Nicotera.
Si
è tenuto ieri mattina il consiglio comunale con i punti richiesti dal gruppo di
minoranza “Movivento”. Una richiesta rivolta insistentemente dall’opposizione e
accettata dal sindaco solo dopo l’intervento del prefetto di Vibo, Francesco
Zito, il quale era stato reso edotto dalla refrattarietà del sindaco Pino Marasco
proprio da “Movivento”. L’intervento prefettizio ha dunque permesso
all’opposizione di portare in consiglio le importanti tematiche
inspiegabilmente snobbate dalla maggioranza. A prendere la parola e ad
illustrare le questioni al centro del civico consesso la consigliera Maria
Adele Buccafusca. Un “cahiers de doléances”, fittissimo, da cui fioccavano
problematiche irrisolte, tutte rivolte all’attenzione del sindaco e della sua
squadra: la questione rifiuti, con tutte le sue caleidoscopiche criticità, come
ad esempio le strade perennemente sporche. Pur riconoscendo, la consigliera, i
vantaggi ottenuti dal varo della raccolta differenziata, non ha potuto
sottacere i tanti aspetti di una malagestione del servizio da parte della ditta
incaricata. Ad esempio, i compattatori posteggiati nei pressi delle case
popolari, con tutto il loro carico di spazzatura e inenarrabili miasmi; il
cosiddetto “vecchio ospedale”, la cui ristrutturazione da parte del Comune è
costata un botto, divenuta vergognosa discarica da parte di chi non intende
omologarsi al sistema di raccolta differenziata; altro punto da dibattere: l’individuazione
degli evasori dell’imposta sui rifiuti. Non meno importante la tematica
inerente il mare, e quindi l’individuazione anzi tempo delle fonti di
inquinamento; tema fortemente collegato al famoso coordinamento dei sindaci
denominato “bandiera blu”, di cui era stato designato come guida proprio il
comune di Nicotera; poi l’eterno gap del 118 e il punto, anch’esso importante,
dei dossi, da porre nei punti pericolosi dei percorsi cittadini. Il sindaco,
travolto dall’interpellanza della Buccafusca, ha tentato faticosamente di
rispondere punto per punto, annaspando in una marea di parole al cospetto di
problemi che attendono trepidanti di essere risolti. A tendergli una mano il
consigliere Giuseppe Leone, che di tanto in tanto tentava di appoggiare Marasco
nel duro duellare con un’opposizione troppo preparata e attenta. Ma ad aiutarlo
a tirare fuori, una volta per tutte, il suo disagio, ci ha pensato l’ingegnere
Antonio D’Agostino, capo di Movivento, e l’ha fatto sul terreno, anzi, sulla
superficie liquida, è il caso di dire, e non sempre azzurra del mare
nicoterese. Nicotera doveva essere il comune capofila nel coordinamento dei
sindaci per la salvaguardia e il monitoraggio del mare. Qui Marasco ha svelato
tutto il suo scoramento, rivelando di “non avere le forze” per occuparsi anche
del comitato: «quando ho aderito con entusiasmo a tale iniziativa non ho
ponderato bene le forze a mia disposizione». «L’ordinaria amministrazione», ha
argomentato, «mi assorbe completamente, quindi non posso prendere in carico la
gestione del coordinamento. Pur tuttavia- ha precisato- se sarò invitato ci
sarò». Il sindaco ha mostrato senza imbarazzo il suo disinteresse a gestire un
organo assembleare la cui funzione è assai rilevante per la soluzione del
problema dell’inquinamento marino. Problema di cui Nicotera è sempre stata
drammaticamente interessata. Ma Marasco non ce la fa, evidentemente, a farsi
carico di tutto, vista e considerata anche l’inattività della sua squadra:
l’inconsistenza delle assessore Caronte e De Stefano, le loro notevoli assenze
nelle riunioni di giunta; il mutismo esasperato degli altri consiglieri;
l’inattività di una truppa al seguito di un capitano già logorato da un lavoro
di trincea, condotto praticamente in solitudine. Una squadra debole, benchè
fortissima a livello di resa elettorale, ha decretato la spossatezza del
sindaco. Mentre il gruppo Movivento parlava, egli, con aria assente, soffocava a
stento uno sbadiglio; mentre due suoi consiglieri, Albanese e Barillari,
abbandonavano gli scranni per andare fuori a fumarsi una sigaretta. Il mare, il
118, gli impegni presi, possono attendere, una Marlboro, no.
venerdì 28 febbraio 2020
domenica 23 febbraio 2020
Nicotera. Valeria Caronte la vicesindaca campionessa di assenteismo super stipendiata.
Nicotera.
La
piaga dell’assenteismo non guarda confini geografici o istituzionali. E anche il
Comune di Nicotera infatti, da adesso in poi, può essere annoverato tra gli enti
toccati da questo deprecabile malcostume. Infatti, la vicesindaca e assessora
al Bilancio, Tributi e Personale, Valeria Caronte, è riuscita a raggiungere
vette di assenteismo finora mai toccate da nessuno a palazzo Convento. Il poco
invidiabile primato è stato conquistato a forza delle continue diserzioni delle
riunioni di Giunta. Tali riunioni, da quando l’amministrazione Marasco si è
insediata, nel giugno scorso, sono state in tutto 49. La vicesindaca e
assessora è stata assente per ben 26 volte, avendone presenziato 23. Poiché la
matematica non è un’opinione, le sue assenze superano le presenze, rendendola
di fatto una figura evanescente nell’ambito dell’importante organo consultivo e
deliberativo. Ma c’è di più. Le assenze delle Caronte si sono verificate anche
in quelle sedute in cui si deliberava relativamente a tematiche attinenti il
suo ramo. Tanto per fare un esempio, il 28 gennaio la riunione di giunta ha
approvato il piano di rientro del debito maturato per tariffa conferimento
rifiuti anno 2018 con la Regione Calabria. A mancare proprio lei, che così non
ha potuto apportare il suo prezioso contributo in merito. Così il 19 settembre,
quando si discuteva della graduatoria per la copertura del posto a tempo pieno
e indeterminato per un istruttore amministrativo (ricordiamo che l’aministratrice
è anche titolare della delega al Personale). Irreperibile anche il 13, quando
invece si affrontava il tema dell’adozione del programma annuale del 2020 e del
piano triennale delle opere pubbliche 2020/2022. Assente non giustificata anche
il giorno in cui si deliberava sulla richiesta di assegnazione di un contributo
erariale per interventi riferiti a opere pubbliche e messe in sicurezza degli
edifici e del territorio. Fuori sede anche il 2 luglio quando il tema erano “le
somme non soggette ad esecuzione forzata”. Insomma, una figura diafana e
impalpabile, assai poco incisiva, e soprattutto mai, finora, resasi
intestataria di una determinazione sul piano del suo campo, il Bilancio.
Un’iniziativa che sarebbe sembrata opportuna e consona al suo ruolo, ma
soprattutto in considerazione del fatto che il comune nicoterese sul piano
dell’economia ne ha subite di ogni, compreso l’attuale dissesto finanziario. E
proprio la gravità della situazione economica nicoterese, avrebbe avuto bisogno
di una Margaret Thatcher dal polso di ferro. Tutto, invece, è nelle mani di una
22enne studentessa in Economia aziendale, fortemente elogiata dal sindaco, benchè inconsitente sul piano pratico e
concettuale. Eppure, il suo stipendio mensile, per come prevede la normativa in
merito, è di tutto rispetto. Nelle sue tasche entrano 1.400 euro, ovvero il 50%
della mensilità prevista dal sindaco che, per i comuni da cinque ai diecimila
abitanti, parte da una base di 2.700 euro. Il ruolo della vicensindaca e assessora si limita, nei consigli comunali,
in cui raramente prende la parola, a leggere una velina. Qui finisce il suo
ruolo, non avendo mai nessuno finora avuto il piacere di leggere una sua nota
stampa o leggere una sua disquisizione in materia di finanze, o vederla fare un
po’ di conti pubblici, come si conviente a un’assessora al Bilancio.
Insegnante proveniente da Codogno in quarantena volontaria. Gesto di responsabilità.
Limbadi.
Una docente limbadese è ritornata ieri da Codogno, città lombarda da dove si è
diffuso il focolaio italiano del corona virus. Appena rientrata nel piccolo
centro del vibonese, in macchina pare, la famiglia della donna, estremamente
responsabile, ha subito allertato la protezione civile per ricevere istruzioni
sul da farsi. Comunque non sono stati segnalati sintomi influenzali, né
contatti con degli ammalati. Pare non sia stato ancora praticato il tampone, ma
a scopo precauzionale è stato chiaramente deciso di far risiedere la persona,
della quale celiamo l’identità per ovvi motivi, in un luogo dove non possa
avere contatti quotidiani, tali da poter costituire, nemmeno potenzialmente, un
pericolo. Inutile dire, come sottolineato da diversi esperti, che la prima
protezione della cittadinanza è attivata da un atteggiamento responsabile,
quale è stato quello della limbadese in questione. Sul caso non ha senso
generare alcuna forma di allarmismo, considerato che non esiste alcuna
emergenza. Tuttavia la vicenda indica la via da seguire per gestire al meglio
questo frangente estremamente delicato. Il flusso di persone da e per Lombardia
e Veneto è pressoché ingestibile, così come incalcolabile è il numero di
contatti del cosiddetto paziente “1”, il manager 38enne ricoverato in gravi
condizioni ammalatosi per primo.
Intanto è un fermo
invito alla calma, quello del dottor Antonio Talesa, responsabile del Servizio
di Emergenza Urgenza di Catanzaro. «Il nostro sistema sanitario», spiega, «è
perfettamente in grado di fronteggiare le eventuali emergenze che potrebbero
riguardare la nostra regione». Il dirigente sceglie con cura le parole per
contenere al massimo ogni forma di allarmismo, dopo la diffusione della notizia
della quarantena volontaria optata dalla ragazza. Tiene a precisare con forza che
in Calabria non vi è alcun caso di infezione da coronavirus. Tuttavia, a scopo
precauzionale, la giovane dovrà sottoporsi al tampone al fine di scongiurare una
eventuale positività all’infezione. Lunedì si recherà presso l’ospedale di
Catanzaro, e qui, nel reparto i malattie infettive, sarà effettuato il test.
“E’ un’epidemia mondiale- spiega Talesa- che si manifesta come una polmonite.
Adeguatamente trattata, è un’infezione curabile. Certamente più a rischio sono
le persone già debilitate a causa di altre patologie». La ragazza, fino al
risultato delle analisi, dovrà restare confinata in casa. Se, malauguratamente,
il test dovrebbe essere positivo scatteranno altre misure di sicurezza, come
previsto dal protocollo dell’Oms. Ma tutto lascia pensare che la giovane
insegnante sia in ottima salute.
«Il test verrà
effettuato a scopo precauzionale- ha detto il commissario prefettizio alla
guida del comune di Limbadi, Antonio Reppucci, sulla falsariga di quanto dichiarato
dal dirigente Talesa. «Per adesso non vi è alcun rischio e non risultato
persone contagiate- ha aggiunto-. In ogni caso il sottoscritto, di concerto con
i Carabinieri, agiremo con estrema attenzione per monitorare costantemente la
situazione».
Enza Dell'Acqua - Francesco Tripaldi
mercoledì 19 febbraio 2020
Cimitero. Che fine ha fatto il progetto di ampliamento?
Nicotera.
La
questione del cimitero abbandonato al degrado e privo di controllo è un tema
che si sta facendo strada insistentemente nel sentire collettivo della
cittadina costiera, da sempre sensibile al culto dei defunti. Le notizie in
merito a degli esecrabili atti che si svolgerebbero dentro le mura sacre ha
creato grande sconcerto. A generare quella che si presume possa essere una
compravendita abusiva di loculi è la carenza degli stessi, tanto che ormai in
molti sono costretti a tumulare i propri defunti nei paesi viciniori. Eppure
esiste un progetto per l’ampliamento del cimitero, redatto, a suo tempo,
dall’assessore ai Lavori Pubblici Federico Polito, che stranamente non è mai
stato messo in pratica. Il programma stilato dall’ex amministratore non si
occupava solo della questione specificamente strutturale ma anche del
regolamento, del censimento e dell’anagrafe cimiteriale, dello smaltimento dei
rifiuti delle esumazioni, nonché delle tasse di concessione, norma ignorata da
sempre. Se, come prevede l’amministrazione Marasco, i servizi cimiteriali
devono essere esternalizzati, si terrà conto del progetto e relativo complesso
regolamento che da anni giace in un cassetto? L’urgenza di mettere ordine nel
luogo sacro è ormai ineludibile, e forse l’esternalizzazione del servizio non
appare affatto come la soluzione al problema, se permangono le gravi criticità
di base. Innanzitutto, bisognerebbe comprendere le motivazioni dell’immobilismo
dell’esecutivo Marasco in tale ambito. Del perché, cioè, non si attui l’ampliamento,
atteso da tanto tempo che è, soprattutto, il vero deterrente a ciò che di
vergognoso è avvenuto e sta avvenendo. Il progetto targato Polito prevedeva un computo
metrico dettagliato del terreno adibito ad accogliere l’ampliamento; i metri
quadri da espropriare sono esattamente 2278. Il progetto, nel suo insieme, ha
un costo di 200 mila euro. Solo la fase espropriativa ha un costo di circa 28
mila euro. Nelle spese sono incluse il frazionamento del terreno in lotti, le
spese tecniche, la realizzazione dei muri di recinzione, la realizzazione di
canali di scolo per le acque bianche, illuminazione e pavimentazione, anche di
aree del cimitero, costruite anni addietro, per le quali non è mai stato
costruito un selciato decente. Le edicole funerarie d realizzare sono 125, di
tre tipologie, in ordine di grandezza. Nel lavoro redatto dal geometra Polito
si parla, come accennato, anche della concessione del lotto: ha una durata di
99 anni, mentre la relativa tassa va versata ogni 20. L’aspetto del censimento e anagrafe cimiteriale, riveste un ruolo
di capitale importanza in quanto servirà a rimettere ordine tra le molte tombe
ed edicole funerarie che non si sa più a chi appartengano. E da quanto si è
potuto apprendere, le mire dei predatori sono dirette proprio verso queste
tipologie di sepolture, nella presunzione che di una tomba abbandonata, e
soprattutto del corpo che giace al suo interno, non interessi più a nessuno. Gli effetti dell’immigrazione hanno portato le persone ad abbandonare
pure le tombe, ma non si sa mai che un giorno qualcuno ritorni a far visita ai
suoi morti e non più trovi il caro estinto, sfrattato e finito chissà dove.
Cimitero. Carabinieri sequestrano cumuli di bare fatte a pezzi. Indagini in corso.
Nicotera.
Che
la situazione al cimitero di Nicotera fosse drammatica, sotto il profilo del
rispetto, non solo della dignità dei defunti, ma anche delle basilari norme
igieniche, è un fatto che si mormora da anni. Già da quando esisteva un
assessore alle “Politiche cimiteriali”, durante l’era Pagano, si era a
conoscenza del fatto che qualcosa di anomalo accadesse all’interno di quelle
mura sacre. Ma adesso, nell’epoca amministrativa targata Marasco, le cose
potrebbero essere anche peggiorate sul profilo della legittimità delle
operazioni che avvengono nel camposanto. Secondo indiscrezioni, tutto ciò che
sta accadendo, e che è accaduto, sarebbe adesso al vaglio degli inquirenti. I
Carabinieri vogliono vederci chiaro perché le cose potrebbero essere peggiori
di quello che si potrebbe immaginare. La settimana scorsa sono stati propri i
militari dell’Arma a scoprire che in un’area interna sono state accatastate
bare fatte a pezzi, forse residuato di una estumulazione, avvenuta, come
sempre, nel più completo disprezzo delle regole e senza una regolare
autorizzazione. Le cose spesso si svolgono in modo del tutto arbitrario, in
quanto mancano vigilanza e controllo. Ma, come precisato, ci sarebbe dell’altro
che le indagini in corso potrebbero far emergere. Ciò che più desta sconcerto è
l’indifferenza dell’istituzione comunale, sia democraticamente eletta che
commissariale. Anzi, un’ordinanza del sindaco Giuseppe Marasco ha decretato,
all’indomani del suo insediamento a palazzo Convento, che il cimitero restasse
sempre aperto, tutti i giorni, benchè privo di ogni custodia, se non le
telecamere poste all’ingresso, per volere della Terna commissariale. Una vera
gioia per i predatori senza scrupoli che hanno deciso di lucrare persino sulla
morte. Ad onor del vero, sembrerebbe che certe pratiche si svolgano anche a
cimitero chiuso, segno che si poteva disporre arbitrariamente dell’apertura e
della chiusura dei cancelli. La situazione, insomma, è di estrema gravità. Un
episodio, su tutti, rende idea degli orrori che ivi si consumavano. Una mattina
di settembre del 2019, quindi poco più di quattro mesi fa, da un cassonetto
dell’immondizia posto all’interno del luogo sacro proveniva un intenso odore di
morte, che ha sconvolto i visitatori. Mistero su cosa ci potesse essere
all’interno di quel cassonetto, di certo l’accaduto apre le porte ad
inquietanti scenari. Intanto, la settimana scorsa i Carabinieri hanno
provveduto a sequestrare il cumulo di bare fatte a pezzi, provvedendo, altresì,
a sequestrare il contenuto delle telecamere poste all’ingresso del luogo sacro.
Intanto, stamattina dovrebbero svolgersi delle estumulazioni. Il sindaco ha
provveduto ad inviare un rappresentante del Comune e dell’Ufficio tecnico,
perché, si legge nella determina in oggetto, “è obbligatorio assistere a tali
operazioni da parte di un rappresentante del Comune”. Meno male che qualcuno l’ha
capito ed è corso ai ripari. Una disposizione assai tardiva, che arriva in
concomitanza con le incursioni dei Carabinieri nel luogo. Le ultime news sul
tema raccontano che l’amministrazione comunale ha indetto una gara d’appalto
per l’esternalizzazione dei servizi cimiteriali. Una ditta dovrebbe occuparsi
dell’intera gestione del camposanto. Il costo è di 225 mila euro, e la durata
del servizio è di cinque anni.
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