venerdì 16 agosto 2019

Chiude la tabaccheria. Ferie forzate per Carmine Zappia, vittima di usura ed estorsione: non ha più il denaro per pagare i fornitori.



Nicotera. Da oggi il tabacchi di Carmine Zappia rimarrà chiuso, per circa una ventina di giorni. A prendere la decisione lo stesso imprenditore notoriamente vittima di usura ed estorsione che, con la sua coraggiosa denuncia, ha fatto arrestare i suoi presunti persecutori. A finire in manette, il 18 luglio scorso, l’81enne Antonio Mancuso, esponente dell’omonimo clan, il nipote Alfonso Cicerone, 45 anni. Tre giorni fa le manette ai polsi sono scattate  anche per Francesco D’Ambrosio, 39 anni e Giuseppe Cicerone, 88. Rimangono indagati a piede libero, Salvatore Gurzì, Andrea Campisi e Rocco D’Amico, tutti di Nicotera.
Anni di vessazioni e continue richieste di denaro l’hanno condotto sul lastrico e ora il commerciante non ha più i soldi per pagare i fornitori. Gli espositori delle sigarette sono ormai da tempo tristemente vuoti. I clienti che fanno ingresso nel suo negozio non trovano più le loro preferite e girano i tacchi alla ricerca di un rivenditore più fornito. Carmine assiste quotidianamente a scene del genere, sempre le stesse. Per questo ha deciso di prendersi una lunga pausa, perché teme di perdere definitivamente i clienti dovendo dire no ad ogni richiesta, perchè gli scaffali alle sue spalle sembra abbiano visto passare un’orda di predatori. La situazione è tutt’altro che rosea. Ma lui non dispera, ha piena fiducia nelle Forze dell’ordine, nella Prefettura, nella giustizia. Vuole sperare che tutto andrà per il verso giusto, ma intanto non ha alternative: il suo esercizio commerciale deve chiudere i battenti, un’intollerabile ingiustizia nell’ingiustizia che ha vissuto. E deve chiudere proprio nel cuore dell’estate, nel pieno delle presenze turistiche nella cittadina medmea, quando di norma i commercianti sperano di potersi rifare da un inverno povero di incassi. Che succederà dopo questi venti giorni di ferie forzate, Carmine non lo sa ancora. Per le vittime di usura è previsto un ristoro economico, ma occorrono dei tempi tecnici. Intanto affronterà la vita giorno dopo giorno, affidandosi al lavoro della magistratura, sperando nel sostegno dei cittadini perbene, alla fedeltà dei clienti abituali, ai nicoteresi desiderosi, come lui, di riscatto e di emancipazione dalla tirannia della mafia. Carmine Zappia è una persona riservata, ma è facile evincere dalle sue parole il desiderio di non dover combattere da solo la più difficile delle battaglie, quella contro un sistema criminale spietato che l’ha reso schiavo, derubandogli tutto ciò che aveva, e non solo in termini materiali. Ma in questo scempio qualcosa si è salvato: la disperazione che, come in una operazione alchemica, si è trasformata in spirito di rivalsa spingendolo a denunciare i suoi aguzzini. Una scelta clamorosa e coraggiosa, specie in un contesto come quello nicoterese ammorbato dalla paura e dall’omertà. Ma, pur nel gelido silenzio di una Nicotera pietrificata dallo sgomento, alcuni cittadini si sono fatti avanti per manifestare vicinanza a un concittadino messo in ginocchio dagli usurai. Il primo passo è stato fatto dall’associazione Kreonte, nata per stare a fianco delle vittime della mafia, che ha organizzato un corteo a cui hanno partecipato l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Pino Marasco, i gruppi di opposizione, tutte le associazioni cittadine, uniti nella rabbia e nella rivalsa, abbattendo il connaturato spirito divisivo dei nicoteresi. Un corteo che, il di là dei numeri, era costituito da persone desiderose di sbattere la porta in faccia ai mafiosi. Una rivoluzione per Nicotera. I cittadini perbene faranno la loro parte sostenendo Carmine, le istituzioni devono fare la loro, abbattendo certi biblici tempi tecnici per un ristoro economico, e anche morale.  

Nessun commento:

Posta un commento