Nicotera.
Sicurezza,
ordine pubblico e legalità. Ecco le tre parole chiavi che dovrebbero, e
avrebbero dovuto, essere in cima alle priorità degli amministratori negli
ultimi tempi. Anche se quello della sicurezza dei cittadini è diventato ormai
un vero e proprio stato di emergenza. Le
pagine di questo giornale hanno raccontato una serie infinita di gesti
delinquenziali, che hanno visto come scena del crimine una cittadina costiera
sempre più attonita e incapace di reagire. Nulla è stato risparmiato dai
malviventi: l’ufficio postale, esercizi commerciali, le scuole e luoghi di interesse
paesaggistico e religioso. Questi ultimi sono stati oggetto dell’impeto
distruttivo dei soliti annoiati vandali di provincia. Ma l’apice forse lo si è
raggiunto sabato scorso, a Nicotera Marina. Qui, una signora si è vista
piombare in casa un rapinatore, il quale, puntandole contro un fucile, le ha
ordinato di consegnargli tutto ciò che aveva, ovvero la sua borsetta con dentro
soldi e documenti. Una scena che sembra quasi tratta da uno di quei vivaci
racconti sul Selvaggio West, terra di conquista alla mercé di banditi armati.
In realtà il fatto è avvenuto sulla costa vibonese, in una ridente cittadina
accarezzata dalla brezza del mare e che continua a nutrire velleità turistiche
e che cerca di intravedere la via del riscatto dopo essere scivolata in uno
stato di depressione economica e culturale da cui fatica ad emergere. A
compromettere le cose è una micro criminalità che si fa sempre più audace e
spregiudicata.
E compromessa è anche la sicurezza che è un diritto sacrosanto dei cittadini. Ma quanto, a Nicotera, tale diritto viene tutelato? Di certo, esso è affidato ai pochi uomini dell’Arma presenti nel Comando di Nicotera. Ma il lavoro dei militari è reso oltremodo più complicato dalla mancanza di un sistema di videosorveglianza e, nel contempo, dalla morsa invisibile ma pervasiva di silenzi e reticenze che culturalmente e storicamente sono connaturate nel tessuto sociale cittadino. Ora, Nicotera non è certo la capitale degli atti delinquenziali, i quali proliferano ovunque, ma, in un contesto come questo in oggetto, segnato da noti aspetti di cronaca giudiziaria, la micro criminalità potrebbe diventare, anzi, spesso è diventata, consapevolmente oppure no, strumentale alla macro criminalità, in quanto seminatrice di paura e senso di insicurezza. I presupposti migliori per far fiorire nei cittadini un senso di abbandono e di vuoto dove si innestano promesse di sicurezze e controllo di tutt’altra natura.
E compromessa è anche la sicurezza che è un diritto sacrosanto dei cittadini. Ma quanto, a Nicotera, tale diritto viene tutelato? Di certo, esso è affidato ai pochi uomini dell’Arma presenti nel Comando di Nicotera. Ma il lavoro dei militari è reso oltremodo più complicato dalla mancanza di un sistema di videosorveglianza e, nel contempo, dalla morsa invisibile ma pervasiva di silenzi e reticenze che culturalmente e storicamente sono connaturate nel tessuto sociale cittadino. Ora, Nicotera non è certo la capitale degli atti delinquenziali, i quali proliferano ovunque, ma, in un contesto come questo in oggetto, segnato da noti aspetti di cronaca giudiziaria, la micro criminalità potrebbe diventare, anzi, spesso è diventata, consapevolmente oppure no, strumentale alla macro criminalità, in quanto seminatrice di paura e senso di insicurezza. I presupposti migliori per far fiorire nei cittadini un senso di abbandono e di vuoto dove si innestano promesse di sicurezze e controllo di tutt’altra natura.
In questo contesto,
cosa fanno di concreto le istituzioni? E cosa l’amministrazione in carica?
Indice consigli comunali
in cui condanna la criminalità che rimane impunita. Poi, null’altro. Di
protocolli di intesa da sottoscrive con la Prefettura, in materia di pubblica
sicurezza, non ci giunge notizia. Né di progetti in materia di impianti di
videosorveglianza del territorio, né la richiesta di potenziamento la locale
stazione dei carabinieri.