martedì 5 gennaio 2016

Presepe vivente. A Comerconi atmosfere incantate.








Nicotera. Tra i tanti presepi viventi che hanno trasportato molti paesi del Vibonese nelle atmosfere rarefatte di quel passato remotissimo che vide la nascita di Gesù, quello di Comerconi ha un che di magico e particolare. E non solo perché è giunto alla sua diciottesima edizione, o perché il borgo dell’antica frazione nicoterese si presta alle atmosfere incantate di un tempo andato; ma soprattutto perché è realizzato con amore e passione dai cittadini, che da quasi due decenni a questa parte trasformano il loro pittoresco paesello in una magica Betlemme che ospita la natività del Salvatore, ma anche una rassegna delle antiche arti e mestieri che erano il perno del nostro artigianato prima che l’era industriale prendesse il sopravvento e fagocitasse per sempre la millenaria arte dei lavori manuali. Il comitato è coadiuvato da don Saverio Callisto, parroco della piccola comunità. A lui è affidata la supervisione delle iniziative e del lavoro del piccolo sodalizio che lavora indefessamente già dal mese di novembre.  La grande macchina organizzativa è oleata dall’autosovvezionamento degli stessi membri e dei cittadini che tutti, con trasporto e dedizione, danno il meglio di sè stessi per ricreare quel luogo che diede i natali al Redentore. E così ogni gruppo di persone si prende cura di un settore da allestire, e in quell’ambito investe mezzi, passioni ed energie per renderlo realistico e attraente agli occhi dei visitatori.
Comerconi, antichissimo borgo di poco più di 500 anime, si trova adagiato alle pendici del Poro. Incastonato a metà tra la campagna e la montagna, il paese è noto per le sue piccole attività imprenditoriali alimentari, che spaziano dalla produzione dell’olio a quella dei salumi. Prodotti artigianali notissimi anche al di fuori del contesto comunale. Borgo di gente ricca di inventiva, che sa colorare la noia della vita paese con una serie di importanti iniziative. Tra queste vi è la nascita della compagnia di arte drammatica, ma anche, e soprattutto, l’allestimento del presepe vivente che, come già precisato, è alla sua diciottesima edizione. Uno dei primi nati nella provincia di Vibo.
La dedizione e la solerzia di don Saverio Callisto è un punto di forza imprescindibile per la comunità che intorno alla parrocchia di San Nicola trova il suo centro di aggregazione sociale oltre che religioso. E da questa coesione tra i cittadini e il loro parroco nasce il presepe vivente, un capolavoro d’arte drammatica che riporta in vita un’altra epoca e lo stile di vita che esso comportava.
Naturalmente la rappresentazione ruota intorno alla capanna della natività. Nell’acropoli del paese è sito il palazzo del feroce Erode, con una sontuosa scenografia che riproduce i fasti della dimora del re più crudele dell’antichità.
Ma è girovagando per le vie del paese che si perde davvero la cognizione del tempo e il visitatore si sente trasportato in un tempo che appartiene al passato dell’umanità quando il borgo produttivo era il perno economico vitale dell’intera collettività. Ed ecco quindi che ci imbatte nelle lavandaie che strofinano i panni nell’acqua gelida del ruscello; il calzolaio; il fabbro; il panettiere che sforna pane caldissimo; il recinto delle pecore con tanto di mugnaio; l’antro delle chiromanti; e poi il vinaio; le ragazze addette alla preparazione di calde ciambelle e zeppole da offrire ai visitatori. Uno spettacolo emozionante visitabile fino al 6 di gennaio.


Nessun commento:

Posta un commento