Nicotera.
Pino
Marasco, assessore all’Ambiente della giunta Pagano, è in corsa per poter
raggiungere uno scranno in consiglio regionale. Una corsa di certo non facile,
e non solo per il gran numero di candidati che ambiscono a varcare la soglia di
palazzo Alemanno: “lotte” senza esclusioni colpi fatte di slogan e pubbliche
professioni di buone intenzioni. Ma sul percorso di Marasco verso l’ambito
ruolo di consigliere regionale c’è un ostacolo, forse il più difficile da
fronteggiare e che si potrebbe condensare in un breve motto evangelico: “nemo
profeta in patria”, e, volendo essere ancora più specifici, l’assessore
all’Ambiente non è il profeta dell’amministrazione di cui fa parte, infatti
Pino Marasco è stato lasciato solo dai suoi amici e colleghi di giunta. Dal
punto di vista politico, infatti, la giunta Pagano si è spaccata in tanti
pezzi, ciascuno- compreso il sindaco, sembrerebbe- sostiene un proprio
candidato, che nicoterese non è. Nessun consigliere o assessore si è mobilitato
per portare i voti all’unico candidato nicoterese, che si dichiara
rappresentativo delle esigenze della cittadina tirrenica e che risponde al nome
di Giuseppe Marasco, con Fratelli d’Italia, Wanda Ferro presidente.
Assessore,
come vive questo “abbandono” da parte dei suoi amici e colleghi di giunta?
«Questa competizione
elettorale mi ha fatto capire una cosa, e cioè che tutto ciò che di brutto si
dice della politica ha un fondo verità: tradimenti che si consumano
immotivatamente e senza alcuna ragione e che difficilmente possono essere
spiegati ai propri cittadini. Allo stesso tempo, ho trovato grande sostegno da
parte di tutti i cittadini che liberamente hanno scelto di appoggiare questa
mia candidatura vivendola come una grande opportunità per Nicotera, città piena
di grandi risorse che ha bisogno di essere rappresentata in consiglio comunale
regionale».
E’
deluso?
«Da parte dei miei
amici del centro destra mi sarei aspettato una vicinanza, non per una ragione
politica, ma per il rapporto umano e di amicizia costruito nel corso degli
anni. Non capisco come alcuni consiglieri comunali possano giustificare il
mancato sostegno alla mia candidatura come un fatto politico. Ma più che a me
dovranno spiegarlo ai tanti cittadini nicoteresi ai quali vanno a chiedere il
voto per candidati che nulla hanno a che spartire con il nostro territorio».
Ad essi, dunque, spetta
l’ultima parola: dovranno dire se stanno con Pino Marasco o con altri politici
locali che non sono rappresentativi dell’intero territorio di Nicotera e tutto
il suo entourage».
Questa
cosa cambierà i suoi rapporti con la giunta Pagano?
«Cambieranno i rapporti
personali con i consiglieri e gli assessori. Intanto, passate le elezioni,
chiederò un azzeramento delle nomine. Ma preferisco non aggiungere altro».
La
sua perplessità (per usare un eufemismo) nasce dunque dal fatto che sarebbe più
logico che l’intera giunta si coalizzasse a sostenere un candidato nicoterese?
«Sono certo che il
sostegno mi giungerà dalle persone cosiddette “normali” che poco hanno a che
fare con la politica. Nicotera sta acquisendo la consapevolezza che deve essere
un uomo del territorio a rappresentare i suoi interessi, e lo stesso dicasi per
Limbadi. Per anni, i due paesi limitrofi non sono riusciti ad avere un posto di
rilievo nel consiglio regionale. Eppure i due paesi insieme superano i sette
mila abitanti, grande dunque sarebbe il loro peso politico, qualora si
coalizzassero politicamente».
In
un momento così difficile per la politica, e in una congiuntura
economico-sociale non certo facile per la Calabria, come per il resto del
Paese, cosa l’ha spinta a candidarsi alla Regione?
«Innanzitutto la consapevolezza
che non deve essere più tollerabile che coloro i quali hanno causato
l’arretramento della Regione Calabria e, specialmente, della provincia di Vibo,
siano ancora una volta scesi in campo. La mia candidatura nasce innanzitutto
dal desiderio di risollevare le sorti di questo territorio malandato».
Come
hanno accolto i suoi compaesani la sua scesa in campo?
«E’ vista come un fatto
positivo, come una possibilità di visibilità che viene data al territorio».
Se
dovesse diventare consigliere regionale, quali sono le priorità del territorio
che scriverà sulla sua agenda?
«Tre in particolare.
Sanità, Valtur e Dieta mediterranea.
La prima è un diritto
fondamentale del cittadino. Sappiamo bene i tanti problemi che affliggono la
sanità nel nostro territorio. Eppure, non perdo la speranza e tanto si può
fare. Innanzitutto partiamo da un dato. Una provincia con 160 mila abitanti
dovrebbe disporre di 660 posti letto negli ospedali, 3,7 per mille abitanti.
Vibo ne ha solo 220, meno della metà. Da qui la mia convinzione che si può
lottare per quello che è un diritto essenziale. Si può far tanto per l’ospedale
di Nicotera. Per quanto riguarda la Valtur e la dieta mediterranea, sono due
risorse fondamentali che potrebbero portare sviluppo al territorio. Bisogna
attivare tutti i canali necessari per riaprire la Valtur, potrebbe essere un
vero e proprio sollievo alla disoccupazione imperante».
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