I sindaci delle
cittadine rivierasche non vogliono stare con le mani in mano ad assistere la
lenta agonia delle bellezze naturali del territorio, dell’economia e del
turismo. Per questo hanno deciso di riunirsi per pianificare nuove strategie
contro un fenomeno (quello del mare sporco) che non ha ancora trovato una
soluzione. Un incontro che ha visto la partecipazione dei sindaci di Ricadi,
Joppolo, Nicotera, Rosarno, San Ferdinando, Gioia Tauro e Palmi. L’assemblea si
è svolta nella cittadina portuale sorta sulle sponde del Mesima e che, come
Nicotera, condivide le intemperie del fiume che solca le province di Vibo e di
Reggio. Dalla conferenza tra sindaci è scaturita la determinazione di inviare
una lettera al governatore della Regione, Mario Oliverio, invitandolo
espressamente a porre in essere degli “interventi mirati” al fine di porre
rimedio ad una situazione ormai al collasso. Oggetto della missiva è «la presa
d’atto della grave situazione dei corsi d’acqua ubicati sui territori comunali
e con diretto sbocco a mare».
«La difficile e
mutevole balneabilità delle acque antistanti il golfo che, dalla Marina di
Nicotera si sviluppa fino alla Marina di Palmi,- esoriscono gli scriventi- è
soltanto l’aspetto più vistoso di una condizione di inquinamento ben più inquitante
che si traduce ogni giorno in un pericolo per la salute della popolazione
rivierasca e in un danno economico per operatori turistici e motivo di afflizione
per cittadini e visitatori».
A parere dei sindaci, tale
condizione di degrado è direttamente riconducuibile «alla sciatteria e ai
comportamenti omissivi di enti e istituzioni che invece di vigilare e promuovere
comportamenti virtuosi, hanno sempre mostrato indolenza e incuria verso il
territorio e verso le esigenze e i diritti basilari dei cittadini».
Le cause sarebbero da
ricercare, scrivono i sindaci, non soltanto nell’inquinamento del Mesima e del
Vena, del Budello e del Petrace, ma anche negli altri torrenti e fiumare
presenti in zona, nelle opacità e inefficienze della depurazione e negli
scarichi abusivi scaltramente mimetizzati».
I sindaci di Nicotera, Rosarno,
San Ferdinando, Gioia Tauro e Palmi, rivendicano gli sforzi fatti fino ad oggi
finalizzati «a tutelare la salute dei cittadini e il loro bisogno di decoro
ambientale, con risultati insuffiienti rispetto alal necessità e alle attese».
Sono, altresì,
consapevoli che la rilevanza e la complessità del problema richiede un intervento
sistemico sovracomunale, utile a dotare i comuni delle opere necessarie al
collettammento e alla depurazione delle acque reflue ad avviare opere di bonifica
del territorio fino alla rinaturalizzazione dell’intero bacino idrografico». Ritengono,
inoltre, in qualità di rappresentanti del territorio che sia oltremodo urgente dare
risposte collettive alle emergenze ambientali e dichiarano «sentimenti di
collaborazione e di dispobilità a svolgere un ruolo di proposta e di
edificazione». Il loro obiettivo è quello di misurarsi con la struttura tecnica
della regione su tre aspetti fondamentali, e cioè: «il monitoraggio dinamico
della qualità delle acque di balneazione, dei processi di depurazione e degli
apporti idrici al fine di garantire e preservare la salute pubblica e
l’ambiente, implementando quanto già richiesto dal comune di San Ferdinando»;
«l’approfondimento dello studio preliminare redatto dall’Università
Mediterranea di Reggio Calabria in merito alla rinaturalizzazione e riqualificazione
dei corsi d’acqua»; «la valutazione di interventi strutturali sul collattemento
e della depurazione delle acque, anche attraverso un’azione determinata nei
confronti della IAM, in qualità di gestore del depuratore consortile ubicato
nelle immediate vicinanze del porto di gioia Tauro e più volte indicato come
possibile causa di inquinamento».
In chiusura gli
scriventi si dicono certi della sensibilità e della massima attenzione da parte
del governatore Oliverio in merito alla problematica esposta, «convinti che
l’azione congiunta ed unitaria sia la strada maestra per raggiungere un risultato
concreto».
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