Nicotera. Continua il botta e risposta tra Antonio D’Agostino, leader della
lista Movivento, arrivata seconda alle elezioni dello scorso 26 maggio, e il
responsabile cittadino del Pd, Manuel Reggio. Ormai da due settimane imperversa
la polemica a colpi di note stampa, in un crescendo di accuse e puntualizzazioni
tra quelli che sono stati due alleati. Nell’articolo che state leggendo, Antonio D’Agostino risponde alle esternazioni di Reggio tracciando
una specie di cronologia degli eventi relativi ai rapporti intrattenuti tra i
due leader politici cominciando dall’esperimento del cantiere civico promosso
da don Francesco Vardè e «che ha visto la progressiva fuoruscita del Pd in
seguito a una discussione in merito ad alcune regole-base da sottoscrivere nel
caso si fosse addivenuti alla formazione di una lista civica di ampio respiro».
La divergenza, precisa D’Agostino, «avvenne su un paio di “clausole” che
prevedevano, la prima, il vincolo dell’eventuale eletto a svolgere il mandato
ricevuto per cinque anni senza optare per candidature in elezioni di livello
superiore; la seconda, la “Dieta mediterranea”, di cui esprimemmo una diversa
concezione». Rapporti, dunque, chiusi tra Cantiere e Pd? Nient’affatto, rivela
D’Agostino, «perché inopinatamente, e a pochi giorni dalla presentazione delle
liste (esattamente il 24 aprile), il PD resuscita e, attraverso la stessa
persona che l’aveva sempre rappresentato al tavolo del “Cantiere”, nonché dopo
il fallimento di tutti i tentativi di mettere su una propria lista, ci viene a
proporre una propria candidata, proprio in quel di Badia dove quella famosa
manciata di voti a nostro favore ci avrebbe garantito la vittoria». Ma il
Cantiere rifiutò il «do ut des» respingendolo al mittente «per ovvi motivi di
coerenza e di dignità». L’antefatto narrato, secondo D’Agostino, motiverebbe a
sufficienza «il risentimento di cui è intrisa tutta la replica del segretario
Reggio nel contestare l’analisi del voto da noi fatta e che cercava
semplicemente di sottolineare che i 320 voti, proporzionalmente più
determinanti per la nostra sconfitta, di due frazioni (Comerconi e Badia),
espressi a favore dei principali partiti nazionali (escluso il Movimento 5
stelle), erano traslocati per intero nella lista Marasco». Tale flusso di voti,
argomenta ancora il consigliere d’opposizione, «ha poco a che vedere con il
civismo evocato dal PD, ma piuttosto con le solite manovre pattizie che hanno
smesso di scandalizzarci visto che rientrano ormai a pieno titolo nel
malcostume partitico di questo nostro Paese». Da qui un auspicio rivolto a
Reggio (e al suo entourage): «farebbe a esercitarsi nell’auto-analisi della
sconfitta del proprio partito che, oltre a non essere stato in grado di mettere
su una lista, è riuscito a collezionarne una seconda, non meno grave, alle
elezioni europee». Sul tema del civismo, D’Agostino augura al Pd «di ritrovarlo
nelle strade e nelle piazze, come da tre anni va facendo il Movimento 14
luglio, piuttosto che nelle pagine ammuffite di un’enciclopedia. E che, se
ritiene, si faccia ancora qualche domanda iniziando magari proprio dal
“civismo” della lista Marasco che ha annoverato, tra l’altro, un esponente di
Casa Pound». D’Agostino ritiene che alla vittoria del neo sindaco il Pd abbia
tributato «un augurio troppo enfatico per non suscitare più di un dubbio. Da
qui- spiega- è scaturito il termine “sigillo”, da noi consapevolmente scelto e
respinto sdegnosamente dal segretario. Termine che si ripropone dopo l’incarico
di “portavoce unico” a un esponente di spicco del Pd cittadino» (il riferimento
è al giornalista Pdino Giovanni Durante, anch’egli ex socio del Cantiere, e
scelto dal sindaco Pino Marasco come proprio addetto stampa, ndr). Una nomina
che, a parere del leader di Movivento, «suscita più di un interrogativo, non
soltanto a noi, sulla natura e sulle circostanze che hanno portato a detta nomina.
Ciò senza nulla togliere alle qualità di operatore della comunicazione della
persona in questione».
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