venerdì 21 novembre 2014

Pino Marasco, candidato alla Regione, appoggiato dai nicoteresi, ma abbandonato dai colleghi di giunta.



Nicotera. Pino Marasco, assessore all’Ambiente della giunta Pagano, è in corsa per poter raggiungere uno scranno in consiglio regionale. Una corsa di certo non facile, e non solo per il gran numero di candidati che ambiscono a varcare la soglia di palazzo Alemanno: “lotte” senza esclusioni colpi fatte di slogan e pubbliche professioni di buone intenzioni. Ma sul percorso di Marasco verso l’ambito ruolo di consigliere regionale c’è un ostacolo, forse il più difficile da fronteggiare e che si potrebbe condensare in un breve motto evangelico: “nemo profeta in patria”, e, volendo essere ancora più specifici, l’assessore all’Ambiente non è il profeta dell’amministrazione di cui fa parte, infatti Pino Marasco è stato lasciato solo dai suoi amici e colleghi di giunta. Dal punto di vista politico, infatti, la giunta Pagano si è spaccata in tanti pezzi, ciascuno- compreso il sindaco, sembrerebbe- sostiene un proprio candidato, che nicoterese non è. Nessun consigliere o assessore si è mobilitato per portare i voti all’unico candidato nicoterese, che si dichiara rappresentativo delle esigenze della cittadina tirrenica e che risponde al nome di Giuseppe Marasco, con Fratelli d’Italia, Wanda Ferro presidente.
Assessore, come vive questo “abbandono” da parte dei suoi amici e colleghi di giunta?
«Questa competizione elettorale mi ha fatto capire una cosa, e cioè che tutto ciò che di brutto si dice della politica ha un fondo verità: tradimenti che si consumano immotivatamente e senza alcuna ragione e che difficilmente possono essere spiegati ai propri cittadini. Allo stesso tempo, ho trovato grande sostegno da parte di tutti i cittadini che liberamente hanno scelto di appoggiare questa mia candidatura vivendola come una grande opportunità per Nicotera, città piena di grandi risorse che ha bisogno di essere rappresentata in consiglio comunale regionale».
E’ deluso?
«Da parte dei miei amici del centro destra mi sarei aspettato una vicinanza, non per una ragione politica, ma per il rapporto umano e di amicizia costruito nel corso degli anni. Non capisco come alcuni consiglieri comunali possano giustificare il mancato sostegno alla mia candidatura come un fatto politico. Ma più che a me dovranno spiegarlo ai tanti cittadini nicoteresi ai quali vanno a chiedere il voto per candidati che nulla hanno a che spartire con il nostro territorio».
Ad essi, dunque, spetta l’ultima parola: dovranno dire se stanno con Pino Marasco o con altri politici locali che non sono rappresentativi dell’intero territorio di Nicotera e tutto il suo entourage».
Questa cosa cambierà i suoi rapporti con la giunta Pagano?
«Cambieranno i rapporti personali con i consiglieri e gli assessori. Intanto, passate le elezioni, chiederò un azzeramento delle nomine. Ma preferisco non aggiungere altro».
La sua perplessità (per usare un eufemismo) nasce dunque dal fatto che sarebbe più logico che l’intera giunta si coalizzasse a sostenere un candidato nicoterese?
«Sono certo che il sostegno mi giungerà dalle persone cosiddette “normali” che poco hanno a che fare con la politica. Nicotera sta acquisendo la consapevolezza che deve essere un uomo del territorio a rappresentare i suoi interessi, e lo stesso dicasi per Limbadi. Per anni, i due paesi limitrofi non sono riusciti ad avere un posto di rilievo nel consiglio regionale. Eppure i due paesi insieme superano i sette mila abitanti, grande dunque sarebbe il loro peso politico, qualora si coalizzassero politicamente».
In un momento così difficile per la politica, e in una congiuntura economico-sociale non certo facile per la Calabria, come per il resto del Paese, cosa l’ha spinta a candidarsi alla Regione?
«Innanzitutto la consapevolezza che non deve essere più tollerabile che coloro i quali hanno causato l’arretramento della Regione Calabria e, specialmente, della provincia di Vibo, siano ancora una volta scesi in campo. La mia candidatura nasce innanzitutto dal desiderio di risollevare le sorti di questo territorio malandato».
Come hanno accolto i suoi compaesani la sua scesa in campo?
«E’ vista come un fatto positivo, come una possibilità di visibilità che viene data al territorio».
Se dovesse diventare consigliere regionale, quali sono le priorità del territorio che scriverà sulla sua agenda?
«Tre in particolare. Sanità, Valtur e Dieta mediterranea.
La prima è un diritto fondamentale del cittadino. Sappiamo bene i tanti problemi che affliggono la sanità nel nostro territorio. Eppure, non perdo la speranza e tanto si può fare. Innanzitutto partiamo da un dato. Una provincia con 160 mila abitanti dovrebbe disporre di 660 posti letto negli ospedali, 3,7 per mille abitanti. Vibo ne ha solo 220, meno della metà. Da qui la mia convinzione che si può lottare per quello che è un diritto essenziale. Si può far tanto per l’ospedale di Nicotera. Per quanto riguarda la Valtur e la dieta mediterranea, sono due risorse fondamentali che potrebbero portare sviluppo al territorio. Bisogna attivare tutti i canali necessari per riaprire la Valtur, potrebbe essere un vero e proprio sollievo alla disoccupazione imperante».




Nessun commento:

Posta un commento