Nicotera.
Si
chiama Laboratorio artistico nicoterese. E’ nato tre anni fa dall’idea di
alcune signore con una particolare vena creativa, con il desiderio, rimasto per
anni inespresso, di dedicarsi all’arte, di creare piccole opere di artigianato.
Un’occasione per coltivare le proprie passioni, dopo una vita dedicata al
lavoro e alla famiglia, ai figli da accudire e a tutte le incombenze della vita
quotidiana. Ora che i figli si sono sposati- molte di loro sono anche nonne- e
che sono andate in pensione, hanno trovato il tempo per se stesse. Il
Laboratorio nasce anche dalla voglia di socializzare, di dare vita a un
sodalizio fatto di amicizia e condivisione. Un modo per combattere il grigiore
delle giornate di un paesino di provincia. Ma le artiste del Laboratorio hanno
saputo aggirare la sensazione di inutilità che può cogliere una persona dopo che
ha speso tutta la vita al servizio della famiglia, attraverso la passione per
l’artigianato. Sede delle attività sono, per il momento, i locali dell’associazione
Proposte. Le aderenti sono: Anna Rascaglia, Bice Floccari, Lina D’Ambrosio,
Rosetta Vecchio, Concetta Di Bella, Maria Pellegrino, Silvana Giannini, a cui
hanno dato il loro aiuto i signori Francesco Ammoscato e Rocco Zoccali.
Ideatrice è la signora
Maria Teresa Bianco, ex insegnante di educazione artistica, di origini campane,
ma che ormai quarant’anni vive a Nicotera. Il Laboratorio realizza delle
piccole opere d’arte spesso per ricordare le feste comandate, ma non solo: a
Pasqua e Natale gli artigiani creano delle uova decorate con fiori di pasta di
zucchero, o realizzano dei presepi che donano alle chiese, opere create per
ricordare il miracolo della natività e per testimoniare la passione profusa in
manufatti che rappresentano un evento sacro. Forte è infatti il senso della
cristianità che anima l’iniziativa degli artigiani del Laboratorio.
Il
materiale utilizzato è quello di scarto: stoffe, pizzi, merletti, ritagli di
seta o lino, molto spesso materia prima povera e semplice, destinata alla pattumiera,
ma che le loro abili mani, hanno trasformato nei sontuosi abiti della Madonna e
di San Giuseppe, si perché, le statuine in via di realizzazione, spiega Maria
Teresa Bianco, sono abbigliate con abiti che si ispirano al Settecento
napoletano, e quindi alla grande tradizione presepiale a cui fa capo San
Gregorio Armeno. Ma dai ritagli di stoffa nascono anche i vestiti delle
locandiere, dei pastori, degli angeli raffigurati mentre fluttuano in cielo,
pronti a giungere sulla Terra per annunciare al mondo la nascita del redentore,
le loro vesti sostenute dal fil di ferro danno l’idea di una creatura in volo.
Ma il Laboratorio si applica molto nella cura dei particolari e così le
pastorelle che si recano ad adorare il bambinello hanno dei cestini con dentro
frutta, verdura e omaggi alimentari di ogni tipo: oggettini realizzati con
certosina pazienza. Il progetto che adesso ha in cantiere l’affiatato gruppo di
artigiani è l’esposizione al pubblico del presepe in via di realizzazione, e
ciò non solo per veicolare un messaggio cristiano, ma anche per tenere sempre
accesa la cultura e la bellezza del presepe, nel suo significato più profondo.
«Il presepe esprime il valore più profondo dell’uomo: la fratellanza, la pace,
la solidarietà- ha spiegato Maria Teresa Bianco- principi che dobbiamo tenere
in vita e trasmettere ai nostri figli». Hanno dunque chiesto al primo cittadino
Franco Pagano la concessione dei locali per l’allestimento della mostra del
presepe.
Mentre si attende la
risposta del sindaco, il Laboratorio si sta attivando per aderire
all’Associazione italiana amici del presepe, affinchè la loro attività ottenga
l’ambito crisma dell’ufficialità.
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