giovedì 28 gennaio 2016

Anno giubilare nicoterese. Intervista a Don Francesco Vardè.



Nicotera. Continuano le celebrazioni per l’Anno Santo nella Cattedrale della cittadina costiera. Domenica scorsa si è svolto il “giubileo dei fratelli migranti”, l’invito era esteso a tutte le persone di ogni nazionalità che vivono nel territorio di Limbadi, Nicotera, Joppolo.
Don Francesco Vardè, parroco della Cattedrale di Nicotera, sta promuovendo, col noto entusiasmo, iniziative, incontri e celebrazioni per coinvolgere tutta la comunità a vivere in pienezza questo anno di grazia voluto da papa Francesco. Abbiamo chiesto di parlarci di questa importante iniziativa per la chiesa locale e la comunità dei fedeli.
-Don Francesco come nasce questa iniziativa.
«Il vescovo, mons. Renzo, ha emesso un decreto con cui sceglie anche il Duomo nicoterese, santuario dedicato alla Madonna Assunta e antichissima sede episcopale, come chiesa giubilare».
-Quali attività sta mettendo in campo?
«Sto promuovendo una serie di iniziative, incontri e celebrazioni per coinvolgere tutta la comunità a vivere in pienezza questo anno di grazia voluto da papa Francesco. Si è iniziato da subito, coinvolgendo le giovani coppie, per ricordare la verità e la bellezza del disegno di Dio sulla famiglia e la ricchezza dei valori che in essa fioriscono, specie nel dono dei figli».
-In che modo la Chiesa intende aiutare e sostenere le famiglie?
«Già da tempo si stanno coinvolgendo le famiglie della comunità, con la visita casa per casa, nella prospettiva di quella “chiesa in uscita” proposta da Papa Bergoglio. Il fine è quello di realizzare dei “centri di ascolto” dove più famiglie periodicamente si incontrano per maturare la propria fede e contribuire così alla crescita spirituale e morale della comunità. Poi nella Festa del Battesimo di Gesù, si è celebrato il Giubileo dei bambini e dei ragazzi. E domenica scorsa, a conclusione della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, si è celebrato il Giubileo dei Migranti, preparato con incontri, insieme alle suore Figlie della Chiesa e ai giovani “Amici della Parola” che operano in parrocchia. Inoltre, è già in cantiere il Giubileo dei fidanzati, che si terrà a febbraio, nel contesto dell’itinerario di preparazione al sacramento del matrimonio». 
 -Qual è il suo progetto per la comunità nicoterese?
 «Il mio desiderio di Parroco della comunità è raggiungere ogni persona, uomini e donne di buona volontà, con fraterno e paterno affetto; bambini, giovani, anziani e chiunque sia in cammino alla ricerca di un senso da dare alla propria vita, specialmente chi soffre nello spirito, nel corpo, o ferito nella vita affettiva e familiare e a causa degli affanni e delle prove che l’esistenza pone davanti».
-In questo senso, qual è il ruolo della parrocchia?
«La parrocchia è un organismo vivo, fatto di relazioni concrete e specie in questo momento storico, vuole sempre più essere luogo di incontro, dialogo e collaborazione, per edificare, insieme, ognuno con la propria responsabilità, la civiltà del bene comune e della carità evangelica, in questo particolare periodo di crisi. Nella nostra epoca di profondi cambiamenti, la Chiesa locale è chiamata ad offrire il suo contributo peculiare, rendendo visibili i segni della presenza e della vicinanza di Dio. E l’Anno giubilare è un tempo favorevole per tutti noi, perché contemplando la Divina Misericordia, che supera ogni limite umano e risplende sull’oscurità del peccato, possiamo diventare testimoni più convinti ed efficaci di Cristo e di una umanità rinnovata, più giusta ed equa, ad ogni livello».
-Se dovesse rivolgere un invito ai fedeli della città.
«Come in tutte le occasioni ricordo a me stesso, e a chiunque ogni giorno incontro per le vie della nostra Città, di aprire, anzi spalancare la porta del cuore a Cristo, compimento delle promesse di Dio Padre, sull’umanità avvolta nelle tenebre del male, che ancora oggi ha spesso il volto oscuro dell’egoismo, delle chiusure, delle divisioni, della corruzione, delle violenze, delle discriminazioni, delle ingiustizie, delle guerre vicine e lontane. E perciò un invito all’unità, visto che talvolta a Nicotera si vive un clima di disunione e frammentazione fra le varie realtà presenti e anche la chiesa non può essere divisa ma segno vivo  di comunione per la crescita di tutto il corpo sociale».

-Quanto l’essere umano ha bisogno di Dio, in un momento storico così difficile, e quanto l’Anno Santo può dare al popolo dei credenti?
                                                                                 «L’Anno Santo è l’occasione per ritrovare il senso della misericordia di Dio nella vita dei credenti e di chi non crede, o di chi è in cammino, e combatte ogni giorno per un mondo migliore in cui vivere, più giusto e solidale, ove possa trionfare l’armonia e il rispetto per tutti, senza disuguaglianze e barriere di ogni genere, superando così contrapposizioni e dannosi conflitti che generano nuove povertà morali e materiali…».                                               
                                              


mercoledì 27 gennaio 2016

Ufficio postale di Marina. Parla Cesare Pasqua, dirigente Asp di Vibo Valentia.



Nicotera. La chiusura degli uffici postali nella frazione Marina non è affatto stata un’operazione indolore: tanti i disagi vissuti dall’utenza che per usufruire del servizio deve ora recarsi presso gli sportelli di Nicotera superiore.
Secondo quanto emerso in un primo momento, la chiusura dell’ufficio sarebbe stata determinata da un  provvedimento dell’Asp di Vibo Valentia che, previo sopralluogo, ne avrebbe dichiarato la non idoneità dei locali . Il sindaco Franco Pagano non ha preso bene la disposizione, tant’è vero che ha deciso di dare mandato agli avvocati dell’ente di impugnare il provvedimento. Nella delibera in cui il primo cittadino annuncia l’atto legale si precisa che gli uffici postali in Marina sono stati chiusi in quanto “l’Asp non ha dichiarato gli stessi idonei dal punto di vista igienico-sanitario”.
Per far luce su una questione, che continua a far parlare di sé, abbiamo intervistato Cesare Pasqua, Dirigente del Dipartimento Igiene pubblica dell’Asp di Vibo.
-Dottor Pasqua, come stanno realmente le cose?
«I sindacati dei lavoratori delle Poste Italiane hanno presentato un esposto con il quale lamentavano le condizioni dei lavoratori. Condizioni non adeguate ma soprattutto pericolose per i lavoratori stessi. L’asp ha pazientato per 20 giorni dopodiché ha preceduto ad effettuare dei sopralluoghi, non solo a Nicotera Marina, ma anche a Nicotera centro e Tropea. Ed è stato riscontrato che quei locali non rispettavano i requisiti del decreto legislativo 81 (legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro). Si è provveduto pertanto a fare delle prescrizioni all’ente Poste al fine di migliorare la qualità degli ambienti di lavoro di quegli uffici».
-Le motivazioni non sono dunque collegate a ragioni igienico-sanitarie?
«Vaneggia il sindaco quando parla di violazioni in termini di igiene. Vaneggia altresì quando spontaneamente e senza arbitrio alcuno lancia invettive contro l’Azienda Sanitaria locale che, a suo dire, avrebbe provveduto ad emanare ordinanza di chiusura nei confronti dell’ente Poste».
-Quale è stato quindi il ruolo dell’Asp in questa spiacevole e non chiara vicenda?
«L’Asp non ha mai, con nessun atto, provveduto ad emanare la suddetta ordinanza, ma si è solo preoccupata di fare delle prescrizioni con la sola finalità di rendere più adeguati e più vivibili gli ambienti di lavoro. Se invece l’ente Poste ha ritenuto, con modalità diverse, di provvedere alla chiusura è un problema che non riguarda l’Asp, bensì Poste Italiane, che a questo punto diventa unico interlocutore dell’amministrazione comunale».
-Perciò la compagine amministrativa dovrebbe dirottare altrove le sue azioni legali.
«E’ il caso di richiamare il sindaco al senso di responsabilità, atteso che lo stesso amministratore deve essere rispettoso delle norme vigenti, e soprattutto, preoccuparsi della salute della gente che lavora. Farebbe bene Pagano prima di piagnucolare sui guasti atavici del comune di Nicotera a documentarsi adeguatamente sulle faccende che lo riguardano senza lanciare invettive contro l’Asp, che rappresento, con la sola finalità di creare malesseri e fomentare conflitti».
-Su questo punto può essere più esplicito?
«Appare ovvio il perdurare di un atteggiamento (vedi, sempre a Nicotera, campo sportivo, mensa scolastica e, adesso, la questione Poste) che non fa altro che costringermi ad investire di tale problematica Sua Eccellenza il Prefetto, senza escludere il Questore. Ai quali verrà sottoposta la situazione in atto, ovvero che il sindaco di Nicotera, con questi continui comunicati mediatici, intenderebbe spingermi a non fare correttamente il mio lavoro, atteso che io sono organo di vigilanza e continuerò con la stessa determinazione a vigilare senza farmi intimorire da chicchessia. Mi auguro che il primo cittadino di Nicotera badi bene a svolgere correttamente la propria azione amministrativa della quale non voglio occuparmi perché non mi compete».
-In conclusione, cosa vuole aggiungere?
«Con quanto dichiarato ritengo la vicenda chiusa e spero che il sindaco abbia il pudore di fare altrettanto e che si attivi per risolvere le problematiche che investono la comunità alla quale mi onoro di appartenere, perché in questo posto sono nato (Nicotera, ndr) e sono particolarmente legato. Volevo aggiungere che comunque l’Asp rimane a disposizione per un  confronto pubblico in un eventuale consiglio comunale ad hoc». 

martedì 26 gennaio 2016

Consiglio comunale del 25 gennaio. Temi trattati: bene confiscato alla mafia e Dieta Mediterranea




Nicotera. Il consiglio comunale di ieri si è svolto a mezzogiorno in una sala praticamente deserta. Di fronte all’emiciclo, il vuoto. Un teatro vacante per la celebrazione di una pubblica assise che ha affrontato due tematiche di stringente attualità: beni confiscati alla mafia e Dieta mediterranea. Ma nonostante la contemporaneità dei temi, ciò che è doveroso evidenziare è quel baratro corre tra il palazzo e il paese.
In merito al tema del bene sequestrato alla criminalità organizzata: trattasi di un enorme immobile sito in località Gatto. Un atto dovuto, «ma che riveste un grande valore simbolico e sociale» ha ribadito il sindaco Franco Pagano, che ha però tenuto a precisare che «permangono delle difficoltà oggettive nella gestione del bene», quindi, «di concerto con la Prefettura valuteremo- ha annunciato- l’opportunità di indire una manifestazione di interesse alle varie associazioni presenti sul territorio». «Un obbligo morale», ha definito tale iniziativa il sindaco, «a cui l’amministrazione non si sottrae».
Chiuso questo delicato capitolo, si è parlato ancora una volta della questione della Dieta Mediterranea, grande risorsa immateriale dell’umanità, che, secondo la defunta legge Grillo avrebbe dovuto veder nascere a Nicotera una Fondazione. La 45/2013 è stata praticamente invalidata dalla nuova legge, in merito, Greco/Sergio. Il secondo tema importante all’ordine del giorno riguardava proprio l’esame della mozione urgente presentata da Pino Brosio, uno dei più accaniti sostenitori della legge Grillo. Il consigliere di opposizione ha ricordato che «a commissione regionale aveva approvato la nuova proposta di legge senza tenere conto delle varie istanze partite da Nicotera e dalle varie associazioni». E poi tutta una serie di appunti su una faccenda su cui si continuano a celebrare consigli, convegni e dibattiti pubblici: la Fondazione, ha precisato Brosio, «è diventata Odmir, ovvero un Osservatorio», il quale parrebbe privo di ogni potere esecutivo o amministrativo. «Una delle tante furbizie messe in campo dagli amici cosentini», ha osservato con ironico rammarico Brosio. A Nicotera dunque solo “un pennacchio”: in pratica non è da lì che passerà l’enorme flusso di denaro destinato a regimentare il bene dell’Unesco. Brosio, dopo aver snocciolato tutte le randellate morali e materiali subite da Nicotera dalla nuova legge, ha chiesto al consiglio di invitare il presidente Oliverio, a dire la sua, una volta per tutte, sulla vicenda. La realtà, però, sembra averla fotografata con lucidità il consigliere di opposizione Vincenzo Campisi. «A Nicotera, sia Destra, Sinistra che Centro facciamo solo parole- ha esordito, professando una onesta ammissione di colpa. Finchè la città- ha continuato- non sarà politicamente rappresentata saremo presi per i fondelli». Una Nicotera dunque, nel quadro dipinto da Campisi, senza un santo in Paradiso. Il sindaco ne ha sottoscritto in pieno le parole: «La mancanza di una rappresentanza istituzionale di peso nel consiglio regionale non porta cose buone per il nostro territorio», ha ammesso, con consapevolezza e disillusione.