Limbadi.
Una docente limbadese è ritornata ieri da Codogno, città lombarda da dove si è
diffuso il focolaio italiano del corona virus. Appena rientrata nel piccolo
centro del vibonese, in macchina pare, la famiglia della donna, estremamente
responsabile, ha subito allertato la protezione civile per ricevere istruzioni
sul da farsi. Comunque non sono stati segnalati sintomi influenzali, né
contatti con degli ammalati. Pare non sia stato ancora praticato il tampone, ma
a scopo precauzionale è stato chiaramente deciso di far risiedere la persona,
della quale celiamo l’identità per ovvi motivi, in un luogo dove non possa
avere contatti quotidiani, tali da poter costituire, nemmeno potenzialmente, un
pericolo. Inutile dire, come sottolineato da diversi esperti, che la prima
protezione della cittadinanza è attivata da un atteggiamento responsabile,
quale è stato quello della limbadese in questione. Sul caso non ha senso
generare alcuna forma di allarmismo, considerato che non esiste alcuna
emergenza. Tuttavia la vicenda indica la via da seguire per gestire al meglio
questo frangente estremamente delicato. Il flusso di persone da e per Lombardia
e Veneto è pressoché ingestibile, così come incalcolabile è il numero di
contatti del cosiddetto paziente “1”, il manager 38enne ricoverato in gravi
condizioni ammalatosi per primo.
Intanto è un fermo
invito alla calma, quello del dottor Antonio Talesa, responsabile del Servizio
di Emergenza Urgenza di Catanzaro. «Il nostro sistema sanitario», spiega, «è
perfettamente in grado di fronteggiare le eventuali emergenze che potrebbero
riguardare la nostra regione». Il dirigente sceglie con cura le parole per
contenere al massimo ogni forma di allarmismo, dopo la diffusione della notizia
della quarantena volontaria optata dalla ragazza. Tiene a precisare con forza che
in Calabria non vi è alcun caso di infezione da coronavirus. Tuttavia, a scopo
precauzionale, la giovane dovrà sottoporsi al tampone al fine di scongiurare una
eventuale positività all’infezione. Lunedì si recherà presso l’ospedale di
Catanzaro, e qui, nel reparto i malattie infettive, sarà effettuato il test.
“E’ un’epidemia mondiale- spiega Talesa- che si manifesta come una polmonite.
Adeguatamente trattata, è un’infezione curabile. Certamente più a rischio sono
le persone già debilitate a causa di altre patologie». La ragazza, fino al
risultato delle analisi, dovrà restare confinata in casa. Se, malauguratamente,
il test dovrebbe essere positivo scatteranno altre misure di sicurezza, come
previsto dal protocollo dell’Oms. Ma tutto lascia pensare che la giovane
insegnante sia in ottima salute.
«Il test verrà
effettuato a scopo precauzionale- ha detto il commissario prefettizio alla
guida del comune di Limbadi, Antonio Reppucci, sulla falsariga di quanto dichiarato
dal dirigente Talesa. «Per adesso non vi è alcun rischio e non risultato
persone contagiate- ha aggiunto-. In ogni caso il sottoscritto, di concerto con
i Carabinieri, agiremo con estrema attenzione per monitorare costantemente la
situazione».
Enza Dell'Acqua - Francesco Tripaldi
Leggo dalle terme di villach www.warmbaderhof.com
RispondiElimina