
amianto può essere facilmente sospinta dal vento per ogni dove, come un alito
malefico che distrugge la salute delle persone, ignare di essere a contatto con
il pericoloso elemento.
Il territorio
nicoterese è purtroppo puntellato da questi cumuli letali. E le segnalazioni
sono state tante. Nel torrente Britto, abbiamo fotografato lastre di eternit,
portate in braccio dalla corrente e consegnate al mare, quando la fiumana si
ingrossa a causa delle piogge. Quando il torrente è secco, l’amianto giace sul
letto del fiume consunto dal sole e dagli agenti atmosferici. Eppure fino a
vent’anni fa Britto una località amena, un luogo ideale per trascorrere una
domenica a contatto con la natura, ora è una fonte di pericolo per la salute.
Lo stesso dicasi della spiaggia di
Nicotera Marina, o presso l’incantevole pineta a due passi dal mare. O,
addirittura, nel centro storico Palmintieri. Aree di notevole valore
paesaggistico e monumentale deturpate da questi odiosi cumuli che, oltre ad
essere indecorosi, cagionano gravi problemi alla salute dei cittadini.
L’ultima discarica, in
ordine di tempo, è questa che vi presentiamo adesso, tra gli agrumeti e le
distese di campi di bieta e scarola. Proprio a due passi dei prodotti della
terra, qualcuno ha pensato bene di disfarsi della propria copertura di eternit,
praticamente a costo zero, ma senza considerare l’azione nefasta del proprio
agire. E così che si avvelenano l’ambiente e le persone. Rimuovere un tetto di
amianto ha un costo elevato, in molti, non avendo incentivi economici in tal
senso, da parte delle istituzioni, preferiscono ricorrere al “fai da te”. Gli
unici aiuti da parte dello Stato è di tipo fiscale.
Intanto non è chiaro se
il Comune abbia mai effettuato una mappatura dell’eternit presente nel
territorio comunale. Ma ciò che al momento appare necessario è attivarsi per
rimuovere il materiale tossico accumulato nei vari punti segnalati. Nella
tutela della salute pubblica.
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