Nicotera.
Le
foto che corredano questo articolo sono state scattate nella giornata di sabato
scorso. Un momento di tregua dalla pioggia ci ha consentito di effettuare
questo reportage che racconta la condizione delle strade interpoderali nelle
aree agricole all’interno del territorio comunale. La vasta zona è, nello
specifico, alle spalle del fosso San Giovanni, anzi, forse sarebbe più corretto
dire, che l’intera area è lastricata da una serie di piccoli ponti dove al di
sotto scorrono i rivoli che si immettono in uno dei fossi più grandi del
territorio. La vasta pianura, irrorata dalle acque dei fossi- oltre il San
Giovanni c’è anche il San Pietro- è ricoperta da un manto puntellato di colore
arancio e giallo: sono ettari ed ettari di agrumeti che d’inverno danno i loro
frutti: prevalentemente arance, mandarini, limoni. Ma non solo: ci sono anche
coltivazioni di kiwi e un esteso campo di pesche. Ma molti di questi campi
rischiano di essere abbandonati a se stessi: i frutti ormai maturi cadono dagli
alberi e marciscono al suolo. Gli agrumeti, in seguito all’abbandono da parte
degli agricoltori, a cui si deve aggiungere la piaga della siccità, lentamente,
ma inesorabilmente, non danno più frutti. La crescita della vegetazione
selvaggia fa poi il resto e dei campi che un tempo spumeggiavano di colori e di
gustosi agrumi non rimane che uno scenario triste e desolante. Difficilissima
dunque l’attività di quei pochi
agricoltori che hanno deciso di continuare l’arduo lavoro di coltivare la
propria terra. Nonostante tutto. E una delle cause di questa desolazione, per
quanto riguarda il territorio nicoterese è la drammatica condizione delle
strade interpoderali che in teoria dovrebbero condurre gli agricoltori verso i
propri poderi. Ma raggiungerli è ormai pressoché impossibile, la condizione dei
percorsi diventa sempre di più proibitiva. A denunciare il degrado sono gli
stessi agricoltori, ormai estenuati dalle criticità che giornalmente sono
costretti ad affrontare. E sono essi a condurci tra le labirintiche strade che
costeggiano i terreni. Alcune sono completamente distrutte. Il percorso nei
pressi di località Fontanella è completamente sbarrato: il manto stradale è
completamente dissestato, è ridotto, anzi, ad una fanghiglia, mentre la
vegetazione selvaggia ha letteralmente ostruito il passaggio. Da lì non si
passa più e l’agricoltore che deve raggiungere il suo podere deve fare un
percorso alternativo. Lo stesso dicasi della strada in località Mineo. In
alcuni punti vi sono anche delle discariche abusive che lì campeggiano da tempi
immemorabili. Questo quadro di incredibile incuria, questa impossibilità di
percorrere le strade per raggiungere i propri terreni spinge molti contadini ad
abbandonare la cura dei campi. La terra, d’altronde è diventata assai arida,
colpa ne è la siccità, storico nemico dell’agricoltura. Si pensi poi,
denunciano i contadini, che le arance non si riesce più nemmeno a venderle a 6
centesimi al kilo. La competizione con altri mercati mondiali schiaccia i
contadini nostrani che non riescono a piazzare nel territorio nazionale gli
agrumi nemmeno a cifre irrisorie. Per questo, sottolineano, molti di loro
tentano di vendere le proprietà che ormai sono diventate solo una fonte di
spesa. Prova ne è l’ultima batosta in arrivo sulle loro teste. Trattasi
dell’aumento dell’Imu sui terreni agricoli che proprio sabato, mentre essi
denunciavano alla stampa le critiche condizioni in cui sono costretti a
lavorare, il consiglio comunale approvava a maggioranza. L’aliquota è del 7,60
da versare in un’unica tranche entro il 10 febbraio del 2015. Una nuova mazzata
per gli agricoltori nicoteresi, costretti a sopportare un nuovo balzello, ma a
non vedere, nel contempo, degli interventi da parte dell’amministrazione che
giustifichi le tasse sempre in costante aumento. E si chiedono se almeno parte
di questi soldi serviranno a sistemare le strade interpoderali.
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