venerdì 28 febbraio 2020

La stanchezza e la solitudine del sindaco Marasco, alla guida di una squadra debole e assente.


Nicotera. Si è tenuto ieri mattina il consiglio comunale con i punti richiesti dal gruppo di minoranza “Movivento”. Una richiesta rivolta insistentemente dall’opposizione e accettata dal sindaco solo dopo l’intervento del prefetto di Vibo, Francesco Zito, il quale era stato reso edotto dalla refrattarietà del sindaco Pino Marasco proprio da “Movivento”. L’intervento prefettizio ha dunque permesso all’opposizione di portare in consiglio le importanti tematiche inspiegabilmente snobbate dalla maggioranza. A prendere la parola e ad illustrare le questioni al centro del civico consesso la consigliera Maria Adele Buccafusca. Un “cahiers de doléances”, fittissimo, da cui fioccavano problematiche irrisolte, tutte rivolte all’attenzione del sindaco e della sua squadra: la questione rifiuti, con tutte le sue caleidoscopiche criticità, come ad esempio le strade perennemente sporche. Pur riconoscendo, la consigliera, i vantaggi ottenuti dal varo della raccolta differenziata, non ha potuto sottacere i tanti aspetti di una malagestione del servizio da parte della ditta incaricata. Ad esempio, i compattatori posteggiati nei pressi delle case popolari, con tutto il loro carico di spazzatura e inenarrabili miasmi; il cosiddetto “vecchio ospedale”, la cui ristrutturazione da parte del Comune è costata un botto, divenuta vergognosa discarica da parte di chi non intende omologarsi al sistema di raccolta differenziata; altro punto da dibattere: l’individuazione degli evasori dell’imposta sui rifiuti. Non meno importante la tematica inerente il mare, e quindi l’individuazione anzi tempo delle fonti di inquinamento; tema fortemente collegato al famoso coordinamento dei sindaci denominato “bandiera blu”, di cui era stato designato come guida proprio il comune di Nicotera; poi l’eterno gap del 118 e il punto, anch’esso importante, dei dossi, da porre nei punti pericolosi dei percorsi cittadini. Il sindaco, travolto dall’interpellanza della Buccafusca, ha tentato faticosamente di rispondere punto per punto, annaspando in una marea di parole al cospetto di problemi che attendono trepidanti di essere risolti. A tendergli una mano il consigliere Giuseppe Leone, che di tanto in tanto tentava di appoggiare Marasco nel duro duellare con un’opposizione troppo preparata e attenta. Ma ad aiutarlo a tirare fuori, una volta per tutte, il suo disagio, ci ha pensato l’ingegnere Antonio D’Agostino, capo di Movivento, e l’ha fatto sul terreno, anzi, sulla superficie liquida, è il caso di dire, e non sempre azzurra del mare nicoterese. Nicotera doveva essere il comune capofila nel coordinamento dei sindaci per la salvaguardia e il monitoraggio del mare. Qui Marasco ha svelato tutto il suo scoramento, rivelando di “non avere le forze” per occuparsi anche del comitato: «quando ho aderito con entusiasmo a tale iniziativa non ho ponderato bene le forze a mia disposizione». «L’ordinaria amministrazione», ha argomentato, «mi assorbe completamente, quindi non posso prendere in carico la gestione del coordinamento. Pur tuttavia- ha precisato- se sarò invitato ci sarò». Il sindaco ha mostrato senza imbarazzo il suo disinteresse a gestire un organo assembleare la cui funzione è assai rilevante per la soluzione del problema dell’inquinamento marino. Problema di cui Nicotera è sempre stata drammaticamente interessata. Ma Marasco non ce la fa, evidentemente, a farsi carico di tutto, vista e considerata anche l’inattività della sua squadra: l’inconsistenza delle assessore Caronte e De Stefano, le loro notevoli assenze nelle riunioni di giunta; il mutismo esasperato degli altri consiglieri; l’inattività di una truppa al seguito di un capitano già logorato da un lavoro di trincea, condotto praticamente in solitudine. Una squadra debole, benchè fortissima a livello di resa elettorale, ha decretato la spossatezza del sindaco. Mentre il gruppo Movivento parlava, egli, con aria assente, soffocava a stento uno sbadiglio; mentre due suoi consiglieri, Albanese e Barillari, abbandonavano gli scranni per andare fuori a fumarsi una sigaretta. Il mare, il 118, gli impegni presi, possono attendere, una Marlboro, no.

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