Nicotera.
Non
revoca della delibera n. 33 del 21 luglio 2014, che prevedeva l’impianto della
centralina elettrica in piazza Mercato, bensì una semplice sospensione. Lo ha
deciso il consiglio comunale, ieri mattina, con voto unanime. Un consiglio che
ha visto la presenza e la brusca uscita di scena del Comitato civico, da sempre
in prima linea in difesa della storica piazza del paese.
La decisione proposta
dal sindaco e accolta dal civico consesso, vede la discussa delibera non
cestinata, ma in stand by, deposta quasi in limbo in attesa che la faccenda
possa risolversi. Cosa fortemente auspicata dal sindaco «negli interessi
strategici della frazione Marina- ha precisato- e di coloro i quali attendono
da anni che venga potenziata l’energia elettrica, utenze commerciali e
domestiche». Ma la soluzione, così ha lasciato intendere Franco Pagano, non si
intravede, per il momento.
Si, perché il primo
cittadino, sceglie la via della non scelta, o, per usare un termine dantesco,
dell’ignavia. Egli demanda infatti la decisione a un cittadino, uno qualsiasi,
che scelga volontariamente di permettere all’Enel di installare nella propria
proprietà privata- se dietro compenso oppure no, atterrà esclusivamente alla
volontà del proprietario- la centralina di cui la Marina necessita. Così il
sindaco ha argomentato la questione: «proponiamo- ha detto- non la revoca ma la
sospensione della delibera, e quindi la sospensione di ogni atto consequenziale
a quella delibera, nell’attesa che qualche privato si faccia avanti, anche perché
in quella zona ci sono delle proprietà private, non si mai che un mecenate- ha
auspicato Pagano- che ha cuore gli interessi del popolo, si faccia avanti e che
la possa concedere gratuitamente».
La vicenda, alla luce
della decisione del consiglio, sembra avviarsi verso il paradosso, infatti a
decidere dove sarà collocata la centralina non sarà né l’amministrazione, né il
comitato e nemmeno l’Enel, ma solo il buon cuore di qualcuno, un privato dedito
al “mecenatismo”.
La situazione sembra
sia arrivata a quello che si può definire un punto morto, dopo che, è bene
ricordarlo, nei due tavoli tecnici, chiesti e ottenuti dal comitato e svoltosi
nell’ufficio del sindaco, Franco Pagano, pur non riconoscendo la non idoneità
di piazza Mercato, ha respinto “in toto” la rosa di proposte esposta dal civico
sodalizio, e ciò per paura, come egli stesso ha affermato ieri mattina, «di
dover aprire nuovi contenziosi con altri soggetti».
Ma la presa di
posizione del sindaco, il suo affidarsi a un ipotetico qualcuno che risolva la
questione, ha un po’ surriscaldato gli animi degli esponenti del comitato. La
bagarre è esplosa quando Arturo Lavorato, uno dei militanti, ha chiesto a
Franco Pagano, alla fine del suo intervento, di poter parlare. Il netto no, da
parte sia del sindaco che del presidente del consiglio Melidoni, ha scatenato
la dura presa di posizione del comitato che, per protesta, ha deciso di
abbandonare l’aula consiliare, non senza prima motivare la propria decisione di
disertare il consiglio: "Un consiglio
comunale aperto dove si delibera sulla materia e il comitato non ha diritto ad
intervenire non è il luogo della democrazia. Denunciamo e comunicheremo quello che abbiamo da
comunicare in altre sedi perché questa
non è la sede in cui si esercita la democrazia cittadina, anche in violazione dei
regolamenti. E registriamo un profilo ambiguo dell’amministrazione, che un giorno
decide di revocare gli atti il giorno dopo li sospende».
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