Nicotera. Il coordinamento di Libera Vibo Valentia,
all’indomani della visita a Nicotera da parte del presidente della Commissione antimafia
Nicola Morra, esprime in una nota «la massima solidarietà e vicinanza
all’imprenditore di Nicotera, Carmine Zappia, che grazie alla sua denuncia ha
premesso ai Carabinieri della Compagnia di Tropea, coordinati dalla Dda di
Catanzaro, di arrestare Alfonso Cicerone e Antonio Mancuso, esponenti di spicco
dell’omonimo clan». L’associazione antimafia auspica con fermezza che tale
vicenda diventi «un esempio di riscatto e coraggio da seguire, un monito contro
la rassegnazione perché dimostra che certi nomi non sono poi così
impronunciabili e l’arroganza di questi criminali è solo un velo dietro il
quale si cela una vigliaccheria senza pari».
Un invito accorato, quello di Libera, di non lasciare soli «quei
commercianti ed imprenditori che decidono di rompere il muro del silenzio nel rivendicare ciò che gli spetta: il
diritto al lavoro libero e indipendente da condizionamenti mafiosi ed essere
gli unici titolari del risultato della propria attività».
La lotta alla
criminalità organizzata la si può vincere, si legge nella nota, «quando la
comunità decide da che parte stare, oltre i compromessi e i complici silenzi».
Impegno civico, dunque, accanto «al lavoro encomiabile delle Forze dell’ordine
e della magistratura, punti di riferimento fondamentali». L’associazione
antimafia ribadisce con forza la necessità di «supportare le attività
economiche di chi decide di denunciare attraverso un consumo critico e
responsabile che possa creare una rivoluzione socio-economica per costruire
spazi di economia legale e affermare i principi di una società eticamente
orientata». Da questo presupposto Libera ha deciso di estendere a livello
regionale la campagna “La libertà non ha pizzo”, che ha come obiettivo quello «di
creare una rete solidale tra coloro i quali, commercianti ed imprenditori,
hanno deciso di non abbassare la testa davanti alla protervia mafiosa, tra le
sue priorità infatti, l’opposizione al racket e all’usura mediante strategie di
contrasto fondate su metodi non violenti e sulla tutela del libero esercizio
dell’attività di impresa». La difesa del lavoro libero e del diritto di fare
impresa è, in una provincia come la nostra, il cuore della lotta alla
‘ndrangheta, affermano i coordinatori di Vibo Valentia. Ed è per questo,
aggiungono, «che rivolgiamo un accorato appello alle associazioni di categoria
affinché escano dal silenzio, prestando la massima vicinanza, supporto e tutela
agli operatori economici e sociali da loro rappresentati, vittime di un
fenomeno, quello dell’usura e dell’estorsione, che nel territorio vibonese
registra delle percentuali tra le più alte d’Italia, e tutto ciò a dispetto del
bassissimo numero di denunce che ci restituiscono l’immagine “illusoria” di
un’isola felice».
In tale
contesto, precisano gli estensori della nota, «la potenza della parola di chi
denuncia diventa dirompente ed assume un valore simbolico di estrema importanza
perché dimostra che ribellarsi si può per recuperare la dignità violata e quel
senso di umanità calpestata dall’arroganza mafiosa». «Vicinanza e immensa
gratitudine per il signor Zappia», chiosano gli scriventi «perché con la sua
denuncia permette a tutti noi di essere più liberi e sicuri nel nostro
territorio. Un’attestazione di gratitudine che deve provenire anche da parte
delle generazioni più giovani, le quali hanno bisogno, in un tempo fatto di
slogan e parole vuote, di esempi credibili e storie di resistenza tangibili per
rafforzare i propri ideali e continuare a credere nel riscatto di questa terra».
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