Nicotera.
Il
candidato a sindaco della lista “Movi©Vento”, Antonio D’Agostino,
nell’intervista che segue, spiega ai lettori del Quotidiano qual è il suo
programma politico e l’approccio che intende scegliere per affrontare le tante
criticità che attanagliano la cittadina costiera.
Ingegnere
D’Agostino, come intende risollevare la città da uno stato emergenziale
continuo ravvisabile in vari ambiti?
«Bisogna
partire dall’Abc per riportare la città a un livello vivibile. Noi abbiamo
delle priorità: smaltimento dei rifiuti, gestione idrica e le criticità
correlate all’impianto fognario e
alla depurazione. C’è una gerarchia dei disservizi che intendiamo
affrontare nell’immediato, fermo restando che il mare continua ad essere un
sorvegliato speciale, perché da esso parte lo sviluppo turistico ed economico
del territorio».
A
proposito di rilancio del turismo, quali sono i primi passi da fare?
«Il
rilancio e la crescita del turismo deve passare attraverso una pianificazione
sostenibile delle risorse del territorio. E’ importante la promozione delle
potenzialità che Nicotera possiede. Noi ambiamo ad introdurre il concetto di
ospitalità diffusa, puntando sulla sostenibilità delle risorse e la
cooperazione dei cittadini. Possediamo un centro storico ricco di abitazioni
ormai abbandonate. E’ necessario censire le strutture presenti e trasformarle
in residenze per i turisti e non solo per essi, attivando dei circuiti
fondamentali di recupero, anche sul piano sismico. Puntiamo alla valorizzazione
del patrimonio esistente partendo subito da un piano di recupero. Inoltre,
intendiamo dare il giusto risalto al Festival dell’ospitalità come evento di
promozione del territorio. Ma turismo significa anche rilanciare il nostro
patrimonio agroalimentare, e quindi quel bene immateriale dell’umanità che è la
dieta mediterranea, liberandola, però, da ogni forma di pubblicità ingannevole
innovandola e salvaguardandone la qualità con l’uso di alimenti naturali e a km
0. Inoltre la dieta mediterranea va coniugata con l’educazione alimentare a
partire dalle scuole materne ».
Parliamo
della situazione economica dell’ente. Il Comune è in dissesto, come rimpinguare
le casse dell’ente, al netto di quei fondi vincolati di cui il comune può
disporre?
«Il dissesto è stato un
“male necessario”. Un piano di rientro avrebbe rappresentato una lenta agonia
per l’ente che avrebbe dovuto
predisporre un piano di rientro decennale senza peraltro alleviare gli aggravi
del tutto identici al default. Con la dichiarazione di dissesto siamo
partiti da zero perché viene demandata all’OSL la gestione dei crediti e dei
debiti. Tuttavia, riteniamo che alla base del disastro economico del Comune non
ci sia solo il famigerato sacco della Sogefil, ma anche la mala gestione delle
finanze dell’ente, in primis la
mancata esazione, da parte del Comune, della TARI e dei canoni idrici dovuti
dai grandi contribuenti, come alcuni
grandi complessi turistici del territorio.
A
proposito di ruolo idrico, l’associazione da cui lei proviene, il Movimento 14
luglio, ha battagliato a lungo per il diritto all’acqua potabile, specialmente
a Nicotera Marina. Quanto ancora resta da fare in tale ambito?
«Bisogna continuare la
battaglia per risanare la rete idrica compromessa da anni per la contaminazione
di alcuni componenti come il manganese e il ferro, conseguenza dei mancati
trattamenti di filtrazione presso i pozzi Medma da parte della Sorical
installate solo nell’agosto 2016. E’ inoltre in dirittura di arrivo presso la
regione un progetto di ingegnerizzazione per l’eliminazione delle enormi perdite
rilevate. Anche l’autonomia idrica va rafforzata e, grazie alle battaglie del
Movomento è in corso d’appalto la trivellazione di un pozzo per la
Marina».
Parliamo
del sociale. Del disagio degli anziani soli, delle famiglie con disabili, dei
problemi correlati alla povertà.
«Tra le nostre priorità
c’è la creazione di un “welfare municipale”. Per mettere a punto tale progetto,
siamo pronti a incentivare il nostro potere contrattuale nei tavoli di
concertazione di tali delicate tematiche. E’ fondamentale una programmazione a
livello zonale, cioè una mappatura dei bisogni che può essere realizzata grazie
alla creazione di un segretariato sociale: uno sportello sempre aperto per
ascoltare le esigenze dei cittadini più bisognosi. Per far sentire gli anziani
meno soli stiamo pensando di adottare il progetto “pedibus”, cioè gli “anziani
per la sorveglianza dei bambini”».
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