venerdì 13 marzo 2015

Enel taglia la luce al Museo diocesano. La Provincia non ha pagato la bolletta della luce.



Nicotera. Il Museo d’arte sacra di Nicotera è uno dei dieci musei diocesani esistenti in Calabria. Ma forse è il solo che non viene opportunamente valorizzato per come si dovrebbe. Per cominciare a ridare la giusta dignità ad uno dei luoghi più ricchi di arte e storia della Calabria, forse basterebbe che la Provincia pagasse la bolletta della luce. A causa del mancato pagamento, l’Enel ha depotenziato la corrente elettrica: è rimasta solo quella necessaria per mantenere vigile il sistema di allarme. E così le antiche stanze del palazzo vescovile che ospitano i preziosi cimeli di tempi passati sono adesso al buio. In tali condizioni è difficile pensare che si possa lanciare nella rete del circuito del turismo culturale nazionale il museo diocesano di Nicotera. Allo stesso modo sarebbe temerario pensare che lo si possa far emancipare da quell’arcaico modello di museo, ossia una mera esposizione di reperti. In teoria, ma soprattutto in pratica, un museo dovrebbe essere un'istituzione al servizio della società e del suo sviluppo. Dovrebbe essere luogo di studio, educazione e diletto.  Dovrebbe avere un carattere dinamico, il luogo in cui si riscoprono le origini e la storia del proprio territorio creando nel visitatore un senso di appartenenza ad esso. Luogo di eventi e promozioni culturali. Ma prima che il museo ospitato nel palazzo vescovile di Nicotera assurga a questa moderna concezione occorrerebbe partire dalle cose più elementari.
Sono oltre 45 le sale espositive, suddivise in sei sezioni: marmi; argenti; paramenti sacri; mobili; statue; manoscritti. Vi è inoltre un’area etnografica; una biblioteca che comprende almeno 12 mila volumi dal 1500 in poi; una ripartizione dedicata alla numismatica che espone 1400 monete, dal VI secolo a. C.; la pinacoteca, che conserva 135 tra quadri e disegni, tra i più noti autori di arte religiosa: Caivano, Ricciolino, Rubino, Girolamo Imparato, Domenico Russo; l’archivio storico vescovile, che annovera matrimoni, nascite e morti del territorio nicoterese, a partire dal 1500.
Un patrimonio artistico e culturale notevolissimo, voluto e curato dallo studioso nicoterese Natale Pagano. Benchè risulti inserito nel paragrafo Luoghi della cultura nel sito del Ministero dei beni e delle attività culturali, sembrerebbe che il museo non sia pienamente fruibile da parte del pubblico. Il sabato, la domenica e i festivi rimane chiuso; mentre, nei giorni infrasettimanali, è lo stesso personale che, pur non avendo i titoli necessari per espletare questo genere di incombenza, si offre di guidare i gruppi di visitatori o eventuali le scolaresche.
Ecco quindi come deperisce la cultura in una cittadina che era, in tempi non molto remoti, centro di propulsione culturale dell’intero territorio.

2 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  2. Questo è molto triste. La mia famiglia originiated dall'area e io sono una delle persone che hanno seguito questa storia ricca mueseum tramite un sito web da Australia ea Londra molti anni fa. Ma 3 anni fa il sito è stato chiuso a causa di mancanza di fondi. Questa è una tragedia e perdita della storia. Spero che un giorno per visitare il museo, mentre esiste ancora

    RispondiElimina