domenica 10 gennaio 2016

Mare cristallino a Natale. Ma rimangono i dubbi sulle condizioni penose della scorsa estate.



Nicotera. Il 2015 si sta chiudendo all’insegna di un clima pressoché primaverile: temperature ben al di sopra della media hanno infranto la magia delle feste tradizionalmente all’insegna del freddo e del gelo. Spesso i tanti rimpatriati per la pausa natalizia, o gli stessi residenti, nei pomeriggi assolati si recano presso il lunghissimo arenile a respirare l’aria marina, pura e inebriante, o semplicemente per fotografare la distesa blu che, e questa è la gradita sorpresa, si presenta tersa e cristallina, che se non fosse per i venti gradi centigradi di temperatura, verrebbe voglia di fare un bel bagno invernale, tanto il mare si presenta invitante. Infatti, da qualche mese circa, più meno dal mese di ottobre, esso ha un aspetto sorprendentemente pulito e trasparente. Chi si trova qui per le ferie, ritornerà a casa mostrando a parenti ed amici delle foto spettacolari, ma non potrà fare a meno di chiedersi perché nei mesi estivi il mare non era terso allo stesso modo. Una domanda legittima che si pongono anche i residenti, che la distesa blu ce l’hanno ogni giorno sotto gli occhi e hanno potuto coglierne la trasformazione giorno per giorno. Un cambiamento che appare inspiegabile. Ma la di là delle risposte che forse non arriveranno mai, la pia speranza dei cittadini è che esso si mantenga pulito anche in estate, quando non sarà soltanto un magnifico sfondo blu per le proprie foto, ma una grande risorsa fruibile per tutti; uno strumento eccezionale per far decollare il turismo che da queste parti sembra languire anno dopo anno.
E in effetti la sorpresa di uno specchio d’acqua così limpido non può lasciare indifferenti quando è ancora vivo l’eco delle accese proteste della scorsa estate, proprio a causa delle pessime condizioni del mare. Un’estate all’insegna del malcontento e dello sdegno collettivo non si dimentica facilmente; così come è impossibile dimenticare le fila di sdraio vuote in quella torrida estate; gli ombrelloni chiusi come muti testimoni dello scempio di una stagione estiva appena iniziata e già finita. E forse il momento peggiore lo si è avuto quella afosa domenica di luglio quando i bagnanti esasperati abbandonarono i lidi e chiesero ai gestori la restituzione di quanto speso. Il fenomeno mare sporco continuò fino al mese di settembre. Ma durante l’estate non mancarono i colpi di scena. Come l’azione del sindaco Franco Pagano il quale presentò una denuncia alla Procura della Repubblica per disastro ambientale; ovviamente contro ignoti. Il fatto rappresenta una novità perché Pagano nelle stagioni precedenti, di fronte a un mare imbrattato dalle solite strisce marroni, si era schierato dalla parte dell’ipse dixit formulato dalle istituzioni (in primis Capitaneria di Porto e Guardia Costiera) e dal mondo scientifico, per così dire, ovvero l’Arpacal, la famosa agenzia per l’ambiente della Regione Calabria. Ebbene, secondo l’autorevole voce di tali istituzioni il mare “era sporco, ma non inquinato”. Paradigma di un mistero che viene assunto ancor oggi come il motto del fatto che si continui a brancolare nel buio, anzi a nuotare in acque torbide. Intanto Legambiente presentava alla stampa gli esiti dei suoi esami: il mare era inquinato, era stata rilevata la presenza di organismi fecali. E mentre infuocava la controversia tra le due verità, quella delle istituzioni e quella popolare che si affidava ai propri sensi più che agli esami di laboratorio, il sindaco Pagano fece costruire un argine presso la foce del fiume Mesima: operazione costosa e inutile perché le cose non migliorarono affatto. Ma il vero colpo di scena arrivò a fine agosto quando l’Arpacal promosse dei nuovi esami. Sorpresa: l’agenzia per l’ambiente ammise per la prima volta che sì in effetti vi erano batteri fecali alle foci delle tante fiumare che sfociavano in mare. Quindi, precisava l’Arpacal in una nota, non si poteva garantire la salubrità delle acque in altri punti del mare e non solo perché le correnti facevano la loro parte, ma anche per il principio di precauzionalità. Ciò induceva l’agenzia regionale a far brillare il semaforo giallo e a non garantire più la salute delle acque marine. Così essa formulava una nuova verità non senza però prima passare la patata bollente nelle mani degli enti locali, in primis i comuni.
Ora, la domanda che è lecito porsi è semplice: cosa accade al mare nicoterese durante l’estate? Perché diventa melmoso e impraticabile? E d’inverno, poi, perché si fa terso e cristallino come documenta questa foto ?

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