Nicotera. Secondo quanto dichiarato dal primo cittadino Franco Pagano, il
villaggio Valtur, che ha chiuso i battenti nel 2010, potrebbe riaprire,
all’incirca, nel 2017. Parrebbe che una società anglo-greca abbia intenzione di
rilevare la struttura di proprietà della Pirelli Re, che a sua volta l’aveva
acquistata dalla Valtur alla fine del 2005- insieme ad altri tre villaggi- per
un totale di 106 milioni di euro. Gli imprenditori hanno incontrato, alcune
settimane fa, il sindaco di Nicotera, in quanto rappresentante del territorio,
per chiedere delle precise garanzie in merito alla balneabilità del mare e allo
smaltimento dei rifiuti, e chiedere altresì di facilitare il percorso di tutte
le pastoie burocratiche che in genere incombono su un’operazione di così ampia
portata.
Se l’iniziativa dovesse
andare in porto sarebbe un’ottima opportunità di ripresa per il territorio, ma
anche l’occasione buona per l’amministrazione di guardare in faccia i problemi
reali che attanagliano Nicotera Marina e, nella fattispecie, l’area dove adesso
sorge quella che è stata la Valtur. Solo due giorni fa abbiamo messo in
evidenza, proprio sulle pagine di questo giornale, il fiume di fogna che risale
da un tombino, invadendo la strada e la campagna, nei pressi del villaggio Tam
Tam. Scene così non fanno bene al turismo, al territorio e alla semplice
decenza. E ciò che i potenziali acquirenti chiedono sono proprio delle precise
garanzie in merito alla depurazione, oltre che alla tutela dell’ambiente.
Il villaggio Valtur di
Nicotera Marina ha messo in evidenza la vocazione turistica del territorio. Da
quando fu aperto l’economia nicoterese cominciò a fiorire. Si segnalò un calo
della disoccupazione perché la struttura assorbì molta manodopera, nei vari
settori di competenza. La sua chiusura segnò una debacle per l’intera area.
Molti padri di famiglia rimasero a spasso e cercarono nella difficile attività
della pesca una via di sostentamento.
Fu costruita negli anni
Settanta con i fondi Insud, una società di promozione e sviluppo di imprese turistiche. Un
altro villaggio ricettivo simile sarebbe dovuto sorgere nei pressi di località
“Calamaci”, zona favolosa dalla vista mozzafiato, ma questa struttura gemella
non vide mai la luce.
La Valtur ha una superficie di 143.000 mp e una capacità ricettiva
di 290 alloggi. Nei periodi di maggiore affluenza ospitava fino a mille e cento
persone. Ha avuto gestione
alterne, compreso il Club Mediterranèe. La società francese ad un certo punto
dismise la gestione, benché la struttura fosse attiva sei mesi l’anno. Sembra che batté la ritirata a causa di
problematiche interne (pressioni mafiose, ma anche i continui furti perpetrati,
pare, dal personale). Ma non è escluso che la società francese lasciò la
gestione anche per problemi di natura
ambientale, che già all’epoca cominciavano a funestare le bellezze
naturalistiche del posto.
La Valtur chiuse
definitivamente nel 2010. Lasciando dietro di sé disoccupazione e segnando
l’inizio della parabola discendente per l’economia turistica del territorio. Le
sue condizioni sono adesso fatiscenti, come mostrano le foto che qui
proponiamo. L’interno è spettrale; teatro desolante che ha ospitato a suo tempo
migliaia di turisti in cerca di divertimento e contatto con la natura. La
speranza è che la struttura ritorni all’antico splendore.
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